Gentile, perbene, mai troppo sexy... che nostalgia!
Si parla così tanto di donne, nel bene e nel male, che mi ero ripromessa di evitare. Almeno per un po’. Ma vi avevo anche detto che vi avrei raccontato che modelli femminili sarebbero usciti dalle sfilate...
E allora eccomi qui, per l’ennesima volta, a parlare di noi, di quello che siamo, di quello che vorremmo essere e di come ci dipingono. Gli stilisti, per esempio, per la primavera-estate del 2012, è bene che lo sappiate subito, ci vogliono femminili, ma molto, molto. Donne-donne con le gonne, come cantava il buon Vecchioni. Modello d’elezione gli Anni 50 e cioè signore con abitini stretti in vita (non contate su di me), gonna a ruota (ribadisco), tessuti stampati, borsa e scarpe coordinate. I pantaloni, che hanno segnato il nostro ingresso nella società degli uomini, praticamente sono spariti, quasi fossero vietati, qualche ardito al massimo li ha osati sotto il solito vestito. Insomma, le passerelle hanno decretato la voglia (il bisogno?) di una femminilità classica, gentile, perbene, mai aggressiva e neanche troppo sexy. Poi, certo, come sempre, c’è qualche eccezione, però il colpo d’occhio consegna una lady che sembra trascorrere il suo tempo tra un cocktail e un party, passando per un tè e un giro di shopping.
D’accordo la moda non è il mondo, però, l’ho già detto, spesso lo rappresenta e comunque della realtà, e del nostro tempo, coglie tic, tendenze e perfino qualche desiderio inconscio. Per esempio quello di una donna che tenga insieme il presente con il passato, la sua nuova autorevolezza con la dolcezza del tempo che fu. Quando si aveva meno, si desiderava tanto e si guardava con ottimismo al futuro (il che adesso sarebbe oggettivamente molto difficile). Ecco allora che ci pensa la moda a farci sognare, con un po’ di nostalgia, la Doris Day che è dentro ciascuna di noi, insieme a quel tempo felice (ma era felice davvero?) quando le donne non dovevano ogni giorno interrogarsi sui propri modelli di comportamento.
E soprattutto non c’erano maître à penser, di cui faremmo francamente a meno, come quella signorina di cui non ricordo il nome, e non voglio neanche fare lo sforzo di cercarlo, che commentando la vicenda Tarantini ha spiegato come sia giusto che una donna disponga liberamente del suo corpo (questo l’avevo già sentito dire) e ha aggiunto, con perfetta sintesi: «Se sei bella e ti vuoi vendere, devi poterlo fare, se sei racchia e fai schifo, devi stare a casa». Che raffinatezza, che eloquio, che profondità di pensiero... I giornali hanno ampiamente dibattuto le sue dichiarazioni e così, in un attimo, è assurta a rappresentante delle “giovani d’oggi”, rovinate dalla televisione e dal modello della velina... Ma è mai possibile che ogni volta che una sciocchina (e uso questo termine per non trascendere) dice appunto una sciocchezza debba partire il dibattito che drammatizza, enfatizza e fa diventare un sassolino una montagna? Perché invece non parliamo di cose serie, per esempio delle nostre amiche saudite che poverine stanno festeggiando (i blog sono impazziti, le femministe locali entusiaste), perché il loro re ha dichiarato che, tra quattro anni (!), potranno votare e perfino presentarsi alle elezioni.
Piccolo dettaglio: saranno accompagnate da un uomo perché loro non possono guidare... Ma non si può avere tutto, no?
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