Re Carlo torna al lavoro e non ha più tempo per Harry
Re Carlo torna in pubblico. Il monarca è tornato agli impegni pubblici per la prima volta dall’annuncio della malattia, mostrandosi al fianco di Camilla fuori dal Cancer Research UK, dove era stato in visita per dare il suo sostegno alla ricerca contro il cancro, ai pazienti e al personale della struttura.
Era da Pasqua che Re Carlo non si faceva vedere in mezzo alla folla, cioè dalla consueta passeggiata dopo la funzione religiosa della domenica.
Il ritorno in pubblico arriva a pochi giorni di distanza dall’annuncio con cui Buckingham Palace aveva confermato un imminente rientro al lavoro: “Sua Maestà il Re tornerà presto ai compiti pubblici dopo un periodo di cure e recupero in seguito alla sua recente diagnosi di cancro", si leggeva in una nota del 26 aprile.
Secondo il Palazzo, l’équipe medica di Re Carlo è molto “incoraggiata dai progressi” che ha fatto e “rimane positiva” riguardo alla sua guarigione.
"I prossimi impegni saranno adattati ove necessario per ridurre al minimo eventuali rischi per la continua ripresa di Sua Maestà", continua la nota. “Il ritmo del programma del Re sarà attentamente calibrato man mano che il suo recupero continua, in stretta consultazione con il suo team medico”.
Tra gli impegni dei prossimi giorni, però, non sembra esserci un incontro ufficiale con il Principe Harry.
Il Duca di Sussex sarà a Londra a breve per partecipare alla funzione religiosa alla St. Paul's Cathedral per celebrare i dieci anni degli Invictus Games. Ma secondo i media britannici, Daily Mail in primis, l’incontro, ammesso che ci sia, sarà breve perché l’agenda del monarca è tornata a essere piuttosto piena.
Tra Buckingham Palace e l'ufficio dei Sussex non ci sarebbe stato nessun contatto e l’arrivo di Harry a Londra, previsto per l'8 maggio, coincide con l'udienza settimanale di Carlo III con il Primo Ministro Rishi Sunak e con il primo garden party di stagione, il 9 maggio.
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"Wardrobe diaries": i segreti dell'armadio di Jenee Naylor
La protagonista di Wardrobe Diaries di questa settimana è la fashion addict più eclettica e creativa di New York City. Pronte a curiosare nella cabina armadio da sogno di Jenee' Naylor? #WardrobeDiaries
B: Andiamo dritte al sodo, mostrami l'accessorio IT di questa stagione per te...
J: Sicuramente la tote bag Andiamo di Bottega Veneta in color vinaccia, verde o travertino. Una borsa da viaggio, pratica e super chic che ricomprerei mille volte.
B: Invece un acquisto sbagliato?
J: Sempre di Bottega Veneta, una pochette rossa in pelliccia molto particolare e divertente che non riesco mai a mettere. Forse con le feste natalizie che si avvicinano ce la farò!
(Credits: courtesy of JT)
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B: Parlami del tuo ultimo acquisto...
J: Il mio acquisto più recente è stato questo splendido completo rosso in due pezzi con gonna e blazer di Ferragamo! Anche se non l'ho ancora indossato, sto aspettando il momento perfetto per abbinarlo alle mie scarpe col tacco rosse Ferragamo. Non vedo l'ora!
B: l'angolo del tuo guardaroba che ti rende più fiera?
J: La sezione borse nel mio armadio mi dà una grande gioia! Una collezione d'arte personale!
B: Un accessorio che ha fatto la storia del tuo armadio?
J: Le loafers Gucci color crema, così chic e comode. Sono il mio passe-partout!
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B: Qualcosa che non metti mai ma che non riesci a buttare?
J: Direi questa flap bag di Chanel in edizione limitata, è un pezzo ricercato e non la porto mai a fare un giro ma prima o poi arriverà il suo momento!
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B: Il prossimo acquisto che hai in programma di fare?
J: Amo tutte le stampe di Roberto Cavalli by Fausto Puglisi. Sono così uniche e wow! Per la mia prossima vacanza al caldo farò una bella selezione di capi.
B: Un segreto del tuo guardaroba che ancora nessuno sa?
J: Bianca ti confesso che i miei cassetti sono tutt’altro che organizzati, il caos regna sovrano e a me va bene così.
B: Il colore che prevale nel tuo armadio?
J: Il nero, irresistibile per me.
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Fashion Pills: cos'è successo questa settimana nel mondo della moda in 7 news

A Natale il lusso è nei dettagli: pelle che racconta artigianalità, linee pulite, materiali che scaldano e durano. È il momento dei capi pensati bene, quelli che restano oltre le feste e costruiscono uno stile personale, silenzioso, consapevole. #FashionPills
Fashion Pills: Lunedì e Marella ART.365 secondo la visione di Gabrielle Caunesil
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Marella inaugura la festive season con una capsule Selected By firmata da Gabrielle Caunesil, che intreccia il suo stile francese all’eleganza sartoriale dell’ART.365. Gli scatti ambientati nella sua casa sul Lago Maggiore rivelano una femminilità naturale, pulita, mai costruita.
La palette alterna bianco e nero iconici a un rosso vibrante da holiday season e a un castagna caldo, mentre fiocchi oversize e dettagli dorati accendono la silhouette. Una collezione pensata per fluire con grazia dalle feste alla nuova stagione PE26.
Gabrielle, parigina con un percorso internazionale tra moda, beauty e interior, porta in questa capsule il suo sguardo contemporaneo e raffinato. #MarellaVibes
Fashion Pills: martedì e la pelle, il carattere e la sostanza di VEIGA MILANO
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C’è qualcosa di sorprendentemente onesto in Veiga Milano: niente fronzoli, solo pelle lavorata come si deve, tra Toscana e Veneto, dove l’artigianalità non è storytelling ma pratica quotidiana.
Ida Antonelli costruisce un guardaroba essenziale fatto di nappa, suede, shearling e pellami certificati LWG, scelti con cura e pensati per durare più di una stagione.
Le linee sono pulite, contemporanee, senza pose: blazer che cadono bene, pantaloni che seguono il corpo senza irrigidirlo, mini e bomber che trovano quel punto d’equilibrio tra femminilità e presenza. La palette resta minimal, ma il su misura permette di giocare con nuance e dettagli senza perdere identità.
Un brand giovane ma lucidissimo: qualità silenziosa, lusso che non deve dimostrare nulla, capi che diventano immediatamente “propri”. Per chi cerca il Made in Italy autentico, questo nome è da tenere d’occhio. #GraziaApproved
Fashion Pills: Mercoledì e Tiffany & Co. Montenapoleone: il nuovo gioiello premiato dal Prix Versailles
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La boutique Tiffany & Co. di Via Montenapoleone conquista il titolo di World’s Most Beautiful Emporium 2025, il massimo riconoscimento del Prix Versailles.
Un premio che celebra non solo l’eleganza dello store, ma la capacità della Maison di trasformare Palazzo Taverna — capolavoro neoclassico del 1835 — in un luogo di pura meraviglia.
La facciata, con le lunette in vetro firmate Venini da un disegno di Gio Ponti e le vetrine ispirate a Michelangelo Pistoletto, intreccia heritage italiano e spirito artistico internazionale.
Con oltre 1.200 metri quadrati, è lo store Tiffany più grande d’Europa: un percorso immersivo curato da Peter Marino, dove arte, architettura e alta gioielleria dialogano senza sforzo.
All’interno, opere di Pistoletto, Fischer, Arsham e Schnabel accompagnano i visitatori dalla High Jewelry alle icone della Maison, fino agli spazi dedicati a Elsa Peretti e all’universo All About Love. Una scala di vetro scolpita dalla luce, un patio con bar e sculture contemporanee completano l’esperienza.
Un luogo che non si limita a vendere gioielli, ma racconta quasi due secoli di storia Tiffany e il suo profondo legame con Milano. #TiffanyMilanoElegance
Fashion Pills: Giovedì e eleganza in altitudine con ALO Atelier
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ALO firma un nuovo capitolo con Atelier, la collezione luxury che fonde materiali nobili e spirito performance. Lana italiana, seta liquida e cashmere impalpabile costruiscono un guardaroba che scivola dall’après-ski alla sera con naturalezza assoluta.
Il Polar Star Ski Suit porta sulle piste un’estetica sofisticata, mentre il cashmere avvolge le notti davanti al camino e i set in seta diventano l’alleato perfetto per una cena romantica. Le nuance — Ivory, Pink Champagne, Alpine Cocoa, Oat Heather — compongono una palette vellutata, studiata per essere mixata in ogni contesto, ad ogni altitudine.
La capsule arricchisce anche il mondo accessori: nuove tonalità limited della ALO Bag Collection, l’esordio della Voyage Duffle in Luxe Suede e il primo ALO Classico Faux Fur Sandal.
Un concetto di lusso che guarda alla montagna ma conquista ovunque: perché con ALO Atelier il glamour non conosce stagioni. #AloAtelierLuxury
Fashion Pills: Venerdì e Castañer x Casilda... il romanticismo artigianale torna a brillare
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Castañer e Casilda se Casa rinnovano la loro unione con una collaborazione che celebra semplicità, materiali naturali e autenticità.
Dopo il successo del debutto 2022, la collezione cresce con cinque nuovi modelli e due famiglie inedite — rafia e jacquard di cotone — per un totale di undici proposte, disponibili dal 27 ottobre in boutique e online.
La capsule reinterpreta i codici iconici di Castañer in chiave bridal moderna: linee pulite, juta e rafia che raccontano una bellezza essenziale, pensata per donne che amano l’artigianalità vera e il fascino discreto dei dettagli.
La storia del brand risuona in ogni paio: dal primo laboratorio del 1927 alle celebri zeppe create negli anni ’70 con Yves Saint Laurent, fino a una rete globale di boutique che mantiene intatto il savoir-faire di quindici mani artigiane.
Casilda se Casa, nata dal progetto editoriale di Cristina Ruiz Montesinos, continua la sua missione: offrire ispirazione autentica e romantica alle spose contemporanee.
Una collaborazione che parla d’amore, radici e stile senza tempo. #CastanerLoveStories
Fashion Pills: Sabato e Mabina Gioielli x Federica Nargi: Roma diventa gioiello
(Credits: courtesy of press office)
Mabina Gioielli dedica alla Città Eterna una collezione che è insieme omaggio, racconto e dichiarazione d’amore.
Roma nasce dallo stile di Federica Nargi e dal suo legame profondo con la capitale, trasformando architetture, luci e dettagli urbani in un unico modello di orecchini declinato in più varianti, tutte pensate per raccontare sfumature diverse di femminilità.
Le superfici rigate ricordano il travertino al tramonto, i pavé di zirconi catturano i riflessi delle fontane e delle facciate storiche, mentre le finiture in argento bianco o dorato evocano i contrasti della città: ombra e luce, tradizione e modernità, forza e grazia.
È una collezione che attinge al cuore di Roma e alla sua poesia quotidiana, trasformandola in un gesto prezioso. Un inno alle donne che vivono con intensità, portando con sé la loro luce — proprio come la città che le ispira. #MabinaRoma
Fashion Pills: Domenica e Arja Cajo con l’arte che si fa stoffa
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Arja Cajo debutta con un linguaggio tutto suo: quello in cui la fotografia diventa trama, colore, sensazione.
Viola Cajo De Cristoforis parte dalle sue immagini macro — petali, foglie, frammenti di natura — e le trasforma in stole morbide e luminose, realizzate in Modal e cachemire, interamente Made in Italy.
Il progetto racconta una femminilità autentica, inclusiva, fatta di piccoli gesti e grande sensibilità. L’atelier milanese Arja di Casa è più di uno spazio creativo: è un luogo di ascolto, incontri, workshop, dove la moda torna a essere relazione.
Alla dimensione artistica si affianca quella sostenibile: packaging riciclabile, materiali responsabili e la Foresta Arja Cajo in Tanzania, nata con Treedom, che ripopola le mangrovie e rimette al centro il legame con la natura.
Una collezione che non vuole “decorare”, ma avvicinare: un accessorio che diventa messaggio, carezza, appartenenza. #ArjaEssentials
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Quiet Forest: la collezione invernale di Igeia che ridefinisce il comfort femminile
Dopo il successo del pop-up milanese The Christmas Edit, un appuntamento che ha offerto un primo sguardo privilegiato alla nuova linea, Igeia presenta ufficialmente Quiet Forest, la collezione invernale firmata da Carlotta Gagna, imprenditrice e co-founder di Traininpink.
Una proposta che incarna la filosofia del brand: capi pensati per accompagnare la vita reale, seguire il movimento quotidiano e far sentire ogni donna bella, libera e a proprio agio.
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La collezione si sviluppa attorno a una palette sofisticata che richiama le atmosfere calde e profonde della stagione: Truffle Black, Chocolate, Pine Needle e Panna Cotta. Queste tonalità definiscono l’identità stilistica di Quiet Forest e valorizzano linee morbide e silhouettes modellanti.
L’essenza di Quiet Forest
Il protagonista della stagione è l’innovativo WarmLuxe™, il tessuto in nylon riciclato di nuova generazione che Igeia reinterpreta in versione winter.
Più caldo, ma sempre setoso, garantisce coprenza, traspirabilità grazie al trattamento anti-wicking e protezione UV, offrendo una sensazione di comfort che si fonde naturalmente con lo stile. Il tutto mantenendo quella vestibilità che caratterizza il brand: aderente, avvolgente e capace di valorizzare le forme con discrezione.
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Quiet Forest introduce un guardaroba completo, pensato per essere mixato e modulato in base ai momenti della giornata.
Dai bra modellanti ai leggings scultori, dalle flares alle giacche strutturate fino ai top dal design avvolgente, ogni capo nasce per essere combinato liberamente, dando vita a set che si adattano con naturalezza al lavoro, al tempo libero e al movimento.
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Accanto ai capi, la collezione porta con sé anche alcuni accessori firmati Igeia, come la Pochette Teddy, le Clip Capelli Bicolor e i Nose Strips disponibili in esclusiva per completare l’esperienza.
Per Carlotta Gagna, la collezione rappresenta l’essenza stessa del brand: «Igeia non è solo ciò che indosso ogni giorno. È ciò che sono. È nata per rispondere a un bisogno reale: muovermi, lavorare, sentirmi bella e allo stesso tempo comoda, senza dovermi cambiare tre volte al giorno. Quiet Forest nasce esattamente per accompagnare questa vita reale, con capi che si muovono con noi e ci fanno sentire e vedere belle, sempre, ovunque.»
Con Quiet Forest, Igeia continua dunque a trasformare l’athleisure in un linguaggio di espressione personale, celebrando il benessere, l’autenticità e l’energia delle donne di oggi.
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Guardaroba e dress code: i tips dell'esperta del galateo Elisa Motterle
Per molti, al giorno d'oggi, il concetto di dress code può apparire come anacronistico. In una società sempre più ibrida, dove le occasioni si contaminano, si esce al mattino per andare al lavoro e si va direttamente a cena, vestirsi al mattino, tenendo presente comodità, stile personale e, giustamente, dove si va e cosa si fa, è un impresa sempre più complessa.
Che si lavori in ambienti particolarmente formali, che si partecipi spesso a eventi speciali o anche solo per interesse personale, sono sempre di più le persone che desiderano approfondire l'argomento "guardaroba". Sì perché quello che indossiamo dice molto di noi, molto di più di quanto pensiamo! E non sempre è facile districarsi tra mille regole.
Questo abito è adatto per il giorno? Gli stivali si possono portare anche di sera? Perché non ci si veste di nero a una cerimonia? E cosa distingue un dress code business formal da uno smart casual?
A queste e a moltissime altre domande risponde quotidianamente Elisa Motterle, esperta di galateo contemporaneo, founder della Italian Etiquette Society, prima realtà italiana interamente dedicata alla formazione su buone maniere, soft skills e cultura comportamentale.
Con un passato nel mondo della moda, Elisa ha una formazione tecnica e specifica appresa e perfezionata presso eccellenze del settore come The British Butler Institute e l'Institut Villa Pierrefeu di Montreux (luoghi dove si forma il personale che lavora per le case regnanti d'Europa e non solo!) che l'ha portata a essere il punto di riferimento, anche grazie ai social, per per un pubblico molto ampio che le scrive per risolvere piccoli e grandi dubbi su tutto quello che concerne il galateo oggi.
Motterle collabora con aziende e grandi gruppi e, tra le moltissime cose di cui si occupa, tiene anche una serie di workshop in collaborazione con Pineider, il marchio storico fiorentino nato nel 1774 e specializzato in articoli di cartoleria e pelletteria di lusso.
Tra questi sette incontri, avvenuti nell'elegante negozio del brand in via Manzoni e che spaziano dall'attenzione nell'ambito lavorativo, al galateo digitale al viaggiare con stile, abbiamo avuto il piacere di partecipare a quello a tema Dress Code, dedicato proprio alle regole dell'abbigliamento e all'eleganza vista come vera comunicazione non verbale.
Abbiamo quindi scoperto cosa si intende con questo termine (in origine, un insieme di codici d'abbigliamento legati a una determinata organizzazione come ad esempio i membri del clero o o dell'esercito), quali sono le differenze tra le varie tipologie, che siano essi professionali - ovvero inerenti al mondo del lavoro - o sociali - ovvero legati a occasioni come cerimonie etc, e quali sono i capi fondanti per ogni categoria. Siamo partiti dall'eleganza e formalità più "alta" del white tie riservato a cerimonie di Stato e abbiamo esplorato le declinazioni del dress code in ambito lavorativo declinazioni: dal business formal (ormai ristretto a pochi ambienti, come finanza e politica) al business casual molto diffuso oggi.
E ovviamente ci ha illustrato alcune semplici premesse da tenere a mente, una su tutte, sempre: ricordarsi dove stiamo andando e di che occasione si tratta! Un bel look con un completo, perfetto per l'ufficio, anche sofisticato, potrà ancora andare bene per una cena o un'occasione serale, ma certo non sarà indicata per un evento più specifico - come un invito matrimonio!
Abbiamo colto l'occasione per fare qualche domanda a riguardo ad Elisa Motterle e chiesto qualche consiglio "smart" per orientarsi:
(Il Principe e la Principessa del Galles, William e Kate, alla cena in onore del Presidente tedesco a Londra, sono un esempio dell'eleganza e della formalità del "white tie": alta uniforme, abiti lunghi per le signore, onorificenze e gioielli a profusione. Si tratta del dress code "sociale" più "alto", riservato alle occasioni di Stato o alla cerimonia del Nobel @GettyImages)
Il dress code, che sia esso sociale o professionale, è un linguaggio che risente dei forti cambiamenti della società: quali sono, secondo te, le regole su cui non transigere e quali invece su cui si può soprassedere (di poco, almeno)?
ll dress code è un linguaggio, e come qualunque lingua si evolve e si contamina. Oggi non parliamo né vestiamo come negli anni ‘50... Però, anche in questo continuo mutamento, ci sono dei punti fissi (come le regole base della grammatica) che per me, nel vestire sono: cura, pulizia, coerenza con il contesto e con quello che si è. Tutto il resto si può negoziare!
Le micro-trasgressioni ben gestite, soprattutto al di fuori dei contesti ultra formali, oggi aggiungono personalità: il sandalo elegante d’inverno, il blazer un po’ più morbido del previsto, il colore leggermente fuori tema... tutto si può fare, purché sia una scelta consapevole e non un incidente. Quello su cui invece non soprassiedo mai è la sciatteria (vestimentaria, ma anche ideologica): la filosofia per cui “io sono così” diventa un alibi per presentarsi come se si fosse appena scesi dal furgone del trasloco. Lì, mi dispiace, il dress code vince a mani basse.
Nella tua professione ti trovi spesso a collaborare con le aziende: quali sono gli errori di stile più comuni che hai incontrato nel dress code professionale?
Gli errori più comuni, nelle aziende, non sono quasi mai “la camicia sbagliata” ma sono cortocircuiti di comunicazione. Mi spiego meglio: un classico è l’effetto fuori sincrono ovvero l’incapacità di “sintonizzarsi” sulla lunghezza d’onda del brand per il quale si lavora. Se lavoro in un’assicurazione non vestirò come chi lavora in un brand di moda: anche se sono appassionata di abiti e accessori "pazzerelli", il mio lavoro richiede un’immagine più tradizionalista. Al contrario, se faccio una professione creativa, uno stile troppo formale e “serio” potrebbe non corrispondere a un’immagine coerente. Insomma, l’errore più comune che vedo è non comprendere che, anche sul lavoro, vestire vuol dire comunicare qualcosa.
I coniugi Amal e George Clooney al matrimonio di Harry e Meghan, Duchi di Sussex, un esempio perfetto di look da cerimonia da giorno: lei con abito midi colorato ma non eccessivo,capello e scarpa chiusa, lui in elegante completo grigio e cravatta. @GettyImages
Parlando sempre di lavoro e dress code, per una ragazza alle prese con primi colloqui di lavoro, cosa consiglieresti di indossare?
Ovviamente molto dipende dal lavoro che si cerca: come abbiamo appena detto, un’aspirante avvocato non vestirà nello stesso modo di un’aspirante stilista... Ciò detto, in queste prime fasi, sarebbe bene giocare sul sicuro: con un blazer blu abbinato a un sottogiacca chiaro, un bottom classico (pantaloni, gonna a pieghe) abbinato a scarpe non leziose (mezzotacco, mocassini, stivaletti) si può andare praticamente dappertutto. Attenzione anche a capelli, gioielli, trucco: tutto quello che possiamo scegliere deve essere scelto con consapevolezza!
Puoi suggerire 5 capi e/o accessori “strategici” dell'abbigliamento femminile, adatti per affrontare” con stile molteplici occasioni?
Ecco la mia "top 5":
- Il blazer impeccabile
Il modello dipende dal nostro fisico (boxy, maschile, sfiancato...), sempre in un
bel tessuto! Sceglierei un colore sobrio ma non il nero: blu scuro, antracite, anche il bordeau li trovo più versatili e vanno sul serio dal meeting alla cena senza battere ciglio. - La camicia avorio romantica
Dentro di me batte un cuore romantico, e uno dei capi che preferisco per aggiungere femminilità a un outfit altrimenti rigoroso è la blusa o camicia avorio, in seta o ottimo cotone, che abbia un dettaglio frivolo: un fiocco sullo scollo, un colletto arrotondato, una ruche sul davanti... È super versatile per ammorbidire gli outfit professionali, e nel tempo libero si abbina benissimo anche a gonne, golfini e pantaloni relax. - Il trench
Classico che più di così non si può, e c’è un perché: sta bene con tutto, nasconde anche i look non proprio riuscitissimi, e se ci aggiungi un foulard e un paio di occhiali da sole è subito "Colazione da Tiffany". - La décolleté passe-partout
Amo stare comoda, ma detesto cordialmente le sneakers perché trovo che indossare scarpe da ginnastica equivalga alla resa dell’eleganza. Quindi? Evviva i mocassini e le decolleté moderate, con un tacco gestibile (per me 5 max. 7 cm), e una linea pulita. È l’accessorio che SVOLTA veramente il look. Le scarpe sono davvero la base di tutto: provare per credere. - Sciarpe/ foulard
Uffa che noia, ancora il foualrd? Ebbene sì, se viene citato sempre come un classico irrinunciabile un motivo ci sarà: e infatti il foulard è impareggiabile. Intanto consente di giocare con colori e stampe che su capi più importanti sarebbero “too much”. Poi si può annodare in mille modi e in mille posti diversi. in più copre anche il collo evitando mal di gola e aggiungendo uno strato di calore in più. Infine a me piace molto profumare i miei carré...
La Principessa del Galles, Kate Middleton, esempio perfetto di dress code "smart casual" declinato in versione femminile: completo con pantaloni in grigio e camicia con un dettaglio romantico, scarpa chiusa e gioielli discreti, un outfit da ufficio da copiare.
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Siamo in periodo di feste: consiglieresti alle nostre lettrici un look “a tema” che possa andar bene per ricevere in casa o festeggiare fuori?
Per le feste io suggerisco sempre un look “a tema”: i miei must have per questa stagione sono il tartan oppure le paillettes. Se invitiamo in casa, attenzione a non strafare: la padrona di casa non deve mai superare in eleganza propri ospiti. Un mix che a me piace tanto è: morbidezza in alto, preziosità in basso. Per esempio una combinazione che ripropongo spesso è: maglione anche over sopra, gonna preziosa (broccato oppure paillettes) Fa subito atmosfera, senza trasformarmi l’hostess che non può sedersi per non stropicciarsi, è accogliente ma sofisticato, e soprattutto permette di muoversi con grazia fra porte, piatti e ospiti.
Fuori, basta un abito nero ben tagliato con un dettaglio “festivo” calibrato: una spilla vintage, una cintura gioiello, un paio di calze con un filo di lurex, una scarpa leggermente scintillante. Basta un dettaglio a dichiarare che è festa — non serve indossare tutta la cometa di Betlemme. Il principio, in entrambi i casi, è semplice: celebrare senza travestirsi. È il modo più elegante per brillare.
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