Un pomeriggio di pioggia illuminato dalle parole e dalla musica di Giorgieness. Scopritela con noi nell'esclusivo servizio moda.
La musica per Giorgia, voce e mente dei Giorgieness, è una necessità: qualcosa che, da sempre, sente il bisogno di comunicare ed esternare.
I pezzi nati nei sette anni di percorso, fatto di due dischi e innumerevoli date live, rappresentano la sua crescita, da adolescente inquieta a donna che cerca di riflettere sui suoi passi. Nuove Regole è il titolo del suo ultimo EP, ma anche l’esigenza che la musicista ora sente di dover seguire, quella di riuscire finalmente a stare bene con se stessa.
In attesa di ascoltare il nuovo disco a cui sta lavorando, abbiamo passato insieme a lei un pomeriggio, fatto di scatti e parole.
Talented Youth: Giorgieness
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Chi è Giorgieness?
È il mio alter ego che mi segue da ormai tanti anni e che sta passando con me tutte le fasi della vita. Ho iniziato da sola poi si sono unite anche altre persone. È un po’ come fosse un treno e io ne sono alla guida.
Quali parti di te sveli con le canzoni che scrivi?
Tutto. Scrivo perché, in primo luogo, serve a me stessa: è come un’urgenza che ho sempre avvertito, quella di capirmi. Spero che questa sensazione rimanga per sempre.
Quali sono quelle regole comunemente accettate che senti di non voler seguire nella vita?
Il lavoro ad esempio: fare la musicista ti porta ad avere orari strani, ritmi diversi da quelli di altri. Con il tempo ho imparato a non sentire l’esigenza di doverne rendere conto a nessuno.

L’EP si apre con Questa Città. Me ne parli?
È nata quando ho lasciato Milano, un anno fa: avevo bisogno di tirare le somme in un momento delicato della mia vita. L’interlocutore dei miei pezzi è, spesso, un’unica persona, quella con cui tempo fa ho avuto una storia, ormai finita: eravamo su due mondi diversi e ci siamo incontrati in un momento sbagliato.
In che modo questo EP è diverso dagli altri?
Sono cresciuta e si sente. Con il tempo sto lasciando andare quella rabbia che mi spingeva all’inizio a suonare la chitarra. È stato rivelatorio l’ultimo disco di St. Vincent, MASSEDUCTION: nei suoi pezzi lei possiede lo strumento riuscendo a essere pop ma, allo stesso tempo, anche fuori dal genere. Un po’ come anche Lana Del Rey.
Verso quali direzioni sonore andrai in futuro?
Dark pop è una definizione che mi piace molto.
C’è un sogno che vorresti realizzare a livello musicale?
Con il prossimo disco vorrei organizzare un bel tour. Sogno di riuscire a essere me stessa e arrivare, allo stesso tempo, a tanti, con un linguaggio che non mi snaturi e che sia accessibile. È una cosa che ho scoperto di saper fare da quando ho iniziato a collaborare con Sony in veste di autrice.
Per chi ti piacerebbe scrivere?
Sarebbe bello scrivere un pezzo per Dua Lipa, ma anche per Laura Pausini: sono andata a vedere un suo concerto e, ti dirò, sarebbe divertente. Mi interesserebbero anche artiste come Roshelle e Annalisa.
Guardando le tue foto, è evidente che ti piaccia cambiare spesso colore di capelli. Puro divertimento o c’è dietro un motivo più profondo?
Riflette la mia anima irrequieta. Tingo i capelli da quando ho 13 anni, per me non è una novità. Cambiare colore è un po’ come indossare un rossetto: dipende da come mi sveglio la mattina.

È così anche per quanto riguarda i vestiti?
Assolutamente sì. Posso svegliarmi e sentirmi Audrey di Twin Peaks e vestirmi come lei, oppure sentirmi Alice Glass e andare sul punk.
Sia per quello che indossi che per come ti muovi sul palco, ricordi certe icone musicali degli anni ’90. È qualcosa che fai di proposito?
Gli anni ’90 li ho vissuti di riflesso dai miei fratellastri: lei era super grunge, lui mi faceva ascoltare i Nirvana. Diciamo che li ho sempre avuti dentro. Per quanto riguarda l’attitudine da palco per me Gwen Stefani è stata una grande ispirazione: femminile, ma anche un po’ maschiaccio.
Qual è il significato di bellezza secondo te?
La bellezza è quando riesci a fare vedere agli altri quello che hai dentro, anche sapendo valorizzare ciò che hai fuori.
Cosa hai imparato nel 2018?
Che posso stare bene da sola, con me stessa.
Cosa prevedi, invece, per il 2019?
Molto lavoro, poco sonno e tanti, tanti treni.

Fotografo Valentin Hennequin
Stylist Francesca Crippa
MUA Elena Gaggero
Words Sabrina Patilli
Assistant/editor Giulia Pivetta
Sitting editor Sara Moschini
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