«La musica ci unisce. Ogni giorno lavoriamo per essere un trio»: l'intervista di Grazia a Il Volo
Si sono incontrati poco più che bambini e oggi i tre ragazzi de Il Volo, Piero Barone, 30 anni, Ignazio Boschetto, 29, e Gianluca Ginoble, 29, festeggiano i loro 15 anni di collaborazione artistica. Era il 2009 quando si presentarono da solisti al talent show canoro per bambini condotto da Antonella Clerici Ti lascio una canzone su Raiuno. Non si conoscevano, ma gli autori del programma pensarono che un trio di piccoli tenori di talento come loro potesse funzionare. E fu la loro fortuna.
Dopo le voci degli ultimi giorni che li volevano in crisi, li abbiamo incontrati per realizzare questa cover digitale e ci hanno raccontato come si vive in un trio avendo personalità differenti.
I tre musicisti sono stati gli unici artisti italiani invitati da Quincy Jones a We are the World for Haiti nel 2010, hanno cantato davanti a Papa Francesco e venduto milioni di dischi. Li abbiamo visti sul palco durante l'ultimo Festival di Sanremo, gara che avevano vinto nel 2015, e il 29 marzo presenteranno il loro primo disco di inediti, dal titolo Ad Astra.
A fine aprile partirà il World Tour che li porterà anche in Cina e Giappone, in maggio saranno protagonisti di Tutti Per Uno su Canale 5, quattro serate all'Arena di Verona con numerosi ospiti. Poi da giugno a settembre saranno impegnati in un tour di 20 date nelle località più spettacolari d'Italia e in autunno si esibiranno nelle principali capitali europee. Quando non sono sul palco, vivono in luoghi diversi: Gianluca in Abruzzo, Piero si divide tra Bologna e Agrigento e Ignazio a Bologna. E collegati via zoom dalle relative case si raccontano.
Avete cominciato a cantare insieme a poco più di 14 anni e siete ancora uniti, una rarità per un gruppo di successo. Qual è il vostro segreto?
Ignazio: «La passione per la musica e per il nostro lavoro».
Gianluca: «Il nostro è stato un matrimonio combinato, come quelli che si usavano un tempo, con la fortuna che noi poi ci siamo innamorati veramente. Perché si può continuare solo se provi amore e passione per le persone che ti circondano e se credi realmente nel progetto. A parte i gruppi storici, in effetti tante band si sono sciolte. Siamo diversi, ma tra noi c’è sempre dialogo. Ognuno di noi ha la sua personalità: nella differenza e nel contrasto c’è la crescita».
Piero: «Quando cammino per strada con i miei amici spesso sento la gente che bisbiglia, “Guarda, è quello del Volo”. Di solito non ricordano nemmeno il cognome. Ma è giusto così, non importa, perché il nostro obiettivo era ed è essere il trio del Volo. E ogni mattina lavoriamo per questo. Convivere è diverso, richiede impegno e comporta una certa maturità. A parte qualche fraintendimento, quando c'è tanta confidenza possiamo dirci in maniera schietta quello che pensiamo. Siamo sempre stati abituati al dialogo aperto e non abbiamo mai incamerato rancore, siamo soddisfatti del nostro percorso insieme e continueremo ancora per tanti anni in futuro. Dico sempre che, se un giorno incontrerò la mia anima gemella, conosco già le regole per una relazione duratura: il rispetto, l’ascolto e il compromesso».
Come vi descrivereste?
Ignazio: «Piero è perspicace, testardo, ambizioso e altruista, tutti pregi che possono diventare anche difetti. Gianluca è il perfezionista del gruppo, molto attento ai dettagli e testardo a livelli industriali. Tutte queste caratteristiche ci accomunano, perché anch’io sono così, solo per me aggiungerei che sono un po’ permaloso. Abbiamo avuto la grande fortuna di riconoscere i nostri talenti molto presto e quella di esserci trovati nello stesso posto, nello stesso momento in quella trasmissione. E usciti dal talent abbiamo avuto una vita da film».
Siete diventati molto popolari in tutto il mondo, anche in Cina e Giappone. Qual è la cosa che vi ha colpiti di più della cultura nipponica?
Ignazio: «Il grande rispetto delle persone. Durante il primo concerto a Tokyo, sul palco ho detto a Piero: “Guarda si sono addormentati”. Invece erano a occhi chiusi, presi dalla musica, e alla fine del brano hanno applaudito».
Piero: «In Cina siamo stati nel 2015 e abbiamo cantato per il loro Capodanno, in Giappone siamo stati più volte e quel Paese mi ha cambiato».
Gianluca: «All'estero piace molto la nostra musica. In Giappone amano anche un certo tipo di eleganza italiana, come quella di tanti artisti che hanno fatto la storia, da Luciano Pavarotti a Frank Sinatra. Ora la musica italiana si muove verso direzioni opposte e anche noi, che abbiamo solo 30 anni, abbiamo deciso di prenderci qualche rischio mettendoci in gioco e provando a fare ciò che non abbiamo mai fatto. Nell'ultimo album c'è un duetto con Irama, uno dei pezzi più belli del disco, che contiene tutti brani inediti».
Da dove nasce il titolo Ad Astra?
Gianluca: «Come nel detto latino “Per aspera ad astra”, attraverso i sacrifici si arriva alle stelle e a tutti gli obiettivi. Era un messaggio che volevamo mandare ai più giovani. Parliamo anche della vita, di come abbiamo costruito il senso del gruppo in questi 15 anni di carriera e della nostra crescita personale».
Piero: «Oggi si pensa che si possa ottenere tanto con molta facilità e si pensa di più al denaro. Quando ero piccolo non ricordo nessuna cifra, il nostro sogno era cantare. Non dico che tutti debbano sacrificarsi per arrivare a un obiettivo, ma è giusto saperlo».
Siete sempre stati così saggi?
Ignazio: «L'educazione ricevuta in famiglia ci ha sicuramente aiutati, ma è stata anche la vita che abbiamo condotto fin qui, viaggiare e conoscere il mondo nelle sue mille sfaccettature, a farci crescere più in fretta».
Gianluca: «Siamo anche un po' folli. Viaggiamo da quando avevamo 14 anni, mangiamo di tutto senza problemi, siamo stati a Rio De Janeiro almeno 15 volte, in America 50 volte. A 30 anni abbiamo già vissuto cento vite».
Piero. «Per questo potremmo vivere ovunque e viaggiare ci ha insegnato a essere aperti alle altre culture. Il viaggiatore è sempre pronto ad accettare ciò che ti propone un luogo, un popolo, una cultura. Però in Oriente farò fatica a mangiare di nuovo le meduse: sono il mio terrore quando mi tuffo in acqua».
Foto @leandroemede
Styling @nickcerioni; assisted by @_ilariataccini_, @noemimanago_ e niko.prete
Hairstylist @mimmolaserra
Make Up @davide_maisano_
Ufficio Stampa @goigest
Brand:
- Piero Barone: Total look Emporio Armani
Scarpe Jerold Wilton
- Ignazio Boschetto: total look Emporio Armani
- Gianluca Ginoble: Total look Cavalli
Boots Sonora
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