Vestirsi come Lisbeth o come Marilyn? La moda è proprio un film
Cosa sceglieremo questa primavera? Il tempo non ci dà tregua, è vero, ma non bisogna farsi trovare impreparate. Il nostro “Speciale Moda” può aiutarvi. In più vi propongo anche un’altra ipotesi.
Lo spread ci fa ancora soffrire, i giornali ci torturano con la crisi, la recessione e i sacrifici che stiamo facendo e che ancora dovremo fare. Ma per fortuna ci sono gli stilisti che ci vogliono bene e che lanciano, a colpi di sfilate, il loro messaggio di incoraggiamento.
I primi segnali sono arrivati da New York dove sono state presentate le tendenze per il prossimo inverno che parlano solo di colore, allegria, gioco. Un’iniezione di ottimismo contro tutte le facce tristi che girano ancora in Wall Street. Nei prossimi giorni vedremo come risponderanno i grandi maestri del Made in Italy.
E vi terremo informate sia sul nostro sito Grazia.it sia via Twitter: ho intenzione di raccontarvi in diretta tutto quello che vedrò e penserò... Ma la proposta che vi voglio fare, se non dovessero bastarvi le suggestioni dei nostri servizi moda, è di ispirarvi ai film che stanno circolando in questi giorni e che, in buona parte, parteciperanno anche alla grande kermesse degli Oscar.
Primo fra tutti The artist, perché è un film delizioso assolutamente da non perdere, da cui si esce con un sorriso sulle labbra e un’irresistibile voglia di ballare (oltre che di comprarsi un Jack Russell Terrier, per fortuna io ce l’ho già). Look Anni 20, moda charleston per la sera, abiti scivolati, cappellini e scarpe con il cinturino per il giorno: una meraviglia.
Amate gli stili più forti? Non c’è problema. La Lisbeth di Millennium è quello che fa per voi: neo punk all black, borchiato, stracciato (senza esagerare), aggressivo e contro (che di questi tempi può sempre risultare utile). E la Meryl Streep/Margaret Thatcher di The iron lady? Se non vince questa volta l’Oscar marceremo compatte su Los Angeles in segno di protesta.
Intanto, però, potremmo sperimentare quei tailleur così eleganti, meglio se scuri, per evitare quei colorini che solo la regina si può permettere: una camicia con il fiocco, una collana di perle e il gioco ladylike è fatto. Se però per voi la femminilità dev’essere un po’ più esplicita e divertita, allora vi consiglio The help (dal libro di Kathryn Stockett, piacevolissima lettura): Mississippi Anni ’60, le donne nere fanno le cameriere e allevano i figli di donne bianche che giocano a carte e bevono tè, ma tutto sta per cambiare.
Gli abiti sono magnifici, stampati, colorati, a fiori. Non avete ancora trovato l’idea giusta? Non rimane che lei, l’unica, l’inimitabile: Marilyn Monroe, nella versione Michelle Williams, anche lei candidata all’Oscar per La mia settimana con Marilyn, indossa perfetti twin set color cammello, gonne al ginocchio, pantaloni pied-de-poule. All’epoca era ancora sposata con Henry Miller e si vede.
Infine, per le fan del maschile cosa di meglio della Glenn Close di Albert Nobbs? Per lavorare lei si traveste da uomo, magari funziona anche da noi...
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