Elisa: «Io ho l'energia della mia terra»
«Parlami come il vento tra gli alberi», dice Luce, la sua canzone-manifesto, quella che le fece vincere Sanremo esattamente 20 anni fa.
È un inno alla natura, anzi di più: dice che noi siamo la natura.
Coerentemente, Elisa Toffoli vive in campagna. Ha comprato della terra, in Friuli Venezia-Giulia, vicino a dove è nata. Dalla finestra, in una giornata limpida, si vedono le Alpi e da Nord arriva un vento freddo, che Elisa definisce “fotonico”.
Intorno alla sua casa ci sono un campo di patate, un orto e un frutteto: melograni e ciliegie, fichi e mele. C’è anche uno “skate-park” in legno, per fare skateboard, l’ultima passione della padrona di casa.
Da nove mesi sta cercando di imparare. «Non che mi aspetti di diventare una campionessa, però mi piace da morire».
Energia è il suo secondo nome, non a caso è una delle parole che usa più spesso, sia che parli di musica sia di qualunque altro argomento. E dunque, benedetta sia l’energia senza fine di Elisa che con due figli (Emma e Sebastian, 11 e 7 anni, il papà è il chitarrista e produttore musicale Andrea Rigonat) e una collezione di dischi di platino, ha ancora voglia di imparare cose nuove.
Si è tolta lo sfizio di farsi una palestra in casa per allenarsi e ballare, una cosa che Elisa adora anche se non le piace farlo in pubblico.
All’intervista partecipano per qualche minuto, come due star che appaiono in un cameo per un film, altri due membri della famiglia, la cagnolina Blackie e la gatta Ginger.
Chiedo a Elisa come convivano. Risponde: «Questa è la casa delle tante eccezioni e delle poche regole: qui vanno d’accordo anche cani e gatti».
A guardare gli alberi mi è venuta in mente una cosa che diceva l’attrice Anita Ekberg: “Vorrei essere un albero perché non invecchiano, rinascono di continuo”. Lei come vive gli anni che passano?
«In modo giocoso. Ho sempre avuto un rapporto molto intenso con il mio corpo, considero cantare una cosa molto fisica. Posso guardare indietro e rivedermi esattamente com’ero dieci, o 20, o anche 30 anni fa perché tengo diari da quando ero ragazzina. Ho bauli di quaderni e foto. Ho nell’armadio il primo frac di quando facevo le imitazioni di Liza Minnelli da piccola, alcuni abiti di scena, però non sono nostalgica. Mi piace avere un presente pienissimo e amo la tensione verso il futuro, amo tenere l’energia alta».
Non per riportarla al passato, ma continuo a pensare che quest’anno ricorre il ventennale della vittoria a Sanremo, l’inizio di tutto.
«Non solo. Rullo di tamburi! Lo sa che l’anno prossimo farò 25 anni di carriera? Roba da matti, è un quarto di secolo».
Com’era Elisa allora?
«Più sognatrice, testarda e ingenua di adesso. Ero una sorta di versione più pura di quello che sono oggi. Non mi chieda se ho rimpianti, perché non ne ho. Come potrei? Sono stata talmente immersa in quello che vivevo che non avrei potuto essere diversa da così».
Direbbe che la sua carriera è andata come voleva?
«Sono sincera: non del tutto. Speravo di ottenere maggiori risultati all’estero....
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Testo di Paola Giacobbi - Styling di Selin Bursalioglu - Foto di Federico De Angelis
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