Era l’idolo delle ragazzine. Ora Zac Efron cerca una donna con cui condividere l’avventura della vita. Nel frattempo torna al cinema con tre film e rivela il suo ultimo sogno: diventare una rock star
La notizia è che l’attore Zac Efron ha una tartaruga di addominali da urlo. L’ho visto in azione e senza maglietta sul set di Baywatch, la celebre serie tv degli Anni 90 che ha reso famosa “la bagnina” Pamela Anderson. Il regista Seth Gordon sta lavorando al remake che arriverà al cinema tra un anno, protagonisti insieme con Zac, Dwayne Johnson e Alexandra Daddario. Dieci anni dopo lo strepitoso successo di High School Musical, il 28enne diventato famoso con il ruolo del ballerino Troy Bolton mostra un volto inedito: molto fisicato.
Lo incontro al London Hotel di West Hollywood. Arriva all’appuntamento vestito casual, ma molto curato. È appena tornato da Savannah, Georgia, uno dei due set di lavorazione. L’altro è sull’Isola Tybee, sempre in Georgia. Nel remake, Zac è uno dei bagnini, ma ha anche due film in uscita: Cattivi vicini 2 (nelle sale il 30 giugno), di Nicholas Stoller, con Chloë Moretz, Selena Gomez, Kiersey Clemons, e Mike & Dave. Un matrimonio da sballo (nelle sale il 1° settembre), la storia vera di due fratelli mattacchioni che vengono obbligati dai genitori a portare solo ragazze serie al matrimonio della sorella alle Hawaii. I veri Mike e Dave le trovarono cercando su Craigslist, un sito che ospita annunci dedicati a lavoro, eventi, acquisti, incontri. Potete immaginare come iniziarono le avventure che ora sono in un film per il quale chi scrive ha firmato un embargo fino all’8 luglio, uscita del film in America.
Cominciamo da Baywatch. Confessi, ha mai avuto una cotta per Pamela Anderson?
«Tutti avevamo una cotta per lei e io non ero diverso dagli altri, ma non ho che ricordi vaghissimi dell’originale. La prima serie è del 1989, avevo 12 anni, i miei genitori lo guardavano a tarda notte. So che il conduttore Howard Stern ne ha poi fatto una parodia, la sitcom Son of the Beach, andata in onda tra il 2000 e il 2002. Ricordo benissimo, invece, che una sera stavo guardando la tv con un amico, a casa sua, eravamo annoiati e siamo finiti su quello che sembrava un canale di surf, si vedevano le onde, l’oceano, ragazzi sulle barriere coralline, impegnati in salvataggi di gente che stava per affogare. Erano scene bellissime. Uno spettacolo fantastico. Abbiamo aspettato i titoli di coda e scoperto che era Baywatch. Ma solo quando ho firmato per il film ho cominciato a scaricare la serie, gli episodi più popolari. Ed effettivamente ho capito perché abbia avuto così tanto successo: c’entra anche il filo sexy che non ha mai abbandonato il telefilm in tutte le stagioni. Si parla di bagnini, che sono un po’ come i vigili del fuoco del mare».
Ora arriva al cinema con il sequel della irriverente commedia di successo del 2014, Cattivi vicini. È il ritorno di Teddy, un personaggio molto amato dal pubblico.
«Teddy è cresciuto. In questo nuovo film, il college è finito, e Teddy è completamente perso. Al giorno d’oggi e alla sua età, non riesce a trovare persone con cui avere un reale rapporto. Ha difficoltà a trovare dei compagni, così quando le ragazze gli chiedono un aiuto, lui glielo dà e così trova l’amore».
È un personaggio molto complesso?
«Sì, è quello che mi è piaciuto. È capace di raccontare i suoi punti deboli, le sue difficoltà in maniera divertente. In questo film è feroce, sensibile, a volte davvero brillante, altre straordinariamente stupido. Cambiare registro è divertente. Sarà anche per questo che Teddy sta diventando piano piano il mio personaggio preferito».
Le piace interpretare parti brillanti?
«Sì, anche se non vedo l’ora di tornare a recitare un ruolo drammatico. È quello che preferisco».
C’è qualcosa all’orizzonte?
«Le sto raccontando quello che mi piacerebbe, quello a cui aspiro. Ho abbandonato i primi ruoli, quelli impegnati. Mi mancano come mi mancano i miei genitori. Vorrei trovare un progetto, un film drammatico del livello di Ex_Machina (del 2015 scritto e diretto da Alex Garland, ndr), davvero fantastico, premio Oscar ai migliori effetti speciali davvero meritato. Ma non pensate che sia un ingrato: sono consapevole che girare tre o quattro commedie all’anno è un vero colpo di fortuna. E un gran bel divertimento».
In Baywatch ma anche in questi ultimi film lei mostra spesso il suo fisico. Si sente un uomo-oggetto?
«In Baywatch ci sono scene in cui devo per forza mostrarmi in costume, il mio personaggio è un bagnino, non posso certo recitare in smoking. In ogni caso ho cominciato a lavorare sul mio fisico ben prima che mi ingaggiassero per questo ruolo. L’ho fatto per un discorso di salute. Ma anche per essere in grado di fare quello che voglio fuori e dentro il set. Io voglio celebrare la mia gioventù. Voglio arrampicarmi, nuotare, praticare surf, essere atletico».
È frutto di un duro lavoro?
«Ci vuole molta autodisciplina. Non mangiare carboidrati è terribile. Farlo mentre sei sul set, mette a dura prova le tue prestazioni, il cervello ha bisogno di energia. Mi piacerebbe poter fare tutte le riprese a torso nudo nelle prime settimane, poi proseguire con quelle in camicia. Sylvester Stallone lo fa, ma non sono grande come lui».
Mi permetta di farle i miei complimenti. Non deve essere facile conquistarsi un fisico come il suo.
«Grazie, lo apprezzo moltissimo, ci vogliono molto lavoro e molta disciplina. Ma io sono giovane, in grado di esplorare i miei limiti. E celebrare la vita».
Adam Divine, che fa la parte del fratello in Mike & Dave, ci ha raccontato che siete andati a nuotare con gli squali. Non con delfini, ma con squali. Scherzava?
«No, no, le ha detto la verità. Adam mi ha detto che era terrorizzato all’idea di tuffarsi in acqua con gli squali, così l’ho preso per mano, e insieme siamo andati a nuotare lì dove ce n’erano parecchi. Credo si debba fare di tutto per vincere le proprie paure. E le Hawaii sono un posto magico per mettersi alla prova».
Adam ci ha detto anche che ha nuotato aggrappato alla pinna di uno squalo. Mi sembra impossibile.
«È stato un colpo di fortuna totale. Non lo raccomando a nessuno, forse sono stato colto da un attimo di follia, ma è stata una delle esperienze più incredibili della mia vita. Sia chiaro, avevo un esperto che mi segnalava quali erano gli animali pericolosi e quali no. Non pensavo potessi trattenere il respiro tanto a lungo. Stare in equilibrio su una tavola da surf è molto più facile!».
Si considera un tipo coraggioso?
«Mi piace crederlo. Penso di avere un alto tasso di adrenalina nel sangue. Mi piace oltrepassare il limite, mi piace trovare scorciatoie per raggiungere gli obiettivi, sperimentare, perdermi nei boschi con lo zaino in spalla e la tenda. Un sacco di gente non l’ha mai fatto. Sono cresciuto in una piccola città della California, San Louis Obispo, il campeggio era il rifugio di noi ragazzi. Poi arrivi a Los Angeles e incontri persone che non hanno mai dormito in tenda, che ti guardano inorridite e ti dicono: “Sei pazzo a dormire con ragni e insetti”. Venga anche lei una volta, ho messo insieme un gruppo di amici, non hanno mai passato tempo all’aria aperta ed è davvero divertente vederli alle prese con la loro prima volta».
È il decimo anniversario di High School Musical e specialmente in Australia e Inghilterra c’è una autentica celebrazione di quello show. Che cosa ricorda di quel periodo?
«È stato un vortice pazzesco. Mi ha insegnato ad aprire la mente, a sentirmi libero. E Kenny Ortega, regista e coreografo, è stato bravissimo. Avevo 19 anni e High School Musical per me è stato una passione autentica, mi ha fatto sentire libero di esprimere quello che ero senza preoccuparmi di quello che pensa la gente, fregandomene di che cosa sia di tendenza e che cosa no. Ho imparato a dire: “Non importa”. E a essere me stesso. E l’ho fatto attraverso la danza e la musica. Mi guardo indietro e ripenso a quei giorni e li ho tutti in mente. È stato davvero magnifico. Felice decimo compleanno a tutti».
Come è cambiato Zac Efron da allora?
«Da dove comincio? Non lo so, sono dieci anni più vecchio e ho dieci anni di duro lavoro e di vita sulle spalle. Sono cresciuto, mettendo un giorno in fila all’altro, e quello che è più importante è che sto imparando a fare attenzione al momento presente, che è la cosa che per me ora conta più di tutto. Vivere nel presente».
Ha una compagna?
«Sono così impegnato, ultimamente. Ed è così difficile mantenere viva una relazione. So di non essere un tipo facile. Adoro il mio lavoro e non mi risparmio. Sono sempre in giro, sui set e per promuovere i film. Poi quando mi fermo e ho tempo, preferisco viaggiare da solo. L’ho detto, non sono un tipo semplice».
Che cosa cerca in una donna?
«Che sappia farmi ridere. E vorrei qualcuno con cui fosse divertente parlare. Che mi potesse insegnare cose nuove ma anche a cui io possa insegnare cose nuove. Qualcuno che voglia condividere l’avventura della vita».
Qual è la cosa più pazza che ha fatto per amore?
«Ho scritto una canzone per una ragazza e l’ho cantata davanti a un pubblico. È probabilmente la cosa più romantica che abbia fatto».
Il titolo di questa intervista allora potrebbe essere: “Zac Efron: uno che esplora la vita”?
«Bello. Mi piace».
Sì, lei sta decisamente esplorando l’esistenza. E probabilmente dopo questo viaggio saprà scegliere chi vorrà diventare.
«Grande. Mi piace».
Anni fa Kenny Ortega mi disse che lei, con il suo talento, avrebbe potuto fare tutto quello che avrebbe desiderato, anche essere una grande rock star.
«Wow, sarebbe fantastico».
Che parte ha la musica nella sua vita?
«Mi nutro di musica. La canzone giusta può guarirmi da un momento di sconforto, quella sbagliata mi getta nella più profonda depressione. Diventare una rock star? Diciamo che è nella lista delle mie priorità».
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