Clooney, hai conquistato di nuovo i nostri cuori
La mia “storia” con lui era finita, chiusa. Lo guardavo nelle foto e sentivo che non c’era più niente. Neanche mi piaceva più. Poi sono andata a vedere Paradiso amaro e ci sono ricascata.
La mia infatuazione per George Clooney (la chiamo così, senza esagerare i toni, per rispetto nei confronti di mio marito che all’epoca si innervosiva molto quando parlavo del mio “fidanzato” hollywoodiano) è durata parecchi anni e tutti quelli che mi conoscono ne erano al corrente.
Poi quando lui si è messo ufficialmente con Elisabetta Canalis (con me, come avrete capito, il rapporto era ufficioso e soprattutto unilaterale...), ho deciso che era arrivato il momento di mollare il colpo. Quindi sono andata serena a vedere il suo ultimo film, perché avevo letto molte recensioni e tutte parlavano di un Clooney invecchiato, imbolsito, addirittura etichettato come l’anti sex symbol.
Che pericolo potevo correre? Ingenua, non avevo fatto i conti con la sindrome della crocerossina che tutte noi ci portiamo dentro fin dalla nascita. E soprattutto con il fascino che può avere la star quando scende dal suo empireo e si trasforma (potenza del mestiere di attore) in un uomo normale, “vero”, con i capelli grigi, la barba lunga, l’aria dimessa, la faccia segnata dal tempo e dalla vita.
Che ci colpisce dritto al cuore. La storia si svolge alla Hawaii, ma scordatevi cieli azzurri e orde di turisti: Matt King/George Clooney è un marito e padre distratto - non per cattiveria, più per abitudine, per genetica, per troppo lavoro, come la stragrande maggioranza degli uomini di tutto il mondo - con la moglie in coma per un incidente in motoscafo e due figlie di 11 e 17 anni che non sa come gestire.
Lo vediamo in ospedale dove parla con la moglie attaccata alle macchine e le spiega che finalmente ha capito, quando si sveglierà tutto sarà diverso, lui sarà un altro uomo, più presente, più attento ai sentimenti, come lei gli ha sempre chiesto...
Ma possibile che, quale che sia la latitudine e la situazione, i discorsi tra i maschi e le femmine sono sempre gli stessi? E soprattutto perché gli uomini per capire come funzionano i rapporti hanno bisogno di martellate in testa?
Sul nostro povero protagonista, però, il martello del fato infierisce perché non solo i medici gli comunicano che stanno per staccare la spina a sua moglie, ma la figlia gli spiega le ragioni dell’ultimo feroce litigio con la mamma: aveva scoperto che lei lo tradiva con un altro uomo. Matt/George prima tenta di difendere l’ultima parvenza di normalità della sua vita, nega l’evidenza, ma quando capisce che è tutto vero, corre fuori casa.
E quella corsa mi ha fatto definitivamente crollare, perché lui è di una tenerezza struggente mentre ciabatta con le infradito ai piedi e l’ennesima, improbabile, camicia hawaiana. Un uomo di mezza età disperato e non atletico. Irresistibile.
Poi ho letto che in un’intervista ha dichiarato di avere problemi con farmaci e alcol. George, okay il fascino dello sconfitto, ma senza esagerare...
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