Cosa significa LGBTQIA+ e come nasce il movimento culturale
L’acronimo LGBTQIA+ raggruppa persone che si definiscono Lesbiche, Gay, Bisessuali, Transgender, Queer, Intersessuali, Asessuali e il + indica tutto il ventaglio di sotto insiemi di queste macro
L’acronimo LGBTQIA+ raggruppa persone che si definiscono Lesbiche, Gay, Bisessuali, Transgender, Queer, Intersessuali, Asessuali e il + indica tutto il ventaglio di sotto insiemi di queste macro.
Abbiamo recepito cosa significa linguaggio inclusivo e come identità di genere, sesso e orientamento sessuale siano tre concetti distinti tra loro.
In questo processo di auto-determinazione delle persone gioca un ruolo fondamentale la rappresentazione e più il ventaglio di rappresentazione è esteso e più il processo di identificazione risulterà facilitato e accogliente. Aggiungiamo anche che nel processo di inclusione vanno incluse, appunto, anche tutte le persone che rifiutano qualsiasi etichetta.
I primi movimenti LGBT risalgono alla fine del 1800 e sono passati attraverso varie fasi radicandosi nell’età moderna con la rivoluzione culturale del 1968 fino alla branchia più versatile dei giorni nostri, l'intersezionalità che collega le istanze dei movimenti femministi, anti razzisti e anti-discriminatori e di tutte le categorie marginalizzate.
Familiarizziamo col glossario tematico LGBTQIA+ e cosa significa ogni termine partendo dalle basi:
Eterosessuale: orientamento sessuale che prevede attrazione per il sesso diverso dal proprio ad esempio donne attratte da uomini e viceversa.
Omosessuale: orientamento sessuale che indica l’attrazione tra persone del medesimo sesso.
Lesbiche: persone di sesso femminile che si identificano nel genere femminile il cui orientamento sessuale è verso persone dello stesso sesso.
Gay: persone di sesso maschile che si riconoscono nel genere maschile il cui orientamento sessuale è verso persone dello stesso sesso.
Bisessuali: orientamento sessuale che indica l’attrazione verso entrambi i sessi.
Transgender: sono coloro che dato il loro sesso biologico si riconoscono nel genere diverso da quello originale così come ci sono persone che non hanno deciso il proprio genere né tra il maschile né tra il femminile. Per venire incontro a queste persone alcuni paesi hanno introdotto diverse varianti del cosiddetto “terzo genere”. Di qualche giorno fa la notizia che la Società di autotrasporto pubblico di Ravenna ha accolto la richiesta di usare il nome di elezione scelto dalle persone transgender prima che avvenga col cambio ufficiale dei documenti in caso di transizione.
Queer: cominciamo col prendere confidenza anche col concetto di riappropriazione del significato delle parole. Queer nel mondo anglofono ha avuto (ora non più) una valenza negativa. Oggi si usa per indicare persone che si riconoscono nel movimento culturale LGBTQIA+ ma che non vogliono uniformarsi pur avendo punti di intersezione con entrambi i generi.
Intersessuali: si tratta di persone che hanno caratteri maschili e femminili non in modo esclusivo e si tratta di un termine cosiddetto ombrello dato che può abbracciare il corredo genetico, biologico e fisico.
Asessuali: persone che non provano attrazione puramente sessuale. La rubricazione a orientamento sessuale è in fase di elaborazione.
+: tutti i termini che abbracciano i sotto insiemi degli orientamenti sessuali principali come la demisessualità (persone che provano trasporto sessuale solo se emotivamente coinvolte) pansessualità (la persona è attratta da individui indipendentemente dal genere e dal sesso) sapiosessualità (ci si sente attratte dall’intelligenza delle persone) e solo per citarne alcuni perché, come più volte ribadito, la sessualità umana è uno spettro.
Nel prossimo articolo affronteremo il tema dei ruoli di genere e degli stereotipi di genere.
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