Affronto l’anno nuovo con un paio di certezze che voglio condividere con voi. Ho scoperto, grazie alla scienza, sia chiaro, non alla pratica, che cosa fa funzionare un matrimonio. E per il lavoro ho capito che...
l segreto della felicità di coppia arriva dagli Stati Uniti ed è il risultato di anni di ricerca di un team di professori e studenti dell’università della Virginia che hanno intervistato più di 2.800 coppie di varie età. Ammetto che ho cominciato a leggere una sintesi del National Marriage Project con molte aspettative, perché effettivamente mi sarebbe piaciuto farvi iniziare il 2012 con in tasca la formula, scientifica, di cosa fa funzionare un rapporto, che per molte di noi, romantiche italiane, vuol dire buona parte della nostra felicità.
Però, ahimè, sono costretta a deludervi perché Nonna Papera, quella bella vecchietta che faceva tante buone torte per Qui, Quo e Qua, temo avrebbe potuto elargire consigli migliori, senza perdere tempo e denaro in colloqui, sondaggi, brain storming e social meeting.
Perché il segreto della coppia pare sia - tenetevi forte - essere... generosi! Con quel che sta succedendo nel nostro Paese e soprattutto con quello che succederà a partire da gennaio quando diventerà pienamente operativa la manovra del governo, anche a non volere, generosi ci toccherà essere tutti, e molto...
Ma attenzione, non fatevi deviare dai nostri problemi economici, qui non si parla di denaro, ma di una sorta di generosità del cuore, cioè della capacità, volontà, determinazione a essere disponibile con l’altro, attento a lui e ai suoi bisogni, ai suoi desideri, insomma a quello che lo fa stare bene.
Il che, però, spiegano gli esperti americani, non coincide con il minimo sindacale di far da mangiare o accudire i figli, se ci sono. Quello che viene richiesto e che fa la differenza è qualcosa in più, una specie di regalo - di sé, del proprio tempo, della propria attenzione - che i due partner dovrebbero farsi reciprocamente e quotidianamente, per trasformare un matrimonio in un matrimonio felice.
Mi sembra una buona idea, a patto però (scusate la tignosaggine) che l’attitudine sia reciproca e qui mi sa che casca l’asino, ops, l’uomo italiano. Comunque non voglio essere la pessimista: se qualche lettrice vuole fare da cavia, saremo felici di pubblicare i risultati della sua personale sperimentazione...
Quanto al lavoro sono entusiasta (è ironico, se non si capisse) di annunciarvi che i ricercatori dell’università del Maryland hanno scoperto che chi lavora a lungo vive di più. Ora, a parte il sospetto che tra i finanziatori occulti di questa ricerca ci siano il presidente Monti e il ministro Fornero, ’sti americani hanno proprio scocciato.
Comunque, dopo aver tenuto sotto controllo per 6 anni più di 12 mila pensionabili, hanno scoperto che lavorare è un toccasana, soprattutto per le malattie cardiovascolari e per la depressione. E come non bastasse, un’altra indagine, questa volta fatta in Grecia su 16 mila persone, ha addirittura evidenziato che un incremento di 5 anni di lavoro corrisponde a una diminuzione del 10 per cento nel tasso di mortalità.
Ma anche qui, vista la situazione ellenica, il sospetto di brogli è altissimo....
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