Cosa fare e vedere a Sassoferrato, piccolo borgo marchigiano tra Appennini, arte e storia
Nascosto dalle vette del Cucco e dello Strega, sul versante orientale dell’Appennino umbro-marchigiano, in provincia di Ancona, Sassoferrato sorge nei luoghi dell'antica città romana di Sentinum.
Dalle sue macerie è nato poi il “Saxum Ferratum”, il “sasso cinto dal ferro”, nome dato dai conti Atti al castello feudale, potente e indistruttibile, che fecero costruire dopo l’epica “battaglia delle Nazioni”.
Abbiamo chiesto all’illustratrice Giulia Piras di rappresentare la sua città utilizzando il suo occhio e il suo personale stile artistico, e di raccontarci, prima con il disegno e poi con le parole, i suoi luoghi e i piatti del cuore, oltre alle cose da fare e da vedere a Sassoferrato.
Così da ispirare nuovi viaggiatori curiosi e appassionati a partire alla scoperta di un piccolo angolo d’Italia fuori dalle solite mete del turismo di massa.
«Sono cresciuta qui e ho deciso di continuare a viverci per le bellezze naturalistiche che la circondano. Sono orgogliosa di appartenere alla città che ha dato i natali al Salvi», racconta Giulia Piras.
«Uno dei ricordi a cui sono più affezionata è la mostra dedicata a Giovanni Battista Salvi - “La devota bellezza” - svoltasi in paese quattro anni fa. In quell’occasione ebbi modo di poter ammirare moltissimi dipinti e disegni dell’illustre pittore che tanto ammiro».
Per vivere appieno una giornata a Sassoferrato, l’autrice consiglia questo programma:
«Una passeggiata mattutina sul Monte Strega, fino alla croce sulla cima, con pranzo al sacco con pizza di formaggio e salame soppressato.
Nel pomeriggio un giro tra i vicoli del Castello (la parte alta del paese) e una tappa al Parco Archeologico di Sentinum (dove avvenne la famosa battaglia delle nazioni, nel 295 a.C., durante la terza guerra sannitica).
Fattasi sera si cena in uno dei locali tipici della zona e per digerire non può mancare una passeggiata notturna sotto le stelle».
Rispetto ai sapori del borgo, per l’illustratrice è d’obbligo qui fare una «abbuffata di “Castagnole sbollentate” rigorosamente ricoperte di miele. Un dolce tipico di carnevale, preparato seguendo un’antica ricetta a base di uova, zucchero, farina, olio e Mistrà, che oggi in pochi sanno eseguire. E poi “Vino di Visciola”, preparato fin dall’antichità nelle case contadine per l’appunto con la visciola, una ciliegia selvatica diffusa in queste zone».
Il profumo che ricorda aleggiare nell’aria, invece, è quello della Santoreggia montana, un’erba aromatica.
Cosa sapere su Sassoferrato
Sul borgo svetta la Rocca Albornoz, massiccia costruzione militare del XIV secolo, simbolo della città.
Mentre il vicolo Santa Chiara è la chicca della parte più antica di Sassoferrato, insieme con la chiesa di San Francesco da dove, in un fascio di luce suggestivo, durante la processione del Venerdì Santo, escono i Sacconi, penitenti e portatori dei simboli che rappresentano la passione di Cristo).
Nella parte bassa del borgo, c’è il mulino della Marena, nel punto in cui le acque dei torrenti Marena e Sanguerone si incontrano con il fiume Sentino. È qui che si realizza il perfetto connubio tra natura e architettura.
Da vedere, poi, la chiesa di Santa Chiara, annessa al monastero duecentesco che ancora ospita un piccolo gruppo di suore Clarisse. E nel Parco Archeologico di Sentinum i resti di un edificio termale in località Civita.
Il Museo delle Arti e Tradizioni Popolari è dedicato all’attività agricola, molto sviluppata in questo angolo di Marche. Mentre il Museo della miniera di zolfo e il Parco Archeo-minerario sono testimonianza della florida attività industriale di un tempo.
Tra leggende e racconti popolari, un aneddoto a cui l'artista è affezionata riguarda la misteriosa cella delle carceri situate nei locali attigui alla chiesa di San Pietro, in cui è presente un’iscrizione presumibilmente attribuibile a un sacerdote vissuto nel 1700.
«L’enigmatico contenuto lo scoprirete se verrete a visitare Sassoferrato. Vi dico solo che presso l’antico monastero che ora ospita il Museo delle Arti e Tradizioni Popolari, pare sia stato ritrovato lo scheletro di una suora... e si vocifera che nel suo petto era conficcato un pugnale».
La Piras non ricorda ci siano film o serie rappresentative della città, ma suggerisce un libro: “Trattato sulla tirannide” di Bartolo da Sassoferrato.
L'autore era un professore di diritto italiano del XIV secolo ed era ritenuto uno dei più importanti giuristi del diritto romano medievale.
E infine, un ultimo suggerimento: «Venite a suonare il campanello del monastero di Santa Chiara, all’interno sono custodite alcune magnifiche opere di Giovanni Battista Salvi. Ne rimarrete incantati!».
Grazia at home City Guide è un progetto nato nei mesi trascorsi in lockdown, quando la redazione di Grazia ha chiesto a una selezione di illustratori di raccontare la propria città vista da una finestra - così come abbiamo visto il mondo per lunghe settimane, a distanza da tutto e da tutti. Oggi, attraverso le loro parole, vi raccontiamo cosa c'è da vedere fuori da quelle stesse finestre, piccole grandi meraviglie italiane tutte da scoprire.
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