Michelle Hunziker: “A Sanremo sarò io la forza delle donne”
Dal 6 febbraio Michelle Hunziker condurrà uno dei festival con più concorrenti uomini di sempre. Ma lei promette che userà il palco per celebrare la tenacia femminile. La stessa che, racconta a Grazia, l’ha aiutata a rialzarsi sempre: anche di fronte a quegli attacchi di panico che nei momenti bui della sua vita le avevano tolto la voglia di sorridere
Appena la conduttrice Michelle Hunziker arriva nel nostro studio fotografico, lui, il marito Tomaso Trussardi, le manda un video: è in aereo verso Londra. Poi, durante le sei ore che passo insieme con lei, si scambiano ancora messaggi, foto, mini-video. Nel linguaggio senza parole dell’amore è come se si dicessero: “Non riesco a stare senza di te”.
E questa non è una passione appena nata, fanno coppia da quasi sette anni, sposati da tre e hanno due figlie, Sole e Celeste, 4 e 2 anni. «Abbiamo anche pensato di fare un altro figlio, magari un maschio», mi dice Michelle. «Vediamo se Sanremo ci porta anche un bambino».
Hunziker sarà la conduttrice del prossimo Festival di Sanremo (dal 6 al 10 febbraio) insieme con l’attore Pierfrancesco Favino, sotto la direzione artistica di Claudio Baglioni. «È la prima volta da quando sono nate le bambine che mi allontano da loro per una settimana per lavoro», dice. È già salita sul palco di Sanremo: nel 2007 era a fianco di Pippo Baudo.
Questa volta che effetto le fa?
«Per me è un nuovo inizio. All’esordio ho provato un’emozione incredibile e tanta ansia. Mi chiedevo: “Non rischio di bruciarmi andando a Sanremo a 30 anni?” Dopo undici anni torno con la voglia di godermi il Festival. È un traguardo».
Che tipo di Sanremo sarà?
«Un Festival molto social: potremo giocare con il pubblico, ma anche rendere virali alcuni dettagli. Sfrutterò ogni possibilità. Baglioni è un romantico, un precisino dalle idee mai scontate. Certo, apparteniamo a mondi diversi, e per questo funzioniamo».
Si dice che nel 2007 il suo cachet fosse più del doppio di quello di oggi (un milione contro 400 mila euro). È un segno dei tempi?
«I tempi sono cambiati ed è giusto adattarsi. Ma quella volta non è vero che mi hanno pagato il doppio: una parte del cachet era andata alla produzione».
È il primo Festival dopo la tempesta provocata dal caso delle violenze del produttore americano Harvey Weinstein. I temi sulla violenza delle donne sono a lei cari: ha fondato l’associazione Doppia Difesa con l’avvocato Giulia Bongiorno. Ne parlerete sul palco?
«Sì, è stata una delle condizioni che ho posto accettando la conduzione. Voglio mandare un messaggio positivo e dimostrare che le donne fanno squadra. Quest’anno Sanremo casualmente è molto maschile: su 20 canzoni in gara, ci sono solo quattro donne. Ma sarà ancora più bello salire sul palco e portare la femminilità».
L’avvocato Giulia Bongiorno si candida alle prossime elezioni a fianco di Matteo Salvini, segretario federale della Lega Nord. Che cosa ne pensa?
«È già stata in politica: “Le battaglie non si fanno dietro una scrivania”, dice. Se oggi abbiamo una legge contro lo stalking lo dobbiamo anche a lei, che ha collaborato a scriverla. Io ho le mie idee e Doppia Difesa è apolitica, ma se la sua candidatura serve a fare delle battaglie per le donne, ben venga».
Da quali stilisti si farà vestire durante il Festival?
«Solo da maison made in Italy al cento per cento, con un tributo a Giorgio Armani, che mi veste nella prima e nell’ultima serata. Poi ci saranno Moschino, Alberta Ferretti e Trussardi, il marchio del cuore: sono orgogliosa di portare mio marito e la sua azienda sul palco dell’Ariston e vi stupirete per la bellezza dei suoi abiti».
Lei ha sei anni in più di Tomaso. È un vantaggio o no?
«Una volta pensavo che la maturità si misurasse con l’età. Poi è arrivato questo ragazzo di 28 anni, un gentleman che mi ha corteggiato per tre mesi prima di baciarmi. Un uomo di altri tempi. E poi Tomaso sembra più maturo della sua età, forse perché la sua famiglia ha vissuto grandi tragedie (la morte per un incidente stradale del padre Nicola e, quattro anni dopo, del fratello Francesco, ndr). Il dolore e il senso di responsabilità ci hanno unito: lui ha saputo leggere dentro di me e io lo stesso».
Il suo dolore è anche la setta che per cinque anni l’ha tenuta “prigioniera”. Eppure lei è una donna apparentemente forte. Un’esperienza simile potrebbe capitare a chiunque?
«Sì, soprattutto a chi perde un genitore da giovane, a chi si fa molte domande, a chi si sente mancare il terreno sotto i piedi e a chi cerca Dio, perché questi “guru” entrano nella tua vita e ti fanno sentire un eletto, una persona che conta per il Signore. Se non hai stabilità ti può capitare di finire in qualche circolo esoterico: succede a molte più persone di quante immaginiamo».
Crede in Dio?
«Sì. Mio padre era molto cattolico e la domenica andavamo insieme in chiesa, poi a mangiare le alette di pollo fritte o a passeggiare nel bosco. Ho sempre collegato Dio a un momento d’amore e a mio padre. Poi lui ha iniziato a bere. Si dimenticava di venirmi a prendere e ai miei occhi era come se amasse l’alcol più di me. Allora ho smesso di parlargli e ho rinnegato Dio. Ma dentro di me c’era qualcosa che mi logorava, un malessere legato all’assenza di mio padre. Una pranoterapeuta me lo ha fatto ritrovare, ma dopo un anno in cui ho potuto riabbracciarlo, l’ho perso, e questo mi ha devastata. Allora sono caduta in un vortice, ma precipitare nella setta ha rafforzato la mia fede, perché quando tocchi davvero il fondo, capisci che se c’è il male c’è anche il bene».
Nei momenti difficili, quando è stata plagiata dalla setta, che tipo di risposte cercava?
«Ero convinta di non essere degna d’amore e che le persone accanto a me non mi amassero. Mi sentivo in colpa, inadeguata. Mi chiedevo: “Perché qualcosa non va in me?”. Poi è arrivata la pranoterapeuta che diceva: “Noi ti amiamo, siamo la tua nuova famiglia” e mi ha fregato. Non voglio che questo accada mai alle mie figlie, perciò le riempio di baci: il contatto fisico è importantissimo, fa sentire protetti».
Secondo lei per rinascere forti bisogna anche perdersi?
«Sì e ringrazio il cielo per tutto quello che ho vissuto, perché affrontare problemi già da bambini è una fortuna: ti prepara alle difficoltà della vita».
Le sue figlie, cresciute in un ambiente privilegiato, che ostacoli dovranno superare?
«Molti. Come è successo ad Aurora (21 anni, avuta con Eros Ramazzotti, ndr), che fin dalle elementari si è sempre chiesta: “Ho davvero degli amici?”, “Perché mi chiedono sempre di te e del papà?”. Durante l’adolescenza si è dovuta confrontare con frasi tipo: “Tua madre è una gnocca”. La sua identità era sempre offuscata dalla visibilità dei suoi genitori. E poco importa se aveva privilegi unici, come poter mangiare una pizza con Justin Timberlake dopo un concerto. È cresciuta circondata da paparazzi».
Effettivamente da vent’anni lei vive assediata dai paparazzi. Suo marito come l’ha presa?
«È una delle cose che mi ha conquistato di Tomi. Per i pochi uomini che ho avuto dopo Eros è sempre stato un problema: non volevano uscire di casa. Il “pacchetto Hunziker” all’inizio andava bene, ma poi diventava pesante: c’erano i paparazzi, il codazzo della gente che mi salutava, il mio passato, Auri. Poi è arrivato questo ragazzo di 28 anni, un principe azzurro. “Appena si renderà conto di tutto mi lascerà”, pensavo. Gliene ho parlato e lui mi ha risposto: “Dei paparazzi non mi frega niente. Io amo te”. A Natale ha regalato loro panettoni e spumante. Una volta siamo andati a mangiare vicino a Bergamo e li ha invitati a gustare una bistecca: invece di fare le foto, si sono ubriacati».
Lei e suo marito sembrate molto diversi: Michelle sempre sorridente, lui più riservato. È un’alchimia che funziona?
«Siamo due persone molto profonde, ma in modo diverso, lui tende alla sofferenza, io alla leggerezza. Ci diamo una mano a vicenda».
Una volta ha detto che le capita di sentire “l’ansia come un peso nel cuore, ma scelgo di non sprofondarci”. È davvero possibile? È possibile controllarla?
«Dopo essere uscita dalla setta ho sofferto di attacchi di panico per quattro anni. Quando ti svegli alle 3 di notte con il respiro in gola, pensando di morire, devi trovare un metodo per non farti sopraffare. Io alle prime avvisaglie prendo una bottiglia d’acqua, mi siedo e bevo a piccoli sorsi. La concentrazione richiesta da questo gesto neutralizza il panico. Ora è da tanto che non ho attacchi. Sole e Celeste mi hanno salvato. L’ansia non può esserci quando devi occuparti dei bambini».
Che tipo di mamma è Michelle?
«Affettuosa ma, quando serve, anche severa. Le Trussardine sono piene di energia. Ma le regole servono e quando Sole e Celeste fanno i capricci e si buttano per terra, alzo la voce anche se siamo in giro. Non ho paura del giudizio degli altri».
I genitori commettono anche errori con i figli. Lei?
«Mi chiedo sempre se sono troppo dura o permissiva, se ho fatto le scelte giuste o no, ma quello che mi guida è l’amore. Spero che le mie figlie lo riconoscano. Io sono stata una ribelle, ho tolto il saluto a mio padre e scritto a mia madre lettere terribili: se penso di riceverne simili, sprofondo nello sconforto».
Per un attimo torniamo all’Ariston. Le sue figlie hanno capito che cosa succederà a Sanremo?
«Aurora non vede l’ora di starmi vicino dietro le quinte. Le più piccole invece mi raggiungeranno con Tomaso a Bordighera l’ultimo weekend, ma sono troppo piccole per capire che cosa accadrà. Sole l’ho portata una volta a Striscia la notizia e da allora ogni giorno mi dice: “Mamma voglio venire con te in studio nella televisione”. Ceci, invece, se mi vede in tv si mette a piangere, perché non riesce a “prendermi” dallo schermo. Il mio Sanremo glielo racconterò quando diventerà più grande».
Photos: Getty Images
© Riproduzione riservata