Job hopping: cambiare lavoro spesso per fare carriera e guadagnare di più


Jop Hopping significa letteralmente saltare da un lavoro all’altro.
Detta così potrebbe sembrare qualcosa di negativo o controproducente ma non lo è, anzi questa tendenza sarebbe la nuova frontiera del rapporto tra Millennials, GenZ e lavoro.
I dati parlano chiaro: un report di Linkedin ha registrato una media di 4,2 posti di lavoro in 10 anni.
E perché?
I giovani puntano su un miglioramento costante delle condizioni lavorative, del ruolo e anche delle condizioni economiche. Il Job Hopping è quasi del tutto normalizzato all’estero mentre in Italia ci stiamo avvicinando con più calma.
Vi spieghiamo perché è importante comprendere questo fenomeno.
(Continua sotto la foto)

Secondo Reverse, società internazionale di headhunting e Risorse Umane, il Job Hopping è un fenomeno sempre più riconosciuto anche dalle aziende.
Se prima veniva guardato con sospetto perché potenzialmente pericoloso per le imprese, ad oggi è un fenomeno in via di comprensione perché le nuove generazioni hanno bisogni molto diversi da quelle passate.
Questo non può che essere un valore aggiunto e finalmente viene riconosciuto.
È simbolo di tenacia e ambizione
Le imprese italiane sono state abituate a lavoratori trentennali che trascorrevano la loro carriera nello stesso posto.
Questo sta cambiando perché il posto fisso non è più una questione attuale.
Se i giovani di oggi puntano in alto significa che sono ambiziosi e che hanno voglia di crescere.
Questo può avvenire anche all’interno della stessa a azienda a patto che ci siano dei miglioramenti significativi a cui poi viene associata anche una buona soddisfazione personale.
D'altronde si sa che livello di benessere del dipendente si riflette direttamente sull’azienda.
Dai Millenials in poi cambia la percezione del lavoro
L’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico ha registrato che i lavoratori Boomer e GenX occupavano la loro posizione lavorativa per più di 12 anni in una sola azienda.
Si tratta quindi di un vero e proprio cambio di prospettiva.
Le nuove generazioni non vedono più l’azienda come qualcosa a cui rimanere fedeli a tutti i costi.
Ad oggi si considerano bisogni ed esigenze personali e il lavoro è visto come un luogo in cui si vuole stare bene e non solo utile a prendere lo stipendio.
Sempre di più si va verso la connessione con noi stessi e la volontà di coltivare anche il proprio benessere oltre che il dovere.
© Riproduzione riservata