Fotogallery Pamela Love: perché tutti amano i gioielli
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Un oceano di capelli neri e uno sguardo che dice tutto. Incontriamo Pamela Love, designer di gioielli dall'ispirazione dark e esotica, a New York per scoprire la sua passione per il collezionismo e, ovviamente, per i gioielli.
Un oceano di capelli neri e uno sguardo che dice tutto. Incontriamo Pamela Love , designer di gioielli dall'ispirazione dark e esotica, a New York per scoprire la sua passione per il collezionismo e, ovviamente, per i gioielli.
Cosa ti piace collezionare e perché?
Ho una montagna di cappelli vintage, pile di libri e dischi, mobili d’antiquariato, ephemera (vecchie cartoline, stampe, piccoli oggetti…). Poi amo gli abiti e i cappotti vintage. E naturalmente i gioielli. Tendo a collezionare cose che posso mettere in mostra per casa senza troppa fatica, cose che “parlano da sole”, ricche di storia.
Essere collezionista e disegnare un collezione. Che rapporto c'è tra queste tue attività?
Ho cominciato a creare gioielli proprio per riempire la lacuna che avevo notato tra la bigiotteria, i pezzi più raffinati e quelli che si possono portare ogni giorno. Dopo il college ho lavorato come stylist per i servizi fotografici e nel cinema, e mi trovavo sempre a dover girare per tutta la città in cerca del pezzo giusto per completare un set o un look, spesso con scarsa fortuna. Così ho cominciato a fare da sola le cose che non riuscivo mai a trovare da nessuna parte, aggiungendole man mano alla mia collezione personale. Quindi, da collezionista, quando progetti una collezione cerchi di prendere in considerazione il modo in cui ogni pezzo potrà essere utilizzato e ti assicuri che le collezioni siano complete, che in ciascuna non manchi nessun pezzo.
Teschi, ossa, simboli primordiali ricorrono spesso nei tuoi gioielli. Fai riferimento ad una cultura particolare oppure segui solo il tuo istinto?
Mi attraggono gli oggetti simbolici, cose che si riferiscono a una storia, a una religione, un processo o un rito di passaggio per una particolare cultura. Non faccio sempre riferimento alla stessa zona geografica o alla stessa popolazione, ma con ogni collezione cerco di comprendere a fondo gli usi e i costumi del luogo a cui mi ispiro, in modo da poter reinventare la mia versione personale di un certo pezzo. Amo il Southwest, l’antica cultura Maya e quella del Messico contemporaneo, e in questo momento mi appassionano le tribù berbere e nordafricane.
Il primo gioiello che hai posseduto.
Quando ero più giovane, mia madre mi ha regalato il mio primo paio di orecchini a pendente con la mia pietra portafortuna (l’acquamarina). Li adoravo, e ho continuato a indossarne uno, spaiato, dopo che ho perso il suo compagno.
A quale oggetto, tra quelli della tua collezione, sei più affettivamente legata?
Sono molto affezionata al mio bracciale d’argento ad artiglio. Lo indosso ogni giorno e lo tolgo di rado. Ho sempre pensato che mi rappresentasse molto come persona e come designer – audace, un po’ dark, ma sempre femminile e con una certa grazia.
Perché i gioielli piacciono tanto alle donne?
Non solo alle donne! Conosco un sacco di uomini che custodiscono gelosamente oggetti preziosi ben precisi: un orologio speciale, pezzi ereditati di generazione in generazione, un anello o un bracciale che significano qualcosa per loro. Ho sempre cercato di dare un significato speciale ai pezzi che indosso e a quelli che creo. In parte questo mio atteggiamento viene dal rispetto per la tradizione dell’arte di creare gioielli e per il significato simbolico che i gioielli rivestono in moltissime culture. Penso che sia quasi implicito che i gioielli verranno indossati per molto tempo (e tramandati per diverse generazioni). E per questa loro longevità hanno un peso e un’importanza intrinseca. Credo anche che le persone scelgano i gioielli in modo più meditato e attento di altri oggetti, e anche questo li rende di per sé più ricchi di significato.
Che tipo di uomo hai in mente quando disegni la linea maschile di gioielli?
Non lavoro in modo molto diverso rispetto alla linea femminile, nel senso che cerco di ricreare pezzi “statement” con un messaggio forte ma senza mai sconfinare nel teatrale o caricaturale. Gli uomini che portano gioielli di solito hanno già un approccio audace e consapevole, quindi il mio lavoro si concentra più sul tipo di messaggio trasmesso da un singolo pezzo che sul fatto di portare gioielli in sé. Penso a uomini che sanno quello che vogliono e che non si scusano per essere sé stessi.
Il materiale che più ti emoziona.
Amo il turchese.
Dove compri di solito i pezzi della tua raccolta? Dove li custodisci?
Amo esplorare i mercatini delle pulci quando sono in viaggio, e quando sono a casa quasi ogni weekend passo un po’ di tempo a girare per uno dei Brooklyn Flea Markets. Qui a Brooklyn, vicino a casa mia, ci sono molti negozi vintage che fanno un bel lavoro di selezione. Adoro Fox and Fawn per i cappotti e le camicie vintage, Fluke Vintage, Malin Landaeus… da Moon River Chattel hanno sempre una selezione fantastica di casalinghi vintage e misteriosi accessori per la casa. La mia collezione di libri ed ephemera è sparsa per tutta la casa visto che la uso come arredo e decorazione, i cappelli sono impilati nell’armadio e indosso capi vintage il più spesso possibile!
La nomina presso il CFDA. Qual è stata la tua reazione alla notizia?
Ovviamente ne sono stata entusiasta! È difficile quando sei in lizza per un premio, soprattutto quando accade più di una volta, perché senti questo mix di ansia, onore, nervosismo ed entusiasmo, tutto insieme. Siamo davvero contenti di essere arrivati tra i finalisti, è una cosa che ci aiuterà molto a far crescere la nostra azienda e a migliorare le collezioni future.
Un oggetto che ancora vorresti acquistare per la tua collezione.
Segretamente ho sempre desiderato un copricapo d’epoca degli indiani d’America …
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