La forza di essere Ultimo
Il suo ballo delle incertezze è uno dei pezzi più ascoltati e il suo tour è un successo a cui si aggiungono nuove date. A Grazia il cantante Ultimo spiega come abbia fatto del suo nome un portafortuna
Nella foto: il cantante Ultimo indossa maglia e felpa di Freddy
(Riportiamo l'intervista di Fiamma Sanò a Ultimo pubblicata sul numero 22 di Grazia)
A Sanremo la sua vittoria nella categoria Giovani è stata praticamente un plebiscito.
Il ballo delle incertezze è stato uno dei singoli più ascoltati. Il tour di questi mesi, nei club italiani, segna il tutto esaurito. Tanto che sono state aggiunte per novembre due nuove date, il 2 a Roma e il 4 a Milano.
Lui è Niccolò Moriconi, 22 anni, romano, due dischi all’attivo, e un nome d’arte: Ultimo.
«Significa l’ultimo gradino della scala. È il mio modo per sentirmi forte, partendo dal fondo».
E dov’è posizionato ora su quella scala?
«Al penultimo. Si fa un gradino per avere quello che tutti chiamano “successo”, e poi altri 100 per mantenerlo. Il difficile arriva adesso, che ho voglia di lavorare ancora di più».
Che differenza c’è tra successo e fama?
«La fama è una condizione, e oltre al fatto di trovare tante persone sotto il palco che cantano le mie canzoni, non conosco aggettivi del tutto positivi per descriverla. Non la sfrutto come farebbe un ragazzo di 23 anni. Sono un po’ orso, come dice mia madre».
Che cos’è importante nella vita?
«Dire “ti voglio bene”. Sembra una presa in giro, invece è il gesto più bello e più importante. Significa “voglio che tu stia bene”. Odio la retorica, ma sono sempre più importanti quegli argomenti che invece sembrano scontati».
Per esempio l’amore?
«Quello verso se stessi, soprattutto. Sapersi ascoltare per capire ciò che si vuole fare nella vita è fondamentale: meglio finire sotto un ponte sperando che domani arrivi quello che sogni, piuttosto che accontentarsi di un lavoro più facile, quello che magari gli altri si aspettano da te. Se credi nelle cose che fai, riesci a mettere insieme nel modo giusto i pezzi del puzzle della tua vita».
I pezzi del suo come sono?
«Al momento, tutti al contrario».
E quanti sono?
«Dodici. È il mio numero. Secondo i tarocchi corrisponde alla figura dell’Appeso. Ho avuto tanti piccoli segni del destino, con il numero 12».
Dice spesso di avere più domande che risposte. Quella che si fa più spesso, qual è?
«“Che senso ha tutto questo?”. Se arrivi a realizzare tutti i tuoi obiettivi, che cosa succede dopo? Te lo chiedi finché non muori. Ma questo ti fa perdere in un cosmo di pensieri. Per questo sono legato alle piccole cose, che ti ancorano alla realtà e ti danno lo stimolo per uscire di casa ogni giorno».
Che cosa spinge lei a uscire?
«Volere sempre di più dalla musica. È una salvezza. Lo stimolo per vivere».
Ultimo sarà in concerto il 25 maggio all’Obihall di Firenze e il 26 al Fabrique di Milano
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