Abbiamo incontrato Stephanie Glitter per la nostra serie #onmyvanitytable per farci raccontare il suo punto di vista sull'immagine, la moda e la bellezza
Stephanie Glitter è una creatura travolgente, sempre in fermento, sempre in movimento. Pensa cento cose contemporaneamente, è piena di vita, voglia di esserci e sa quello che non vuole. Non le piacciono le etichette, le definizioni fini a se stesse, si diverte a sparigliarti le carte in tavola ma non bleffa mai. L’abbiamo incontrata per la nostra serie #onmyvanitytable e ne è scaturita una chiacchierata (e una sessione fotografica) effervescente sulla costruzione di una persona, non di un personaggio.
Da dove arriva il tuo amore per la moda e per il make up?
Ma sai che è un po’ un mistero anche per me perché mia mamma è molto pratica? Le piacciono le cose belle ma comode. Adoravo però il reality Paris Hilton BFF dove facevano il make over alle concorrenti e si trasformavano in perfette mean girl di Beverly Hills e amavo anche American Next Top Model. Anche lì avvenivano trasformazioni che cambiavano totalmente l’aspetto delle persone. A 15, 16 anni poi ho cominciato a uscire con le amiche e casa mia diventava un salone beauty. Tutte a prepararsi: le truccavo, sceglievo i colori dei loro look e consigliavo lo styling dei capelli. Un soldato della bellezza. Pensa che invece non ho mai, mai tagliato i capelli a mia madre. Ho un sacco di trucchi e vorrei regalarglieli ma lei niente, non le servono. Ha le sue cose e quelle vuole. Mamma guarda questo rossetto rosso che bello, te lo regalo! No troppo rosso, mi dice.
Tutte e due invece siamo fissate con l’ordine e la casa e amiamo i massaggi. Quando viene a Milano, troviamo sempre il tempo di passare qualche ora alla spa. Adesso che ci penso la mia passione per la moda e il beauty nascono dalla cura per se stessi che mi ha trasmesso sin da bambino.
Quest’anno ho fatto la mia prima fashion week parigina ed è stato totalizzante e divertente. Invece di viverla da addetta ai lavori l’ho vissuta da principessa. Un favoloso hotel in centro, ho scattato per Vogue Japan e sorseggiato Cosmopolitan con Marc Jacobs e Miss Fame. Sono esperienze che si aprono e si chiudono, le vivo come a sé stanti e ripenso a quando avevo 17 anni e facevo la piega alle signore in salone. Mi vedo da fuori e quasi non ci credo. Io che ho amato e amo la moda senza riserve la sto vivendo in prima persona.
Come percepisci la tua immagine e come la vivi su Instagram?
Per me sono cose separate. Stephanie sono io ma non lo sono 24 ore su 24. Lei è una parte di me molto importante, ma non tutto. Col tempo mi sono accorta anche che ho idealizzato l’immagine di Stephanie al punto che faccio fatica ad affidarmi agli altri quando tocca a me mettermi in gioco. Se ci pensi è strano, come make up artist e hair stylist lavoro costruendo le immagini di altre persone, so bene cosa c’è dietro.
Forse ti fa un po’ paura uscire dalla comfort zone?
Un po’ sì ma è anche vero che c’è stata un’evoluzione. Sono arrivata a Milano 5 anni fa e se guardo le foto di allora avevo un’immagine diversa. Portavo sopracciglia alla Kim Kardashian, adesso non le farei più. Anche i look erano diversi, indossavo un sacco di body e mi strizzavo la vita con delle cinture. Però se ci penso bene, amo i cambiamenti. Mi piace stare proprio nel momento di cambiamento, voglio viverlo fino in fondo. In genere le persone sono destabilizzate a me invece succede il contrario, se le situazioni ristagnano so già che qualcosa sta succedendo.
La consapevolezza di sé è essenziale nell’usare i social media: cosa ti aspetti dalle persone che ti seguono e quali tipo di messaggi ricevi?
Mi fa piacere essere un punto di rifermento per così tanta gente, strappare un sorriso con la mia quotidianità. Spesso mi arrivano messaggi di persone che vorrebbero prendere la propria vita in mano e lanciarsi come ho fatto io accogliendo Stephanie. Quando ho portato Stephanie nel mondo l’ho fatto senza pensarci troppo, è stato dopo che mi sono resa consapevole o che lei ha reso più consapevole me. Quando ricevo anche un solo commento negativo a volte ci resto male nonostante ce ne siano altri 50 positivi, cerco però di cogliere il giudizio e valutarne l’intenzione. Sono disposta a migliorarmi ma non prendere “fango gratuito”, se proprio, una critica la voglio sentire dai miei amici e da chi mi vuole bene perché sto sbagliando qualcosa. Il commento che mi fa più ridere è “Perché ti trucchi così tanto?” che fa emergere più di un pregiudizio che non è nemmeno verso un gender specifico, ma proprio di merito. Il mio profilo parla proprio di questo, di cambiamento, di gioco attraverso il trucco per il mondo del beauty.
Come vivi la parte di personaggio pubblico?
Sai che giusto tempo fa alcune ragazze da Bari sono venute a trovarmi apposta al Plastic? Mi ha fatto piacere da morire e al tempo stesso mi ha fatto interrogare su cosa spinga le persone a farsi tutti quei chilometri per vedermi. Alle volte rimango sorpresa per la confidenza con cui mi parlano, come se ci conoscessimo da una vita. Spesso mi domando se avere una dimensione pubblica così esposta sia un bene o un male. Per tutta una serie di motivi. Chissà.
L’arte del drag in Italia rimane sempre un po’ relegata agli stereotipi ma qualcosa sta cambiando, Ru Paul ha fatto un lavoro enorme su questo con il suo reality.
Dal momento in cui ci sono nato con questa ambiguità ho deciso di farla diventare un punto a mio favore. Tornando ai miei primi tempi a Milano ricordo che andavamo a ballare io e la mia amica Vanille in bicicletta tutte acchittate e decise. Lei pedalava mentre io tenevo le pochette seduta sul portapacchi e mi diceva: "Ricordati sempre che l’attitudine è tutto, devi crederci fino in fondo, non puoi essere indecisa o sei non sei". Un po’ come sostiene Anna Dello Russo quando dice: "La moda è un viaggio e se immagini di viaggiare non puoi avere come meta Brescia" (con tutto il rispetto). Parti e vai ovunque, tocca gli estremi. Anzi ti dirò che se dovessi definirmi con un aggettivo quello giusto è proprio estrema. Come ho fatto e faccio con tutte le esperienze della mia vita. Provo fino in fondo poi magari dico mai più ma lo faccio così so di cosa sto parlando. Gustare le cose nella loro totalità è il mio modo di intendere la vita. Per me “Drag” poi non è una moda ma è sempre stato il mio stile di vita. “Trascinare” le persone, “influenzarle” - come si direbbe oggi di qualcuno con un forte carisma social - è da sempre una prerogativa.
Sei sempre in fermento creativo.
Sì mi sono appena messa gioco con il progetto #24bagni durante la Design Week perché avevo voglia di sperimentare con un mio amico fotografo, Luca Spreafico, ed è stato bello trovare un punto di contatto tra la mia visione e la sua. Una mostra fotografica dedicata al mio mondo, l’arte, il design e tantissimi vestiti. Sono sempre a diecimila e devo trovare il mio balance. Per esempio a casa ho i contenitori con i nomi delle spezie e scatole etichettate per dividere collane da bracciali. Tutto deve essere in ordine per equilibrare il caos creativo che ho in mente. Alle volte penso a come arrivo alla gente ma soprattutto coi miei amici e mi rendo conto che devo “star serena”. Quasi che non mi sopporto da sola. Ho bisogno di staccarmi dalle situazioni e guardarmi dall’alto per vederle nella loro complessità e non solo nel presente. Ho fatto quattro mesi da novembre 2017 dove ho lavorato e realizzato cose una dietro l’altra senza fermarmi. Mi sono presa una pausa per una vacanza con i miei amici (che sono la mia seconda famiglia) e siamo partiti per lo Sri Lanka. Mucche in spiaggia, piccole realtà tradizionaliste, ambiente chiuso. Fai conto che l’omosessualità laggiù non è nemmeno contemplata e siamo arrivati noi a pizzicare tutte le loro certezze. A Capodanno abbiamo festeggiato tutti insieme con i piedi nella sabbia. Quante risate! Mi è servito moltissimo entrare in contatto con una realtà così diversa da quella che vivo ora. Milano mi ha accolto a braccia aperte ma è anche parecchio impegnativa.
Tu sei scappata dalla provincia?
La scelta di prendere e andare via da Pordenone è stata una forte decisione ma non sono scappata. Non sono una persona che scappa dalle situazioni, anzi ci vado a fondo, le vivo e poi passo al capitolo successivo. Sono così in tutto: vita, lavoro, amore. Sviscero, cerco di dire le cose come stanno. Analizziamo tutto e poi decidiamo che fare. Non tengo cose al caldo e non sono diplomatica, scelgo sempre una posizione.
Pordenone ha rappresentato l’inizio di un percorso che ovviamente non poteva essere una realtà a lungo termine. Ho conosciuto le ragazze che poi sono diventate le amiche di una vita. Nonostante gli anni passino rimaniamo sempre “quelle del bianco & rosso” il bar del centro dove ci trovavamo tutti i giorni dopo le lezioni. Un meraviglioso gruppo ormai sparso per il mondo. Io ripeto, sono stata fortunata, grazie anche a loro per aver avermi supportato sin dal principio. Mi rendo conto che però non tutti hanno questo tipo di relazioni con cui condividere la propria vita. Ecco quello che mi piace di Instagram, della mia community: il fatto di portare uno spaccato di realtà diverso e condividerlo con estrema spontaneità.
Special thanks to: Sara Moschini, Laura Castellanza, Simona Rottondi
Hair: Chiara Bussei per Close Up Milano
Styling: Francesca Crippa
Per gli abiti si ringrazia: Fausto Puglisi, Philosophy by Lorenzo Serafini
Gioielli: Gogo Philip
Accessori: Scarpe Prada e Margiela x H&M collezione privata, cintura Fausto Puglisi
Location: La Casina di Lucia
#onmyvanitytable series created by Daniela Losini