La prima volta che sono usciti a cena, lui le ha detto di volerla sposare. E, dopo qualche mese, ha mantenuto la promessa.
Da cinque anni la modella e influencer Alice Campello, 26 anni, e l’attaccante della Juventus Álvaro Morata, 28, sono considerati un esempio tra le coppie del calcio e non. Amati al punto da essere seguiti da 15 milioni di follower di ogni nazionalità (quasi 13 lui, poco più di 2 lei).
Da quando stanno insieme hanno cambiato molte città: lui ha giocato in Spagna per il Real Madrid, per il Chelsea a Londra, per l’Atlético Madrid, e dallo scorso anno è alla Juventus. Torino ha accolto la famiglia Morata al completo, con i gemelli Leonardo e Alessandro, nati nel 2018, e poi Edoardo, arrivato nel settembre scorso.
Incontriamo Alice e Álvaro per questo servizio fotografico di coppia, una rarità che i Morata hanno concesso solo a Grazia.
Sul set, la loro complicità si nota in tutto, dalle videochiamate con la tata per sapere come stanno i figli, alla scelta degli abiti da indossare: lui chiede sempre un consiglio ad Alice e lei non sceglie mai vestiti troppo sexy.
La sintonia è totale e quasi soprendente, se consideriamo che la coppia è cresciuta a distanza di 1.400 chilometri: lui a Madrid e lei a Mestre.
«I valori che ci uniscono sono quelli della famiglia, del rispetto per gli altri e dell’educazione. Ho sentito fin da subito questo legame con Alice», spiega Álvaro. «Non dimenticherò mai il primo incontro con i miei suoceri. Li volevo conoscere da tempo, ma avevo sempre troppi impegni con la squadra. Così, un giorno, ho deciso di andare a Venezia in giornata e ne è valsa la pena».
Per Álvaro la famiglia è tutto: ha cominciato a giocare a calcio a 3 anni e da adolescente era già una promessa dell’Atlético Madrid. Da allora ha seguito il suo sogno, ma sempre accompagnato dai genitori, Alfonso e Susana, che lo hanno seguito in tutte le città in cui è andato. Anche Alice è legatissima ai suoi, Andrea e Maria, che spesso li aiutano con i bambini.
Dai tifosi spagnoli Morata è stato soprannominato “El Ariete”, l’ariete, per i suoi tiri di testa e la sua determinazione in campo. È così anche nella vita di tutti i giorni?
Alice Campello: «Álvaro ha fatto tante cose speciali per me. Ma la più speciale è che, sin dalla prima settimana dal nostro incontro, mi ripeteva che sarei diventata sua moglie. E aveva ragione».
L’anno passato non è stato facile per nessuno, a causa della pandemia. Non lo è stato neanche per un calciatore della Juventus. Aver perso lo scudetto dopo tanti anni di trionfi ed essere stati eliminati agli ottavi di finale di Champions League deve essere stata una doppia delusione.
ÁLVARO Morata: «È stata una delle esperienze più brutte della mia vita. Ancora oggi mi fa male quando sento parlare della Germania o vedo le partite del Barcellona. La Champions era un sogno, non solo mio, ma di tutta la Juventus. Ad alzare quella coppa c’eravamo andati veramente vicini. Io continuo a pensare che questo sogno si avvererà: spero con il cuore di riuscire a portare a casa il trofeo, perché la squadra se lo merita e se lo meritano anche tutti i suoi tifosi».
Alice, come si vivono in famiglia i momenti più difficili?
Alice: «Il problema con il calcio è che i tifosi sono tanti, ma sono pochi a capire davvero com’è la vita reale dei giocatori: tutti pensano che siano felici perché guadagnano tanti soldi, ma non è così. Sei sempre sotto pressione e non stacchi mai la spina. Se una partita va male, il tuo lavoro non finisce quando esci dal campo: tutte le persone che incontrerai saranno lì a ricordarti che è andata come non doveva. Se Álvaro non fa gol, se la prendono persino con me, e mi mandano messaggi su Instagram».
ÁLVARO: «È dura. Ma la forza che mi danno mia moglie e i miei bambini è l’incoraggiamento più grande. In passato è capitato che dopo un infortunio (mentre giocava al Chelsea, ndr) avessi l’umore a terra. Avrei voluto giocare in una squadra meno importante, per non sentire la pressione e tornare a essere felice. Se non l’ho fatto, lo devo alla determinazione di mia moglie e alla forza d’animo che mi hanno dato i nostri figli».
Quanto spazio ha il calcio nella vostra vita?
ÁLVARO: «Chi non vive la carriera di un giocatore professionista, non può sapere quanti sacrifici imponga questo sport, sin dall’infanzia. Ti assorbe completamente, non lascia il tempo per fare altro».
Alice: «Lo sport ci ha anche fatto girare il mondo, vivere in molti Paesi e in case diverse, ci ha fatto conoscere persone meravigliose. La parte negativa è che quando ci adattavamo a una città, l’anno dopo dovevamo lasciarla e ripartire daccapo. Ma Álvaro ama profondamente questo sport e anch’io oggi mi sento una vera appassionata, questo alla fine ci basta per superare tutto».
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Foto di Simone Falcetta - styling di Tamara Gianolo
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