Sigrid Bouaziz: Nata per confondervi
Nel film Personal Shopper recita con Kristen Stewart e per un corto di moda è la regina Maria Antonietta. Grazia ha incontrato Sigrid Bouaziz, la ragazza che, a forza di trasformarsi, è diventata la rivelazione del cinema francese.
L’avevo notata accanto alla star americana Kristen Stewart in Personal Shopper, il film presentato a Cannes e diretto dal regista francese Olivier Assayas, che in Italia esce il 13 aprile. E poi alla cerimonia dei César, gli Oscar transalpini, dov’è stata nominata tra le attrici rivelazione di quest’anno. Di persona, Sigrid Bouaziz, 28 anni, madre svedese e padre francese di origine nordafricana, ha qualcosa di ancora più magnetico.
Nella luce azzurrina di una mattina di primavera la vedo arrivare a La Maison Favart, l’hotel nel quartiere dell’Opéra dove è stato scattato il servizio fotografico che vedete in queste pagine. Indossa una giacca gessata sopra un gilet di cuoio e un corto abito con minuscoli motivi floreali. Le gambe sono nude, e lunghissime, la figura slanciata è messa in risalto da un paio di stivaletti rossi. Uno stile da vera parigina.
Forse è anche per questo che Fendi l’ha scelta per interpretare una moderna Maria Antonietta nel fashion film Girl’s Secret della regista Rebecca Zlotowski, la stessa che ha diretto Lily-Rose Depp e Natalie Portman in Planetarium.
Nel cortometraggio, una versione contemporanea della regina di Francia, figura che ha ispirato la collezione primavera-estate della casa di moda italiana, lascia Versailles con le sue dame di corte per una notte di festa nella Ville Lumière, tra piste di bowling e tavoli da biliardo.
«Maria Antonietta ha sempre esercitato su di me un certo fascino», mi spiega Sigrid mentre, in attesa del parrucchiere e del truccatore, sorseggia un caffè all’americana senza zucchero nella stanza in cui poserà per il servizio. «A modo suo era una ribelle», prosegue l’attrice. «Immune alle rigide etichette di corte, ha saputo imporre il suo gusto sfidando l’ordine stabilito. Voleva essere una donna, oltre che una regina».
Si riconosce nel suo rifiuto dei diktat?
«Appartengo a una generazione che non vuole essere prigioniera di un solo ruolo. Preferisco giocare con i codici e confondere i generi».
Vale a dire?
«Mi è già successo un paio di volte di recitare a teatro personaggi maschili. E ricordo con piacere una festa nel castello della nonna di un’amica dove noi ragazze ci eravamo presentate con un folto paio di baffi posticci. Affrancarsi dalle regole e disporre di se stesse in tutta libertà è un po’ la mia filosofia di vita».
Lei si è guadagnata una notorietà internazionale con il film Personal Shopper, il thriller psicologico in cui una medium, Kristen Stewart, tenta di entrare in contatto con il fratello morto, di cui lei interpreta la fidanzata. Come ha ottenuto la parte?
«Non ho avuto bisogno di superare le audizioni. Il regista, Olivier Assayas, ha semplicemente voluto incontrarmi in un bistrot. Abbiamo parlato per un’ora, bevendo un caffè. Ci siamo immediatamente sentiti sulla stessa lunghezza d’onda».
E con una star come Kristen Stewart com’è andata?
«Molto bene, è una ragazza alla mano, generosa, che non si dà arie da diva. Non l’avevo mai incontrata prima di girare una scena molto intensa in cui dovevamo abbracciarci. Ho sentito subito che Kristen non fingeva, che quello era il suo modo di darmi il benvenuto. E visto che l’abbiamo rifatta almeno dieci volte, alla fine eravamo le migliori amiche del mondo».
Quando ha deciso che sarebbe diventata un’attrice?
«Ci ho messo un po’ di tempo prima di confessare a me stessa che quella era la mia aspirazione».
Perché?
«Sono cresciuta lontano dal mondo dello spettacolo. I miei genitori volevano che io e mio fratello Joakim (musicista della scena elettronica francese, ndr) avessimo un’infanzia spensierata, all’aria aperta. Ho vissuto a Goupillières, un paesino a un’ora da Parigi. C’era una sola scuola elementare e un’unica classe per i 15 allievi».
E non sognava la metropoli?
«No, ero molto felice, avevo le mie abitudini: il pulmino scolastico, i pomeriggi con la mia migliore amica e i miei cani. A 17 anni, però, ho cominciato a scalpitare, come tutte le adolescenti. Sentivo il richiamo di Parigi».
In quel momento è cominciato il suo percorso artistico?
«Prima ho fatto la modella. Ero stata notata per strada dal talent scout di un’agenzia. Quindicenne, posavo per grandi fotografi come Oliviero Toscani e Ian Berry. Poi, una sera, mentre assistevo a uno spettacolo teatrale, ho avuto una sorta d’illuminazione. Ho guardato gli attori e mi sono detta che volevo essere al loro posto. Così mi sono iscritta a una scuola di recitazione e, sei mesi dopo, al concorso per entrare al Conservatorio d’Arte Drammatica: 1.200 candidati per 30 posti. L’ho vinto al primo tentativo. La mia carriera è cominciata così».
Dopo Personal Shopper ha girato altri film?
«Sì. In autunno uscirà in Francia Aurore, diretto dalla regista Laetitia Masson, dove interpreto una giovane madre violenta e alcolizzata. E poi ho appena finito anche La nuit a dévoré le monde di Dominique Rocher, in cui mi trasformo in uno zombie».
È evidente che ama variare i registri. È vero che ha anche ambizioni da regista?
«Ho messo in scena un testo teatrale, Je veux, Je veux, ispirato agli scritti della poetessa americana Sylvia Plath. Dirigere mi permette d’interrogarmi su quello che voglio esprimere attraverso il cinema o il teatro, al di là delle parti che mi propongono. È un po’ come prendere in mano la mia vita d’artista».
Che cosa ha voluto raccontare con il suo spettacolo?
«Il bisogno di riconoscimento di noi donne. Plath voleva tutto: essere artista, amante esperta, madre formidabile. Mi ispirano la sua volontà di superarsi e di essere all’altezza delle proprie ambizioni».
Secondo Rebecca Zlotowski, che l’ha diretta in Girl’s Secret, la Francia è il Paese che conta il maggior numero di donne alla regia. Che cosa ne pensa?
«È piuttosto incoraggiante».
Nel cortometraggio per Fendi, lei se ne va a spasso di notte con le amiche. Lo fa anche nella vita vera?
«Capita, anche se non sono una persona particolarmente mondana».
Che cosa rappresenta per lei la maison italiana?
«Mi piace molto il suo stile originale, contemporaneo, pieno d’inventiva, nei capi come negli accessori. E la nuova collezione è così femminile».
Come organizza le sue giornate quando non è sul set o sul palco di un teatro?
«Come tante attrici, faccio yoga. Poi leggo molto e vedo il mio fidanzato. Siamo in coppia da quattro anni, è critico cinematografico e autore, quindi abbiamo molte cose in comune».
A che cosa sta lavorando in questo momento?
«Non posso dirlo, niente è sicuro e per scaramanzia preferisco tacere. Ma c’è sempre qualcosa che bolle in pentola», mi dice alzando lo sguardo verso i due ritratti della regina che campeggiano su una parete della camera sopra la testata del letto. «Come Maria Antonietta detesto annoiarmi».
Credits: Getty Images e Instagram (@sigridbouaziz)
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