Bianca Brandolini d'Adda: chi è la modella e attrice di sangue blu
Origini nobili e stile da vendere: ecco numeri, amori, sogni e curiosità sulla bella modella e attrice italo-brasiliana Bianca Brandolini d'Adda
Bella, chic e spensierata. Aristocratica e amichevole. Bianca Brandolini d'Adda è figlia di una principessa e di un conte, oltre che nipote della sorella di Gianni Agnelli.
Ma a nobilitarla non sono solo le sue origini (doppiamente) altolocate.
L’aristocrazia della giovane socialite di sangue blu è (anche) nella sua vivacità e spontaneità, che esprime senza timori.
Una solarità innata che le permette di stare perfettamente (e ugualmente) a suo agio sia agli eventi più eleganti del jet set internazionale sia in costume da bagno mentre fa surf su una spiaggia brasiliana; tanto sul red carpet o in un esclusivo night club parigino quanto durante uno shopping sfrenato in tenuta da it-girl (vietato però chiamarla così: pare che l’appellativo le stia stretto!).
Anche in materia di stile Bianca Brandolini d'Adda non sbaglia una mossa: con una scarpa rasoterra (che lei adora) o una t-shirt qualunque, con i tacchi a spillo o a piedi nudi, il suo allure elegante non la tradisce mai.
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Chi è Bianca Brandolini d'Adda
Nome Bianca Brandolini d'Adda
Data e luogo di nascita nasce a Parigi il 25 giugno 1987
Segno zodiacale Cancro
Segni particolari Fisico slanciato, sorriso luminoso su un viso dai tratti latini, capelli lunghi e lisci (che tiene spesso sciolti) di colore biondo scuro.
Altezza 1.80
Il dettaglio in più Doppiamente nobile e naturalmente aristocratica ma vivace e amichevole.
Le origini nobili di Bianca Brandolini d'Adda
La famiglia. Sua madre è la principessa franco-brasiliana Georgina de Faucigny-Lucinge et Coligny, il padre il conte Tiberto Ruy Brandolini d’Adda. Ha una sorella più grande di nome Cornelia, detta Coco. La nonna, Cristiana Agnelli, è la sorella dell’avvocato Gianni.
Adolescenza. Cresce tra Parigi e Rio de Janeiro, ma frequenta l’asilo in Italia. A Parigi si iscrive all’Istituto Superiore di Studi Cinematografici e poi a un corso di teatro al Pygmalion Studio.
Cose da nobili. Nel 2005 fa il suo debutto in società a Le Bal des Débutantes all’Hôtel de Crillon di Parigi, accompagnata da Antoine de Tavernost. Per l’occasione indossava un abito bianco e nero della maison Valentino. Fu scelta per aprire le danze insieme al Principe Charles Philippe, Duca di Anjou.
Lavoro e carriera
Il sogno nel cassetto. Si divide tra il desiderio di diventare attrice e stilista (ma si sta muovendo più verso la seconda opzione).
Di sicuro c'è che quando si tratta di moda e haute coture, Bianca Brandolini d’Adda non manca mai a un evento, un vernissage, una fashion week.
La carriera. Nonostante le origini altolocate, non si è adagiata sugli allori e alla soglia dei trent’anni si è già costruita una carriera tutta sua.
Modella, attrice e creatrice designer, in Brasile ha disegnato una linea di costumi da bagno per Osklen.
Al cinema. Ha recitato una particina nel film per la tv Ti amo troppo per dirtelo, mentre nel corto The Innovators - per la regia di Carmen Chaplin, nipote di Charlie Chaplin - interpreta il ruolo del capo di una missione che torna nel passato a bordo di una macchina del tempo per cambiare il corso delle cose nel futuro. Nel film Aïcha, diretto dall’algerina Yamina Benguigui, è una cattolica convertita all’Islam.
Recentemente Bianca ha realizzato insieme a Eugenie Niarchos una capsule collection per i festeggiare i 50 anni di Azzaro. Nel 2008, sempre per Azzaro, le due socialite realizzarono una collezione di bijoux.
Bianca Brandolini d’Adda e la moda
È una vera fashion icon e nel mondo della moda si dice che non sbagli un colpo.
Grazie anche alla sua eleganza innata e al buon gusto (ereditato da mamma Georgina, che fu musa e collaboratrice dello stilista Valentino), la bella modella appare perfetta in ogni circostanza, con una scarpe rasoterra, i tacchi a spillo o a piedi nudi.
È amata dagli stilisti, tanto che è stata musa di Sergio Rossi e di Cartier, dello stilista Giambattista Valli e da sempre è una delle preferite di Dolce & Gabbana.
Look preferito: skinny jeans, T-shirt tinta unita e cardigan.
Si dichiara assolutamente lontana dal total look, preferisce mescolare pezzi di marca e non, per creare outfit sempre differenti e attuali. Adora gli abiti vintage.
A proposito di scarpe ha dichiarato «Sono fissata con le scarpe, mi piacciono superflat, non amo i tacchi. Sono perfette con i vestiti lunghi: ti senti vestita, ma sei anche comoda per ballare».
Sport e dieta
Della sua dieta dice: «Non ho un’alimentazione molto sana, mi sforzo di mangiare pesce, ma preferisco la pasta o la carne con le patate.
Adoro il junk food, e visto che spesso negli aeroporti c’è un McDonald’s, prima di un viaggio lungo mi trovate lì. Naturalmente ogni volta prometto a me stessa che non lo farò mai più, ma la volta dopo ci ricasco».
Con lo sport in compenso se la cava molto meglio.
Scoperta la barre au sol, una disciplina che lavora sulla postura e sugli allungamenti, non riesce più a farne a meno.
Adora tutti gli sport: in vacanza passa dallo sci invernale allo sci d’acqua, nuota e va in canoa, fa paddle boarding.
Ha provato il kite surfing, «Ma sono un disastro e ho lasciato perdere», dice.
Quando è a Rio de Janeiro, corre sulla spiaggia di Ipanema.
Bianca Brandolini d’Adda e Lapo Elkann
Per due anni e mezzo e qualche prendi lascia (vero e presunto) Bianca Brandolini d’Adda e Lapo Elkann – suo cugino di terzo grado - fanno coppia fissa.
La cronistoria della loro love story racconta che si sono innamorati nel 2008, lasciati nel 2009, ripresi nel 2010, salendo e scendendo da yacht, jet privati e scalinate nobiliari.
Dopo la rottura con Lapo non si è saputo più nulla di serio sul fronte amoroso.
In seguito, infatti, la bella Bianca è stata vista a Saint Moritz in compagnia di Arun Nayar, il tycoon indiano fresco di divorzio da Liz Hurley.
Nell’estate del 2015, in una vacanza a Mykonos era stata fotografata con un misterioso uomo.
Nel 2016 si gode una splendida vacanza da single, con una dozzina di amiche, in Sri Lanka.
Curiosità in pillole
L’amore della sua vita è un piccolo cucciolo di Volpino della Pomerania (discendente dello Spitz Tedesco), così dolce e cute da assomigliare a un dolcissimo orsetto di peluche.
Il rapporto con i social. Non è su Facebook, ha un profilo Twitter e Instagram «Ma solo perché dovevo». Non posta tutti i giorni e la tecnologia non è il suo forte: «Ho una nipotina che a tre anni sa usare l’iPad molto meglio di me!».
Per rilassarsi riempie la vasca da bagno con acqua caldissima, accende il pc e guarda una serie tv: Scandal, Lost, Devious Maids, House of Cards, Girls. La sua preferita in assoluto («Ne conosco ogni episodio, ogni battuta e ogni abito»), è Sex and the City.
La sera adora rimanere a casa sua o andare a casa di amici ad ascoltare musica, chiacchierare e ridere.
Brilla per. Bellezza, eleganza e stile, ma anche per la sua spiazzante vivacità e una spontaneità.
È una gran dormigliona. Adora il suo letto e le lenzuola di lino morbido di sua nonna. Se non ha nulla da fare, dice, «Mi succede di andare a dormire alle dieci di sera e di svegliarmi il giorno dopo alle quattro del pomeriggio. Per me non è affatto una perdita di tempo».
Il vezzo. In maniera spesso inconscia si passa le mani per spostarsi i capelli.
Non sopporta di essere chiamerla it-girl, un appellativo che, come afferma lei stessa, «Mi va un po' stretto».
Intolleranze. Al lattosio e al glutine, che da quando ha eliminato dalla dieta sta molto meglio.
In cucina: «Sono uno zero come casalinga e se non trovo un’amica che mi aiuta ai fornelli, devo ordinare o uscire», dice.
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Pandoro o panettone? La psicologia spiega cosa c'è dietro la scelta

C’è una scelta che, durante le feste, ritorna con puntualità quasi rituale sulle nostre tavole: pandoro o panettone?
Apparentemente banale, questa preferenza divide gusti e abitudini familiari da generazioni, ma può essere letta anche come un piccolo segnale del nostro modo di vivere il Natale.
Al di là delle mode e delle infinite varianti artigianali, il dolce delle feste resta un simbolo potente; legato all’idea di comfort, tradizione e piacere condiviso.
Senza voler trasformare una scelta gastronomica in un test di personalità, è interessante osservare come la psicologia attribuisca al cibo un valore emotivo e identitario.
Preferire il pandoro o il panettone non svela i nostri segreti più nascosti, ma può raccontare qualcosa del nostro rapporto con la semplicità, la complessità e il bisogno di rassicurazione o di varietà, proprio nel periodo dell’anno in cui queste dinamiche emergono con più forza.
**Le 5 personalità che si trovano durante le vacanze di Natale: quale siete?**
Pandoro o panettone? La psicologia spiega cosa c'è dietro la vostra scelta
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Se siete team pandoro
Chi è team pandoro spesso cerca nel Natale (e nel cibo) una forma di rassicurazione.
Il pandoro è lineare e senza sorprese: stesso sapore, stessa consistenza, stesso rituale ogni anno. Psicologicamente, questa scelta può riflettere una personalità che ama le cose chiare, riconoscibili, che funzionano senza troppe complicazioni.
Il pandoro piace a chi tende a preferire il comfort emotivo alla sperimentazione, a chi trova benessere nella ripetizione e nelle tradizioni così come sono. Non è una chiusura al nuovo, ma un bisogno di stabilità: in un periodo già carico di stimoli, impegni e aspettative, scegliere qualcosa di semplice diventa un modo per alleggerire.
È la scelta di chi nel Natale cerca una pausa dal rumore, più che un’esperienza da esplorare. Un dolce che non chiede di essere interpretato, ma solo gustato.
Se siete team panettone
Chi invece è team panettone tende ad avere un rapporto più fluido con la varietà e l’imprevisto.
Il panettone è stratificato, imperfetto, pieno di elementi diversi che convivono insieme: dolcezza, acidità, consistenze differenti. Non è mai identico a sé stesso, e forse è proprio questo il suo fascino.
Dal punto di vista psicologico, chi lo preferisce è spesso più aperto al cambiamento, meno infastidito dalle sfumature della vita e più attratto dalle esperienze complesse. Scegliere il panettone significa anche accettare ciò che non piace a tutti (uvetta e canditi) ma che fa parte del “pacchetto”. Un atteggiamento che racconta tolleranza, adattabilità e curiosità.
Il panettone è il dolce di chi vive le feste come un momento di convivialità vera, fatta di differenze che si incontrano. Di chi ama mescolare, provare, cambiare versione ogni anno. È la scelta di chi non cerca solo conforto, ma anche stimoli, storie, contaminazioni.
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Questi comportamenti quotidiani (apparentemente normali) peggiorano l'ansia senza che ce ne accorgiamo

Ci sono giornate in cui non sappiamo spiegare bene perché ci sentiamo irritabili, sotto pressione, come se il corpo corresse più veloce della testa. Spesso diamo la colpa al lavoro, ai ritmi frenetici della vita, ai colleghi anticipatici, al meteo o semplicemente al periodo dell’anno.
Può essere però che a contribuire a questa sensazione ci siano abitudini minuscole, talmente automatiche da non farci più caso.
Secondo diversi terapeuti, molte delle nostre routine quotidiane (dal modo in cui iniziamo la nostra gioranta al modo in cui usiamo lo smartphone) attivano il sistema nervoso senza che ce ne rendiamo conto. E così un po’ alla volta, giorno dopo giorno, contribuiscono a rafforzare quell'ansia, quella tensione di fondo costante che sembra arrivare “dal nulla” ma che in realtà ha radici molto concrete.
Niente allarmismi: la buona notizia è che, una volta identificate, queste micro-abitudini si possono correggere con piccoli cambiamenti sostenibili. E gli effetti sul benessere mentale possono essere sorprendenti.
**5 frasi da non dire mai a una persona ansiosa (e cosa dire invece)**
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Il telefono al risveglio, il multitasking continuo e quelle “micro-scosse” che attivano il sistema nervoso
Molti comportamenti che ci sembrano innocui sono, in realtà, tra i principali responsabili dell’ansia quotidiana.
Il primo della lista? Guardare il telefono appena svegli. Quello che sembra un gesto normale, controllare notifiche, messaggi, social, non dà al cervello il tempo di passare gradualmente dal sonno alla veglia. Al contrario, lo espone immediatamente a un flusso di informazioni, stimoli e richieste che attivano la risposta allo stress già dal primo minuto della giornata.
A questo si aggiunge il nostro stile di vita iper-veloce: multitasking costante, pause saltate, pasti mangiati in fretta o direttamente rimandati, riunioni che si accavallano, email che arrivano a raffica. Corpo e mente non hanno mai un vero momento per rallentare e ricalibrarsi. È la condizione perfetta per alimentare ansia, stress e irritabilità.
Anche i micro-stress ripetuti, come le notifiche del telefono o l’email che lampeggia sullo schermo del pc, hanno un impatto maggiore di quanto pensiamo. Funzionano come piccole scosse al cervello; brevi, ma continue. Il risultato? Il sistema nervoso resta in iper-attivazione, come se fosse sempre pronto a reagire a una minaccia, anche quando in realtà non c’è.
Non è un caso che molte persone raccontino di “non riuscire più a rilassarsi davvero”: il corpo rimane in modalità fight or flight anche mentre siamo seduti sul divano. Una condizione sottile, invisibile, ma che alimenta anisao a lungo termine.
Poco sonno, troppi schermi e una routine che non rispetta i ritmi naturali
Un altro fattore chiave è il sonno. Quando dormiamo troppo poco (o male) le aree del cervello che regolano le emozioni diventano più reattive. E così, ciò che in un giorno normale sarebbe un piccolo fastidio (una mail urgente, un imprevisto, una discussione) diventa un detonatore emotivo. Siamo più suscettibili, più stanchi, più vulnerabili allo stress.
Il problema è amplificato dal tempo passato davanti agli schermi, soprattutto nelle ore serali. La luce intensa del computer o della televisione comunica al cervello che “non è ancora ora di dormire”, interferendo con la produzione di melatonina e con la capacità di disattivare gradualmente il sistema nervoso. E quando andiamo a letto con lo smartphone in mano, portiamo con noi anche tutte le sue notifiche, informazioni e stimoli non elaborati. Il risultato? Un sonno meno profondo, più risvegli notturni e maggiore anisao al mattino.
Infine, c’è un elemento spesso sottovalutato: il sovraccarico decisionale. Tra lavoro, messaggi, social, email, appuntamenti, scadenze e notifiche, ogni giorno prendiamo centinaia di micro-decisioni. Questo crea un affaticamento mentale che il nostro sistema non è progettato per sostenere a lungo senza pause. E quando il cervello si sente “sovraccarico”, l'ansia trova terreno fertile.
Cosa possiamo fare per controllare e ridurre l'ansia
La buona notizia è che per ridurre l'ansia non servono cambiamenti drastici: spesso bastano piccoli aggiustamenti inseriti nella routine quotidiana.
Gli psicologi suggeriscono, ad esempio, di evitare di iniziare la giornata con il telefono in mano. Concedersi anche solo dieci o quindici minuti di “risveglio lento”, senza notifiche né stimoli digitali, aiuta il sistema nervoso a non attivarsi subito in modalità allerta.
Allo stesso modo, introdurre brevi pause durante la giornata (anche solo una manciata di secondi per fare stretching, chiudere gli occhi e fare un paio di respiri profondi) permette al corpo di ritrovare un ritmo più regolare e meno reattivo.
Un altro accorgimento utile riguarda le notifiche: limitarle significa ridurre quel flusso costante di micro-sollecitazioni che mantiene la mente in tensione.
Anche la gestione degli schermi serali può fare una grande differenza: tenere il telefono lontano dal viso o ridurre il tempo trascorso online prima di dormire aiuta il cervello a produrre melatonina e a prepararsi al riposo.
Infine, muoversi un po’ ogni giorno, anche per pochi minuti, contribuisce a sciogliere la tensione accumulata e a rimettere in circolo energie più equilibrate. È un modo semplice per ricordare al corpo che non deve restare sempre in modalità emergenza: può rallentare, respirare, ritrovare il proprio centro.
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Ecco il segreto per impacchettare i regali di Natale in 4 mosse

Impacchettare i regali di Natale per molti è un task più difficile e impegnativo che scegliere e comprare un pensiero per tutti.
Nonostante la sua apparente semplicità, l’idea di carta stropicciata, scotch visibile e fiocchi sbilenchi può mettere in crisi tutti, ma soprattutto gli amanti della precisione con poca dimestichezza coi lavoretti manuali.
La buona notizia però è impacchettare i regali di Natale in modo ordinato ed elegante non richiede talento artistico né materiali costosi, ma solo un po’ di metodo e qualche accorgimento pratico.
Con pochi passaggi mirati e un approccio più attento ai dettagli, anche il pacchetto più semplice può trasformarsi in una confezione curata e armoniosa, capace di valorizzare il regalo e di fare la una bellissima figura sotto l’albero, senza l’effetto improvvisato dell’ultimo minuto.
**5 trucchi per scrivere bigliettini di auguri di Natale originali (senza chiedere a ChatGPT)**
Come impacchettare i regali di Natale: i consigli da seguire passo dopo passo
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1. Scegliere carta e materiali (pochi, ma giusti)
Il primo errore quando si cerca di capire come impacchettare i regali è pensare che servano mille decorazioni. In realtà, meno materiali si usano, più il pacchetto risulta elegante.
La scelta della carta è fondamentale: meglio una carta leggermente più spessa, facile da piegare e meno soggetta a strapparsi. Le carte troppo sottili o lucide, invece, tendono a segnarsi subito e a rendere le pieghe imprecise.
Per andare sul sicuro, puntate su colori neutri o naturali (come carta kraft, bianco, verde bosco, rosso scuro) e abbinate un solo elemento decorativo: uno spago, un nastro in tessuto, un filo dorato. Anche materiali semplici come carta da pacchi e spago da cucina possono diventare molto chic se usati con coerenza.
2. Tagliare e piegare con precisione (il passaggio che fa la differenza)
Uno dei segreti di come impacchettare i regali bene è la precisione. Prima di tutto, misurate la carta appoggiando il regalo al centro e assicurandovi che i lati coprano completamente l’oggetto senza eccessi. Troppa carta rende difficile gestire le pieghe, mentre troppo poca vi costringerà a rattoppare all’ultimo minuto.
Quando piegate, fatelo con calma: passate il dito lungo i bordi per segnare le pieghe e ottenere linee nette. Anche i lati corti vanno chiusi con ordine, piegando prima verso l’interno e poi verso il centro.
Questo passaggio, spesso sottovalutato, è quello che trasforma un pacchetto “fatto in fretta” in uno visivamente pulito.
3. Chiudere bene (e nascondere lo scotch)
Un altro punto chiave di per impacchettare i regali di Natale alla perfezione è la chiusura. Lo scotch serve, ma non deve mai essere protagonista. Usatelo solo dove serve davvero e cercate di nasconderlo all’interno del pacchetto o sotto le pieghe. Se la carta è stata tagliata correttamente, basteranno pochissimi pezzetti.
Il resto del lavoro può farlo il nastro o lo spago: un giro semplice, un nodo ben stretto e magari un doppio passaggio intorno al pacchetto sono più che sufficienti.
Evitate fiocchi troppo grandi o complessi se non siete pratiche: un nodo pulito risulta sempre più elegante di un fiocco sproporzionato.
4. Il dettaglio finale che personalizza davvero il regalo
L’ultimo passaggio è quello che rende il pacchetto unico. Non serve esagerare: un solo dettaglio basta. Un bigliettino scritto a mano, un rametto di pino, una fettina d’arancia essiccata, un’etichetta in carta riciclata.
Il consiglio è di scegliere un dettaglio coerente con il resto del pacchetto e ripeterlo su tutti i regali: questo crea un effetto armonioso sotto l’albero e dà subito l’idea di cura e attenzione.
Alla fine, imparare come impacchettare i regali di Natale non significa puntare alla perfezione, ma dedicare qualche minuto in più a un gesto che parla di tempo e presenza. Ed è proprio questo, spesso, il regalo più bello da ricevere.
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Nuovo SUV C5 Aircross: più spazio, più comfort, più tecnologia

Chi è al volante, guida rilassato. I passeggeri a bordo, intanto, si godono il viaggio in classe extra-comfort. Un’alchimia perfetta, frutto delle qualità distintive del Nuovo SUV C5 Aircross: più spazio, comfort, tecnologia, sostenibilità e accessibilità, il tutto made in Europe, a Rennes, in Francia, nello storico stabilimento del marchio.
Se nel sovraffollato mercato dei SUV farsi notare non è facile, la nuova ammiraglia Citroën non passa di certo inosservata. Non è solo per il restyling estetico, è anche per quell’evoluzione di sostanza che ha portato la vettura verso un’idea di funzionalità e di utilizzo superiore. In un mercato dove spesso ci si concentra solo sulle prestazioni o sul design delle linee, infatti, Citroën punta sull'ergonomia.
Il risultato? Un SUV diverso da tutti gli altri, progettato per chi vive l’auto come un’estensione della propria casa, per chi affronta il traffico quotidiano o lunghi trasferimenti stradali e cerca un ambiente che "ammortizzi" non solo le buche, ma anche lo stress della giornata. Il modello è ideale per le famiglie, ma anche per il mercato B2B/fleet.
Design più maturo e scolpito
Rispetto alle linee arrotondate del passato, il Nuovo SUV Citroën C5 Aircross adotta un volto più deciso e aerodinamico. Il frontale è stato completamente ridisegnato, sono nuovi i fari a LED e altri dettagli eleganti che ne esaltano il carattere e fanno la differenza.
Un "tappeto volante"
Uno dei punti di forza della vettura è il sistema di sospensioni con smorzatori idraulici progressivi (Progressive Hydraulic Cushions®). In parole semplici? Significa che l’auto assorbe le buche e le irregolarità del terreno in modo fluido, regalando quella sensazione di "tappeto volante" tipica della tradizione Citroën.
Come nel salotto di casa
Se il design esterno cattura l’occhio, è l’abitacolo del Nuovo SUV C5 Aircross a convincere definitivamente chi cerca un’esperienza di guida decompressiva.
Citroën ha lavorato per trasformare l’interno in un vero e proprio "salotto". Il concetto di Sofa Design si traduce in sedute ampie e accoglienti, un’illuminazione ambientale estesa, la presenza di elementi d'arredo e l’uso di tessuti che riprendono i codici dell'interior design.
A seconda degli allestimenti, l’uso dell’Alcantara o della pelle con impunture a contrasto non serve solo all'estetica, ma trasmette una sensazione tattile di calore.
Sotto il rivestimento superficiale, i sedili nascondono uno strato di 15 mm di schiuma strutturata che evita l'effetto di "affossamento" tipico delle sedute troppo morbide, garantendo sostegno posturale anche dopo ore di viaggio.
Accanto alla comodità, il sistema di Ambient Lighting - illuminazione d’ambiente - definisce l’atmosfera desiderata a bordo: i punti luce discreti posizionati nei vani portaoggetti, nel tunnel centrale e lungo la plancia creano una luce soffusa che riduce l’affaticamento visivo durante la guida notturna.
Questa "bolla luminosa" esalta i volumi dell'abitacolo e aumenta la percezione di spazio e protezione, rendendo l'ambiente accogliente come una stanza ben illuminata.
Tutto a portata di mano
L’ottimizzazione dell’ergonomia sul Nuovo SUV C5 Aircross passa per una riprogettazione della console centrale, ora più pulita e razionale.
La seduta è alta per dominare la strada, ma qui è stata affinata per garantire che ogni comando sia dove il conducente si aspetta di trovarlo. Il nuovo posizionamento dello schermo da 10" è studiato per essere perfettamente in linea con lo sguardo, riducendo i movimenti della testa e permettendo di mantenere la massima concentrazione sulla guida. L'obiettivo è semplice: fare in modo che il conducente abbia tutte le informazioni davanti a sé e a portata di mano, in modo da poter guidare in tranquillità e ridurre lo stress, con l'ausilio di schermi digitali che offrono chiarezza e grafica accattivante.
Gamma completamente elettrificata
Per la prima volta anche 100% elettrico, Nuovo SUV C5 Aircross è disponibile in due versioni, la più equilibrata e accessibile Comfort Range, dotata di un motore da 210 CV / 157 kW abbinato a una batteria da 73 kWh, per un'autonomia di 520 km, e la Long Range, con motore da 230 CV/170 kW e una batteria da 97 kWh, presto ordinabile, che offrirà un’eccezionale autonomia di 680 km.
Non mancano Nuovo SUV C5 Aircross Hybrid 145 Automatic, la porta d'ingresso all'elettrificazione offerta a 28.900 euro, e Nuovo SUV C5 Aircross Plug-In Hybrid 195 Automat
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