Kenya Kinski-Jones: «Ragazze, cambiamo tutto»
Sua madre è l’attrice icona Nastassja Kinski, suo padre il produttore Quincy Jones. Da loro Kenya Kinski-Jones ha imparato a lavorare sodo e a fare sentire la propria voce. Grazia l’ha incontrata pensando d’intervistare una modella in carriera e ha scoperto, invece, una eco-attivista
Mi sembra emozionata per il nostro incontro. Kenya Kinski-Jones si alza dalla poltrona, dove era accoccolata aspettando di essere intervistata, per accogliermi come si deve. È minuta, mi porge la mano calda e si presenta: mi guarda con occhioni color nocciola e mi sorride. Ventidue anni, fidanzata con l’attore Will Peltz, modella esordiente (per Calvin Klein), Kenya è figlia dell’attrice che ha fatto perdere la testa a tutti i maschi della generazione degli Anni 80, Nastassja Kinski, e del musicista e produttore Quincy Jones, che ha portato al successo planetario Michael Jackson con l’album Thriller. Da lui ha imparato che si può vivere anche lontano dai riflettori, dalla sua mamma ha capito che andare controcorrente è un ottimo modo per farsi notare.
L’appuntamento con Kenya è a Londra per il lancio del nuovo profumo firmato da Stella McCartney, Pop (vedi anche pagina 142), creata su misura per le Millennial, ovvero la generazione di donne nate intorno all’anno 2000 che si affacciano ora alla vita, al lavoro, alla carriera. La celebre stilista inglese, figlia di Paul e Linda McCartney, per la sua essenza ha voluto celebrare l’attimo in cui le ragazze “scoppiano” - da qui il nome “pop”, che in inglese significa appunto “scoppio” - e diventano donne libere di decidere quale strada seguire. E per il lancio del prodotto Stella ha scelto una “nidiata” illustre, particolarmente vivace e promettente. Nelle foto e nel video che illustrano la campagna compaiono, oltre a Kenya Kinski-Jones, anche Lourdes Maria Ciccone Leon, la primogenita della popstar Madonna, la musicista e attivista Amandla Stenberg e la cantante canadese, ormai affermata, Grimes.
Kenya, si sente anche lei una donna in procinto di sbocciare come vuole la filosofia di Pop?
«Altroché! Mi sono appena laureata (in letteratura inglese alla Loyola Marymount University di Los Angeles, ndr) e ora che non devo più studiare ho la sensazione di avere infinite possibilità davanti a me. Il diploma ha dato un nuovo impulso alla mia vita e mi sento libera di seguire la mia strada: posso diventare una brava modella».
Anche sua madre ha fatto l’indossatrice prima di diventare un’attrice icona. Desidera seguire i suoi passi o si sente più attratta dalla passione di suo padre per la musica?
«È un bel dilemma. Per ora affronto la vita giorno per giorno e non vorrei chiudere nessuna porta. Non direi di no al cinema o alla musica, perché adoro entrambi. Adesso mi sto concentrando sulla carriera di modella, che è solo una parentesi e non sarà il mio lavoro per sempre».
Che cosa ha capito, finora, del mondo della moda?
«Che è fondamentale avere un buon carattere. Anche quando sei su un set esausta o stai congelando, l’importante è dare tutto e avere un atteggiamento positivo, altrimenti le foto non verranno mai bene. La mia regola è essere cordiale con tutti quelli che lavorano con me».
La stampa americana l’ha definita il perfetto esempio della “Cali Girl”: che cosa vuol dire?
«Una “Cali Girl” è la classica ragazza californiana: rilassata, divertente, amichevole, socievole, insomma una che ama il sole e la vita all’aperto, proprio come me. Io ho casa a Los Angeles e sento che non potrei mai trasferirmi altrove».
Davvero sul lavoro e nella vita ha sempre il sorriso sulle labbra?
«Mi sembra di sì. Non me la prendo mai con nessuno, non mi lascio turbare dagli eventi e mi piace seguire la corrente dell’esistenza. Per me è importante essere gentile con tutti».
Ha un look preferito?
«Il mio aspetto cambia quasi ogni giorno, dipende dall’umore che ho. Per me è importante stare comoda e mi piace mescolare i pezzi a contrasto: magari metto qualcosa di molto maschile e lo abbino a un altro capo iper femminile. Di solito funziona».
Tacchi?
«No, per carità. Li indosso solo qualche volta per lavoro o quando devo partecipare a una serata».
Come si trucca una “Cali Girl”?
«Per la maggior parte del tempo non indosso make up. Credo molto nell’essere semplice e naturale. Spruzzo solo un po’ di profumo tra i capelli oppure ne metto una goccia sul polso».
Che cosa ha pensato quando è stata contattata dalla stilista Stella McCartney per il suo profumo?
«È stato un momento entusiasmante. Ammiro Stella perché, come me, è vegetariana e ha un gran rispetto per tutti gli esseri viventi. Sono cresciuta tra i cavalli, con otto cani e cinque gatti, quindi ho sempre avuto una particolare attenzione verso gli animali».
Ho letto che lei è un’attivista dell’ambiente.
«Lavoro con organizzazioni che si occupano di proteggere gli animali e di darli in adozione, ma anche con l’associazione Heal The Bay, che ha la missione di mantenere pulite le acque della costa meridionale della California. Di recente sono stata anche contattata dalla Lca, Last Chance for Animals, un’organizzazione che segue gli allevamenti intensivi. Stiamo lavorando per bloccare una legge ingiusta che renderebbe meno trasparente il trattamento di mucche, maiali e polli in quei luoghi. Bisogna portare alla luce i maltrattamenti inflitti agli animali e denunciare ogni crudeltà. Sarò sempre in prima linea per queste battaglie».
Che cosa le piace di più di se stessa?
«La capacità di affezionarmi e la lealtà. Amo profondamente le persone che fanno parte della mia vita. Farei qualsiasi cosa per loro».
Quali difetti, invece, si rimprovera?
«Qualche volta sono veramente testarda, troppo. Decido una cosa e non c’è verso di farmi cambiare idea, nemmeno quando sbaglio».
Ha il senso dell’umorismo o si prende sempre sul serio?
«Non saprei. Di sicuro, se fosse per me, riderei sempre. Mi diverto moltissimo con le mie amiche: con loro sono sempre felice».
Per che cosa può piangere, invece?
«Per l’ingiustizia nei confronti di ogni essere vivente, uomo o animale che sia».
Da suo padre ha imparato...
«A dare sempre il 100 per cento in tutto quello che faccio».
E da sua madre?
«Lei mi ha insegnato a non aver mai paura di niente e che si può essere a proprio agio anche nelle situazioni meno confortevoli».
Lei è fidanzata con un attore, Will Peltz. Che cosa fate insieme?
«Usciamo, incontriamo i nostri amici. Ma a volte lo lascio per conto suo e salgo al piano di sopra...».
E perché?
«Perché la mia migliore amica abita nel nostro stesso palazzo, quindi a me basta prendere l’ascensore e lei è lì, con sua sorella. Ci divertiamo, ridiamo, beviamo il tè, chiacchieriamo, a volte mi fermo addirittura a dormire lì con loro. Questo senso di vicinanza per me è molto importante».
Che altre passioni ha?
«Il mio cavallo, che è un Dutch Warmblood (in inglese significa “olandese sangue caldo”, ndr). Amo i cavalli con tutta me stessa. Quando ero alle scuole medie ho partecipato a diversi concorsi ippici, poi mia madre e mio padre hanno preferito che lasciassi questa passione per farmi concentrare sullo studio».
L’equitazione non sembra il classico sport da Millennial. Come descriverebbe la sua generazione?
«Sentiamo di avere l’opportunità di cambiare ciò che reputiamo ingiusto. È difficile a far sentire la propria voce. Eppure è importantissimo, perché parlare, studiare ed entrare in contatto con gli altri può cambiare la vita di tutti in meglio».
Lei che cosa vorrebbe cambiare?
«Tanto. Forse quasi tutto».
L’intervista è finita. Mi allontano e raggiungo i giornalisti presenti all’evento e gli altri invitati. Ma, a un certo punto, mi rendo conto che qualcuno mi sta seguendo e sento la frase: «Volevo salutarti e ringraziarti». Mi volto e mi trovo davanti Kenya, che mi ha raggiunta e ora mi abbraccia con delicatezza e mi bacia sulle guance, prima di lasciare l’edificio: evidentemente non era soddisfatta del nostro congedo troppo distaccato. Mi commuovo. E penso che è davvero una ragazza speciale.
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