Il complesso della dea Kali e il miraggio della parità
L’ultima cattiva notizia è arrivata: dopo decenni in cui battevamo gli uomini per longevità, adesso si scopre che abbiamo perso anche questo primato. La vita è davvero ingiusta...
P er anni ci siamo fregiate del titolo. Avevamo meno posti di lavoro, guadagnavamo meno, poche, pochissime avevano incarichi dirigenziali e le nostre rappresentanti politiche erano delle mosche bianche, però tutte le statistiche lo confermavano: le donne vivevano più a lungo e più sane.
Ma il vento sta cambiando e vedove allegre diventerà un modo di dire obsoleto. Le ultime ricerche di una serie di istituti che si occupano di salute annunciano infatti, con dovizia di dati, che i due sessi, quanto ad aspettative di vita, si stanno velocemente avvicinando e nel 2030 il pareggio sarà raggiunto.
Ora io dico, con tutte le “parità” di cui si discute da anni e non sto a rifare l’elenco perché sarebbe noioso, era proprio questo il traguardo da raggiungere per primo? Per favore, non fraintendetemi: il fatto che gli uomini vivano meglio e più a lungo, va benissimo e mi fa tanto piacere: ho un marito, due figli, molti amici, parecchi colleghi e anche un cane maschio.
Però, parità per parità, non sarebbe stato meglio correggere prima di tutto gli altri dislivelli a nostro svantaggio? Gli esperti, comunque, spiegano che questo risultato è il frutto di uno stile di vita più salutista da parte dei nostri compagni, che mangiano meglio, fanno più sport e hanno anche smesso di fumare. E, secondo voi, chi gli cucina ogni giorno quei bei piattini a base di verdure?
E chi li ha costretti a iscriversi in palestra e gli ha nascosto le sigarette, sopportando le loro isterie mentre cercavano di smettere? Non c’è davvero giustizia al mondo. E mentre loro, belli tranquilli, si avviano a battere il nostro primato degli 82,6 anni, noi continuiamo a rovinarci la vita con quello che vorrei ribattezzare il complesso della dea Kali: cercare di fare più cose possibile, meglio se contemporaneamente o comunque nel minor tempo possibile.
Perché l’obiettivo per ciascuna di noi, ogni giorno, è tenere insieme, come delle maghe, il lavoro e la famiglia, marito, figli, amici, hobby, un po’ di ginnastica (se no finisce che lui sui muscoli ha il guscio della tartaruga e noi tutto il resto...). E poi come rinunciare a un po’ di shopping per essere sempre up to date, un telegiornale per non sentirsi proprio fuori dal mondo, internet per essere sempre collegati, un’occhiata alla rivista preferita...?
Ma chi ha inventato la giornata di 24 ore? Sarà stato certamente un uomo, perché noi l’avremmo programmata sicuramente più lunga. Se poi aggiungete che le donne fumano tutte le sigarette che gli uomini non fumano più, ragazze comprese che, non si capisce perché, continuano a credere che l’emancipazione passi di lì, la vedo proprio brutta per il nostro futuro.
E il prossimo scienziato che dichiara che lo stress fa bene alla salute, proporrei di denunciarlo!
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