Daya: «Dopo il Grammy, sogno gli stadi»
La popstar Daya è tra i 30 giovani più influenti secondo la rivista americana Forbes. Ora anche il mondo della moda la cerca. «Perché il mio successo più grande», dice lei, «è saper emozionare»
L’americana Daya ha solo 18 anni, ma è già una popstar ed è stata inserita tra i 30 più influenti under 30 dalla rivista economica americana Forbes. Tutto merito del singolo, Hide Away, uscito nel 2015. E quest’anno è arrivato il primo Grammy per la miglior registrazione dance: Don’t Let Me Down.
Di lei si è accorto subito anche il mondo della moda. Swarovski l’ha voluta tra i protagonisti della sua nuova campagna, parte di un cast stellare: dalla top model Karlie Kloss alla popstar Boy George, dall’attrice Ruby Rose all’influencer Chiara Ferragni.
Lei è una che “ce l’ha fatta”, e molto presto. Che cos’è il successo per lei?
«Amare il mio lavoro e sentirmi dire dalle persone che le mie canzoni le emozionano, le fanno piangere».
Diventare famosa così presto, che effetto fa? Ha rinunciato a molto della sua adolescenza?
«No, anzi, sto proprio vivendo il mio sogno di adolescente».
E quello più grande?
«Un tour mondiale negli stadi».
E tra dieci anni, oltre che negli stadi, dove la troveremo?
«A Milano, a bere un bicchiere di vino su una terrazza».
Lei è americana, ma ha origini indiane. La infastidisce quando viene sottolineato?
«No, anzi, ci tengo molto. Mio nonno è una parte davvero importante delle mie radici. Il mio nome d’arte è indiano, Daya in sanscrito vuol dire “grazia”, “compassione”».
E a chi sente di dover dire “grazie”, oggi?
«A mia madre, che mi incoraggia a seguire il mio sogno fin da quando ero piccola».
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