10 osterie e trattorie romantiche a Roma

Qualunque siano i vostri gusti in fatto di ristoranti romantici, abbiamo il posto per voi: 10 osterie e trattorie romantiche dove andare a cena col partner
L'aggettivo "romantico" accostato alle tradizionali osterie e trattorie romane è quasi un paradosso. Ma c'è anche chi alle, seppur tipiche, atmosfere caciarone preferisce un pizzico di intimità in più.
Senza però rinunciare al gusto avvolgente di una carbonara, al buon sugo - vietato rinunciare alla scarpetta - che condisce l'amatriciana, al sapore di casa della coda alla vaccinara e alla delicatezza del baccalà.
Quindi, per non rinunciare alla bontà e alla generosa tradizione romana, scegliete Trattoria Pennestri che, accando alle ricette tipiche, mette in risalto gli ingredienti che hanno fatto la storia della cucina capitolina. Oppure, se la giornata lo permette, sedetevi ai tavolini esterni della Taverna de' Mercanti o della trattoria Da Cesare.
Se c'è una ricorrenza da festeggiare, l'Antica Pesa a Trastevere o l'Osteria Fernanda sono i posti che fanno per voi, ma se amate essere circondati da verde e piante rampicanti, ecco l'Osteria Margutta. E ci sono anche chicche a Testaccio, trattorie di quartiere, i sapori di Roscioli.
Ecco quindi 10 tra osterie e trattorie perfette per una cena a due.
(Continua dopo la foto)
Trattoria Pennestri (Ostiense)
Via Giovanni da Empoli 5
Certo, se chiedete le classiche paste romane, vi accontenteranno e saranno squisite. Ma qui a essere protagonisti non sono tanto i piatti tradizionali, bensì gli ingredienti che hanno scritto la storia della cucina romana.
Vengono utilizzati per realizzare nuove ricette.
Da non perdere: i fiori di zucca in pastella di ceci, baccalà mantecato al rosmarino, la coratella d'agnello con buccia di limone e ricotta salata, i saltimbocca di polpette accompagnati da cicoria ripassata, le animelle impanate ai grissini con nocciole, semi e yogurt.
Tra i dolci, quello della casa al cioccolato, con olio e rosmarino: fidatevi.
Antica Pesa (Trastevere)
Via Garibaldi 18
Diviene osteria già nel 1922, ma ormai è un ristorante affermato in tutta la città - e non solo: anche Leo Di Caprio e Madonna sono stati qui - con un menù che ben naviga tra tradizione e innovazione.
Sostanzialmente, accanto alla trippa alla romana con scaglie di pecorino, gocce di menta e crema di fagioli cannellini potrete trovare il petto d'anatra affumicato con semifreddo di senape al miele e crumble di fichi, mentre tra i primi c'è solo l'imbarazzo della scelta tra spaghetti cacio e pepe, chitarra alla carbonara, tagliolini con burro, alici e pane croccante.
L'ambiente? Elegante. La terrazza, poi, è romanticissima.
Roscioli (Centro-Campo de' Fiori)
Via dei Giubbonari 21
Il locale è diviso in quattro aree: per un clima più riservato, chiedete di sedere in una delle due sale.
Ordinate una tra le 2800 etichette e cominciate a dare un'occhiata al menù.
Cominciate col maritozzetto della tradizione con porchetta di suino brado, robiola di Roccaverano e acciughe del Cantabrico o con la panzanella col pane di Lariano. Oppure coi fritti, dalle alici ai fiori di zucca ripieni di coda alla vaccinara con fonduta di cacio e pepe.
La carbonara? Quella di Roscioli è una delle migliori di Roma.
Osteria Fernanda (Porta Portese)
Via Crescenzo del Monte 18
Seppur presenti menù e pietanze gourmet, quella del giovane e promettente chef Davide Del Duca non è un'osteria solo nel nome. Tanto per cominciare, c'è chi dice che la sua amatriciana sia tra le migliori di Roma.
Ritroverete i sapori tipici capitolini anche nell'anguilla, che qui viene proposta con riso acido, rape e verdure al bitter.
Ferrara (Trastevere)
Piazza Trilussa 41
Enoteca, ma anche osteria: l'ambiente è perfetto per una coppia, che qui ovviamente può godere di migliaia d'etichette provenienti da tutta Italia e non solo.
Dopo un tagliere di salumi e formaggi, gustate i carciofi alla giudia, le puntarelle in salsa d'alici, la cacio e pepe e l'amatriciana, la gricia e le polpette alla romana, fino alla trippa al pomodoro con pecorino e al baccalà.
Trattoria Da Cesare (Monteverde)
Via del Casaletto 45
Considerata una delle migliori trattorie di Roma, questa trattoria propone piatti della cucina romana in un ambiente semplice ma perfetto anche per una cena a due.
Partite con le polpette di bollito (squisite!) e passate alla pasta con cozze o alici e pecorino, oppure col sugo di coda alla vaccinara. Largo poi al profumo della menta nella trippa alla romana o al sapore delicato degli involtini. Per i più golosi c'è l'abbacchio panato e fritto. Irrinunciabile il tiramisù.
Con la bella stagione si mangia nel dehor esterno.
Angelina (Testaccio)
Via Galvani 24/A
Nei pressi dell'antico mattatoio e affacciato sul famoso "monte dei cocci", questo ristorante si sviluppa tra camini, ampi spazi bianchi, giochi di luce, banchi da macellaio, tavoli in legno e di maiolica.
Golosi il fiore di zucca con ricotta di bufala, maionese di alici e lardo di colonnata e il filetto di baccalà con frutta secca e salsa di peperoni arrostiti, mentre le paste che finiscono coi sughi alla carbonara, all'amatriciana, alla gricia e così via sono fatte in casa. Da provare, tra i primi, pasta baccalà e ceci e pappardelle con ragù di coda alla vaccinara.
Il pranzo della domenica è un grande brunch in onore alla tradizione romana e laziale, con influenze da tutta Italia.
Con la bella stagione si mangia nella gradevole terrazza, dove si fa anche aperitivo.
Lo'Steria (Ponte Milvio)
Via dei Prati della Farnesina 61
Osteria in zona Ponte Milvio dall'aspetto informale, ma perfetta anche per una coppia. Le pietanze sono scritte alla lavagna e il menù parla la lingua di Roma.
Cominciate con un saccoccio di fritti: supplì, baccalà in pastella, polpette di lesso, oppure con pane di Lariano con burro e alici o, ancora, con bruschetta ricoperta di guanciale cotto al vino. Passate poi alle classiche romane, inclusi gli gnocchi.
Infine, dopo polpette al vino bianco, trippa, coda, broccoletti e salsiccia di Campagnano, saltimbocca, provate la cicoria ripassata e gustate salame di cioccolato o tiramisù.
Taverna de' Mercanti (Trastevere)
Piazza de' Mercanti 3/A
Si mangia in un palazzetto medioevale, un'antica casa padronale che si trovava nel cuore del mercato portuale, in un'atmosfera romantica ma informale allo stesso tempo. Se la giornata permette, mangiate all'aperto e chiedete uno dei tavolini esterni.
Il menù è casereccio: bruschetta trasteverina, paste classiche romane, specialità di carne e pesce direttamente dalla griglia.
Osteria Margutta (Centro)
Via Margutta 82
Lampadari giganti rossi, piante rampicanti da osservare dalle finestre a far da cornice al pasto e un menù ricco rendono piacevole la permanenza in quest'osteria, anche per un pranzo.
Qui, nelle stagioni più fredde, si possono trovare anche la minestra con riso e patate e la pasta e fagioli, mentre per il resto dell'anno ecco l'abbacchio alla scottadito, la trippa alla romana e addirittura la squisita coratella coi carciofi.
© Riproduzione riservata
In cerca di ricette sfiziose per Natale (e non solo)? Idee e miti da sfatare sul Cotechino Modena IGP

Non è Capodanno senza il Cotechino con le lenticchie, un abbinamento tradizionale che, se mangiato alla mezzanotte, si dice porti fortuna e prosperità per l'anno nuovo.
Ma allora perché concederselo solo durante le Feste? Il Cotechino Modena IGP è un ottimo prodotto italiano che si presta perfettamente anche a ricette gourmet, da servire non solo durante la stagione fredda, soprattutto perché meno calorico di quanto si pensi.
In cerca di ricette sfiziose per Natale (e non solo)? Idee e miti da sfatare sul Cotechino Modena IGP
(Continua sotto la foto)
Ogni anno, arriva puntuale il momento di scegliere il menu per il pranzo di Natale e il cenone di Capodanno. L’usanza (ma anche l’indubitabile bontà e gusto) vuole che il Cotechino sia sempre e comunque presente a tavola e, per abitudine, siamo soliti proporlo con i classici abbinamenti lenticchie e purea di patate.
Ma per stupire parenti e amici sappiate che ci sono ricette raffinate e innovative che combinano insieme tradizione e modernità.
Proprio il Consorzio di tutela Zampone e Cotechino Modena IGP – che oggi conta 13 aziende, tra i principali produttori dei due prodotti insigniti dell’ambito riconoscimento “Indicazione Geografica Protetta” – ha deciso di lanciare una sfida ai consueti luoghi comuni.
E così, grazie al coinvolgimento dello chef Luca Marchini del ristorante stellato L’erba del Re di Modena, sono venuti fuori piatti insoliti e originali come il Cotechino croccante accompagnato con zabaione semi salato, cipolle all’aceto balsamico di Modena ed emulsione oppure la Pasta all’uovo con un ragù di Zampone, fondo bruno e cioccolato fondente.
Ricette che fanno venire l’acquolina ancora prima di sentire il profumino che sprigionano in pentola e – ottima notizia! – contrariamente ai pregiudizi, si possono gustare senza grandi sensi di colpa. Sì perché il Cotechino ha meno calorie di quanto si pensi: un etto corrisponde a circa 250 calorie, un apporto inferiore a quello di un piatto di pasta scondita ed equivalente a quello di una mozzarella.
Altro mito da sfatare: il colesterolo è presente in quantità simili a quello contenuto nel pollo o nella spigola e comunque inferiori a quelle presenti in tanti alimenti che consumiamo abitualmente come le uova, frutti di mare o formaggio grana.
Questo prodotto dalla lunga storia e tradizione – una miscela di carni suine ottenute dalla muscolatura striata, grasso suino, cotenna, sale e pepe intero e/o a pezzi – rispetto al passato, ha visto ridursi il contenuto di grassi e sodio e oggi è in linea con i suggerimenti della moderna scienza nutrizionale.
Lo dicono gli esperti, e in particolare le recenti analisi dell’Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione (ex INRAN ora CREA NUT): il Cotechino non solo ha un elevato contenuto di proteine nobili e un moderato contenuto di grassi (perché persi in parte con la cottura) ma anche più grassi insaturi rispetto a quelli saturi ed è ricco di vitamine del gruppo B e di minerali, soprattutto ferro e zinco.
Si tratta poi di un prodotto costantemente controllato proprio perché tutelato da un Consorzio, ormai attivo da oltre 20 anni, che ne garantisce la produzione nel territorio previsto dal disciplinare (Modena, Ferrara, Ravenna, Rimini, Forlì-Cesena, Bologna, Reggio Emilia, Parma, Piacenza, Cremona, Lodi, Pavia, Milano, Varese, Como, Lecco, Bergamo, Brescia, Mantova, Verona e Rovigo), secondo l’originale e tradizionale ricetta (determinati ingredienti, proporzioni e spezie) e rispettando precise caratteristiche qualitative (colore, sapore e soprattutto un contenuto minimo di proteine e massimo di grassi).
E poi, ultimo ma non per importanza, da considerare la velocità di preparazione di questo piatto. Quanto quella di un piatto di pasta, tra ebollizione e cottura: proprio così. Grazie al packaging in alluminio della versione precotta, che richiede una cottura in acqua bollente, ci vogliono solo 20 minuti. Quindi, cos’altro aspettare? Se già state sognando un bel piatto di Cotechino fumante, il conto alla rovescia è già partito e da questo momento avrete meno di un quarto d’ora per sbizzarrivi!
Se volete cimentarvi in ricette alternative con il Cotechino Modena IGP – un prodotto la cui origine risale addirittura al Cinquecento – potete consultare la sezione ricette del sito web del Consorzio con un’ampia serie di proposte che vanno dal brunch all’aperitivo.
Pubblicazione finanziata con la Legge Regionale dell’Emilia-Romagna n. 16/95
© Riproduzione riservata