Andrea Colacicco lo conosciamo sui social come Blackelephant, classe 1991 è emiliano ed è un artista digitale. Lavora con i video, estrapolando quei frame che più catturano la sua attenzione. Freelance di base a Milano, collabora con agenzie creative e brand di moda. Ecco cosa ci ha raccontato.
Blackelephant
...
Ci racconti chi sei e cosa fai nella vita?
Sono cresciuto nel mondo del graphic design all’Accademia di Belle Arti di Bologna per poi approfondire l’ambito dell’animazione a Bristol (UK). Mi definirei poliedrico perché amo esplorare diverse tecniche utilizzando linguaggi differenti: grafica, fotografia, video, animazioni 2D e 3D, performance, installazioni e videomapping, filtri & virtual reality. Ho scelto questo lavoro per non annoiarmi mai!
Dopo i social di parole (Facebook), foto (Instagram), video (TikTok) e ora anche voce (Clubhouse), quale sarà il prossimo social secondo te?
Il prossimo social sarà quello che proverà a ridarci le nostre vite indietro, ricreando interazioni sempre più autentiche attraverso spazi virtuali immersivi, rendendo i nostri sensi sempre più coinvolti, sempre più assuefatti.
Abbiamo visto negli ultimi anni proteste prendere voce e potere grazie ai social: sarà sempre di più cosi? I social possono avere davvero un ruolo nel definire la storia?
I social fanno già parte della nostra storia e stanno condizionando le nostre vite. Ormai ogni nostro aspetto della quotidianità viene filtrata attraverso un dispositivo elettronico e con questi nuovi mezzi chiunque può diventare un vero e proprio mass media in grado di influenzare con la sua comunicazione chi gli sta attorno.
I social hanno, in molti casi, contribuito a modificare la percezione della nostra immagine, a volte in positivo (la body positivity e la sua diffusione), altre in negativo (l'ambire a stereotipi finti o comunque "filtrati"). Tu che ne pensi?
Tutto vero. Tutto fin troppo triste. Sia che l'effetto sia positivo o negativo, abbiamo deciso di affidare totalmente la percezione di noi stessi a uno schermo.
Quali step dovrebbe fare il sistema moda italiano per essere davvero inclusivo oggi?
Credo che sia un vero problema perché come dice la parola stessa resterà sempre e comunque una "moda" portando a fare delle scelte basate sulla comunicazione e su un target specifico da "colpire". Forse prima dovrebbe esserci una vera sensibilizzazione sull’accettazione del prossimo che metta tutti gli esseri umani sullo stesso livello. Ma la mia domanda è: la moda è in grado di farlo?
La moda negli ultimi anni è stata letteralmente travolta e pervasa dai social: l'hanno resa di sicuro più aperta e democratica. Come te la immagini nel futuro?
© Riproduzione riservata