Penélope Cruz, Milena Smit e le madri imperfette, ma speciali, di Venezia 78
La 78a edizione della Mostra del Cinema di Venezia si apre nel segno delle donne, anzi delle madri. Madri imperfette, difettose, lasciate sole, in balia di problemi puntualmente più grandi di loro. E al tempo stesso donne carismatiche, capaci di farsi forza delle proprie fragilità e risollevarsi, trovando il modo di reagire per tirare su i propri figli.
Sono queste madri single, teneramente sbagliate e imprevedibilmente coraggiose, ovviamente sull'orlo di una crisi di nervi, le protagoniste dell'applaudito film di Pedro Almodòvar "Madres Paralelas", un commovente dramma sul potere dello svelamento e della verità.
"Mi interessava raccontare le madre imperfette, che hanno sperimentato sulla propria pelle il dolore e la complessità del ruolo di madre", ha dichiarato il cineasta spagnolo.
In effetti il destino delle protagoniste è segnato dal primo incontro in sala parto, ognuna alle prese con le proprie doglie e attenta ai dolori altrui: da questa scena (madre, è il caso di dire) nascerà un rapporto speciale, fatto di specularità e differenze, scambi emotivi e non solo, che andrà avanti per tutto il film.
Ad interpretarle, una Penélope Cruz e una Milena Smit in stato di assoluta grazia.
Penélope e Pedro, il connubio artistico perfetto
La prima è ormai la musa dichiarata di Almodòvar, con cui collabora instancabilmente dal 1997, da "Carne tremula" (sul cui set incontrò tra l'altro l'amore della sua vita, Javier Bardem).
"Lavorare con Pedro ogni volta è un regalo, la partenza per un viaggio intenso e avvincente" ha raccontato la Cruz, visibilmente entusiasta di tornare a Venezia con il suo amico e mentore di una vita.
Quando mi propone una parte ogni volta penso: 'Ecco, quest'uomo ha scritto un'altra meraviglia. Inutile dire che la sua è sempre la telefonata da me più attesa".
Ogni volta le affida ruoli passionali, viscerali, intensi e mai scontati e la sua madre "imperfetta" non fa eccezione. Vuole con tutta se stessa una maternità non facile, tormentata dai dubbi, dalle bugie e da lotte interiori molto forti.
Il suo doppio è un'inesperta diciottenne, vittima di uno stupro e di una famiglia poco attenta a lei, di cui si farà presto amica, datrice di lavoro, amante addirittura, pur di sostenerla in momenti complicati.
Incredibile come questo personaggio somigli molto alla protagonista di un altro film in programma alla Mostra di quest'anno, l'italiano "La ragazza ha volato".
"La ragazza ha volato": una madre teenager che impara a rialzarsi
Anche al centro del film di Wilma Labate, scritto insieme ai Fratelli D'Innocenzo, ambientato a Trieste e presentato alla Mostra domani, 3 settembre, troviamo una ragazza, l'introversa e incompresa Nadia (Alma Noce), alle prese con una maternità non voluta, figlia di una violenza che la regista non esita a mostrare in tutta la sua brutalità.
Un'altra storia di madre sola, che grazie alla sua maternità troverà una via di uscita dal dolore e un suo modo di esprimersi ed entrare in comunicazione con gli altri, superando le diffidenze, gettando il cuore oltre l'ostacolo.
"La vita è molto più contraddittoria della finzione: nel mio film non c'è spazio per il giudizio", parola di Wilma Labate.
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