L’attore siciliano Francesco Scianna è tornato single. «Ma porto dentro di me ogni donna a cui ho voluto bene», dice. E con Grazia parla di legàmi, fedeltà e tradimenti. Sono i temi al centro del film I milionari, che le nostre lettrici potranno vedere in anteprima
Arrivo all’appuntamento preparata. Conosco bene l’attore Francesco Scianna e mi aspetto l’ennesima trasformazione: recitare, per lui, è un gioco seduttivo che lo porta ad abbandonare volentieri la sua eleganza classica da divo d’altri tempi per look più aggressivi, a volte spiazzanti. A sorprendermi nella versione che oggi mi trovo davanti sono i capelli arruffati, la barba e i basettoni Anni 70 che l’attore sfoggia nella pièce teatrale di Harold Pinter Tradimenti, in tournée fino al 5 febbraio.
E anche nel film di Alessandro Piva, I milionari, atteso nelle sale l’11 febbraio dopo l’anteprima romana del 9, riservata alle lettrici di Grazia, Scianna compie l’ennesima metamorfosi: capelli ricci e guardaroba vistoso, diventa il carismatico gangster napoletano soprannominato Alendelòn (si tratta di un personaggio reale, diventato poi un collaboratore di giustizia), diviso fra le imprese criminose e la rispettabilità borghese incarnata dalla moglie Rosaria (l’attrice Valentina Lodovini). «Se non si cambia, che gusto c’è a recitare?», mi accoglie Francesco, mentre si concede volentieri ai selfie dei fan che l’hanno riconosciuto. Mi sembra in grande forma anche se è appena finita la sua storia, cominciata la primavera scorsa, con l’attrice Matilde Gioli. Peccato, i due formavano una bellissima coppia, un mix di glamour e talento. Da gentiluomo, l’attore siciliano non mi rivela i particolari della rottura anche se, mi spiegherà, è rimasto in ottimi rapporti con Matilde. «In questo momento è il lavoro ad assorbire le mie energie», dice. E come un fiume in piena mi racconta I milionari, il film in cui torna bandito dopo il ruolo di Francis Turatello in Vallanzasca-Gli angeli del male.
Molti grandi attori hanno interpretato un gangster: come si è preparato per non cadere nello stereotipo?
«Mi sono trasferito per due mesi a Napoli per raccogliere tutte le informazioni possibili e assimilare l’accento del luogo. Ma alla fine ho preferito puntare sulle mie intuizioni e, soprattutto, sui conflitti interiori del personaggio: Alendelòn è diventato un fuorilegge perché non aveva scelta».
Ma il pubblico non ne ha abbastanza delle storie di criminali?
«I milionari è un film diverso: più che sull’azione, punta sulla psicologia dei personaggi».
È soddisfatto di come sta costruendo la sua carriera?
«Molto. Dopo otto anni sono tornato in teatro, la palestra privilegiata di ogni attore. Avevo quasi dimenticato le emozioni che può darti il contatto con il pubblico. È la “droga” di chi fa il mio mestiere».
Nella commedia si sostiene che il tradimento, in un rapporto a due, è inevitabile. Condivide?
«Tutto è conoscenza e anche un’infedeltà può aiutare a scoprire qualcosa di sé e dell’altro. Lo ha spiegato anche il filosofo Umberto Galimberti: tradire significa sventare quella fusione totale che in una coppia sarebbe deleteria».
Un momento, Scianna, non la riconosco più. Ma non mi aveva detto di essere gelosissimo?
«Non sono ancora arrivato ad accettare serenamente le eventuali infedeltà di una compagna, ma confesso che è il mio obiettivo finale. L’amore con la “A” maiuscola è quello che vuole la felicità dell’altro. E se la felicità della mia donna significa sperimentare emozioni con un partner diverso da me, ben venga».
Allora glielo chiedo in modo ancora più diretto: come reagirebbe se scoprisse di avere le corna?
«Impazzirei dal dolore. Meglio non saperlo. Nessuno è un supereroe e la strada verso l’equilibrio e la consapevolezza è lunga e difficile».
Ma lei è un tipo fedele?
«Sì, ma in passato ho destato spesso sospetti e una volta sono stato anche picchiato da una fidanzata. Però ero innocente come un angelo, lo giuro».
Addirittura picchiato? Vuole raccontare?
«Lei mi accusava di averla tradita e non voleva sentire ragioni. Stavo girando un film e mi trovavo in albergo, erano le sei del mattino e la macchina della produzione mi aspettava per portarmi sul set. Cominciammo a litigare. Per la rabbia di non essere creduto fracassai con un pugno una parete di cartongesso. Le lascio immaginare che giornata».
È sempre single o ha già una nuova fidanzata?
«Sono solo e mi godo la mia casa, le vacanze in Sicilia con la famiglia, il rapporto con il mio nipotino Pietro di quattro anni».
Ha sofferto molto per la rottura con Matilde Gioli?
«Sì, ogni volta che un amore importante finisce sto male, è inevitabile. Ma conservo un grande affetto nei confronti di Matilde, me la porto ancora dentro. Una forma di amore non meno intensa della passione. È un modo per non disperdere il patrimonio di emozioni che abbiamo accumulato».
È rimasto in buoni rapporti anche con tutte le altre ex?
«Direi di sì. Quando ho avuto un amore profondo, il dialogo non si è mai rotto, nemmeno dopo la fine. Ed è una sensazione che mi aiuta a vivere meglio».
Come definirebbe questo momento della sua vita?
«Ho quasi paura a dirlo: sono sereno, forse felice. È come se tutte le esperienze avessero contribuito a creare la persona consapevole e proiettata verso il futuro che sono oggi. Ho fatto bene a non bruciare le tappe, mi sono preso i tempi giusti».
Pensa di essere molto cambiato rispetto a quando aveva 20 anni?
«Senza dubbio. Quand’ero un ragazzo avevo una percezione abbastanza ingenua della vita e della carriera. Volevo andare lento: pensi un po’, avevo paura della fama. Poi il destino ha deciso per me, mi ha fatto incontrare dei giganti come i registi Giuseppe Tornatore, Luca Ronconi, Marco Bellocchio che mi ha offerto il ruolo di un dj autolesionista nel suo film Fai bei sogni. E Morgan Freeman, con cui ho girato Ben Hur. Un vero regalo dal cielo».
Lei è un esempio di eleganza maschile: negli anni si è evoluto anche il suo rapporto con la moda?
«Il mio gusto si è raffinato grazie all’incontro con i grandi stilisti: Giorgio Armani, Valentino, Dolce & Gabbana. Mi hanno fatto capire che la moda è una forma di cultura».
Oggi come ama vestire?
«Adoro passare dal casual all’eleganza assoluta. E ho imparato a osare: recentemente a una festa ho indossato una camicia hawaiana sotto un completo color panna».
Che cosa la rilassa veramente e come cancella lo stress e l’ansia?
«Dipende dalla stagione, ma il luogo in cui ritrovo me stesso è il mare, forse perché le mie radici siciliane si fanno sentire. Ogni volta che posso vado su un’isola, di preferenza Lampedusa. Mi basta mettere i piedi nell’acqua per ricaricarmi e sentirmi proiettato in un altro mondo. Spengo la testa, insomma. E ritrovo la serenità, che nel mio mestiere è tutt’altro che scontata. Io credo di averla raggiunto dopo un lungo lavoro su me stesso».
E che cosa ha comportato questo “lavoro”?
«Ho ridimensionato l’ego: per un attore è importante, ma va anche contenuto, limitato. Altrimenti il rischio è sentirsi al centro di tutto».
Mi ha spesso parlato del suo desiderio di avere un figlio, emerso dopo aver interpretato il padre protagonista del film Baarìa. Continua a pensarci?
«Certo, ma un bambino si fa in due, non si programma a tavolino con se stessi. Deve nascere da una sintonia di coppia. Quando ci sarà, diventerò padre con naturalezza».
Mentre ci salutiamo gli dico che lo vedo bene con una nidiata di figli. Da vero siciliano, Francesco sarebbe un padre affettuoso e magnificamente all’antica. E questa è una forza da non sottovalutare.
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