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Julianne Moore: «Se non cambi non vivi»

Julianne Moore: «Se non cambi non vivi»

foto di Simona Siri da New York Simona Siri da New York — 12 Maggio 2016

Nei suoi film detesta ripetersi e chiede personaggi sempre nuovi. Ma anche fuori dal set Julianne Moore sa trasformarsi
in tante donne diverse. Perché la diva, che in questi giorni è al Festival di Cannes e che qui posa per Grazia, non vuole commettere l’errore più grande per una star: essere prigioniera di se stessa

Julianne Moore

Certo che mi ricordo: la prima volta a Cannes è stato nel 1999 con Un marito ideale. Non sapevo che cosa aspettarmi e fu tutto un po’ troppo travolgente. Oggi va meglio, mi sento una veterana, conosco i luoghi e le persone. L’unica incognita è il tempo: negli ultimi due anni ci sono stati temporali e nessuno vuole affrontare il red carpet sotto la pioggia». La voce di Julianne Moore mi arriva al telefono forte e chiara, mentre in sottofondo sento i rumori della città: cani che abbaiano, sirene della polizia, bambini che giocano. Me la immagino camminare per le strade di New York come tante volte le ho visto fare al cinema e penso che in linea d’aria forse siamo vicine. Un’ora prima di questa telefonata un’amica che stava facendo colazione in un ristorante del West Village mi aveva mandato un sms: “Indovina chi è seduta al tavolo di fianco al mio?”. Alla fine il mondo è davvero piccolo.
Due giorni prima di parlarle al telefono ero andata a ficcare il naso sul set del sevizio fotografico esclusivo realizzato per Grazia e l’avevo vista in azione, posare diligente sotto lo sguardo del fotografo. Diva inarrivabile un giorno, donna normale quello dopo. Sono le sue due anime e credo che questa capacità di essere al tempo stesso star e potenziale vicina di casa, irraggiungibile ma anche l’amica con cui andare a fare il brunch, è la chiave del suo successo, soprattutto con le donne. Un amore iniziato 20 anni fa, passato attraverso film come Fine di una storia, Lontano dal paradiso, I ragazzi stanno bene e consacrato da Still Alice, la storia che nel 2015 ha fatto vincere a Julianne l’Oscar per la migliore attrice protagonista. Quando, più avanti, glielo farò notare, mi ringrazierà sincera.
«Io parlo con un sacco di donne tutti i giorni, le vedo, le osservo, mi nutro della loro compagnia. Essere apprezzata dal pubblico femminile è una soddisfazione enorme», mi dice Julianne, in versione donna normale. La diva, invece, mi racconta della sua apparizione in questi giorni sul tappeto rosso al Festival di Cannes, dove è stata invitata dalla maison di alta gioielleria Chopard: è l’occasione per indossare i pezzi della Green Carpet Collection, la linea di gioielleria sostenibile realizzata con oro prodotto in modo etico da comunità artigiane e con diamanti e smeraldi che provengono da fonti certificate, che garantiscono il rispetto delle persone e dell’ambiente.

Anche quest’anno sarà a Cannes. È contenta?
Leggi il resto dell’intervista sul numero di Grazia in edicola questa settimana

© Riproduzione riservata

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