“Noi donne iraniane”: storie di donne che non hanno paura
Dal fuoco di proteste che ha infiammato l’Iran dopo la morte di Mahsa Amini - ventiduenne curda uccisa dalla polizia iraniana perché non indossava correttamente l’hijab - e dal bisogno di portare alla luce la deriva di una nazione stretta tra patriarcato, crisi economica, corruzione e rigide norme religiose e ideologiche, nasce il documentario “Noi donne iraniane”.
Un racconto corale che ripercorre la storia della repressione delle libertà in Iran, ma anche il coraggio contagioso che unisce milioni di giovani intorno al grido di "Donna, Vita e Libertà".
Le tante voci nel documentario sono rappresentanti della cultura, dell'arte, del mondo accademico del Paese. A cui fanno eco, poi, quelle delle troppe donne costrette a lasciare l'Iran negli anni passati.
Molte delle loro testimonianze e dei video auto-prodotti sono stati inviati dall’Iran clandestinamente, aggirando il blocco dei social e la censura.
Quando e dove vedere “Noi donne iraniane”
Eppure, le loro voci e immagini sono arrivate chiare e nitide anche in un Occidente che troppo di sovente ancora finge di non sentire o si gira dall'altra parta.
Scritto dalle giornaliste Sabina Fedeli e Anna Migotto, “Noi donne iraniane” sarà proiettato in anteprima a Milano lunedì 6 marzo alle ore 18.30 presso l’Anteo Spazio Cinema (Piazza XXV Aprile, 8). Alla serata saranno presenti Sara Hejazi (Università di Trento, scrittrice e giornalista) e Alessandra Campedelli (CT Nazionale pallavolo femminile dell’Iran dal 2021 al 2023).
Dopo il passaggio in sala, mercoledì 8 marzo andrà in onda su La7 all'interno del programma Atlantide, condotto da Andrea Purgatori.
Nata e guidata da donne che lottano per la libertà, questa nuova rivoluzione attraversa le divisioni di genere, classe ed etnia e rappresenta la più seria sfida popolare ai leader teocratici del Paese a partire dalla rivolta del 2009, conosciuta come Onda Verde.
Dalla morte di Mahsa Amini tante ragazze, studentesse e donne hanno protestato bruciando pubblicamente i loro veli. Altre sono state incarcerate o, peggio ancora, uccise dalle forze di sicurezza. Perché la loro battaglia per rovesciare il regime non sia vana, il mondo le deve ascoltare. E grazie a questo documentario ora finalmente le può anche vedere.
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