Quello che non vi hanno mai detto su Nutella

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Siamo stati a visitare la fabbrica Ferrero: ecco cosa abbiamo scoperto su Nutella

Se la storia di «Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato» fosse vera sarebbe ambientata ad Alba, dove nel 1946 Pietro Ferrero, pasticcere piemontese, ha fondato un'industria per produrre la sua più grande invenzione, che no, non era ancora la Nutella, ma aveva in sé tutte le basi per diventarlo.

Biglietti dorati alla mano, siamo stati a visitare quello che a tutti gli effetti è il paradiso del cioccolato, aka il primo e tutt'ora più grande stabilimento di Ferrero nel mondo, in occasione del 70esimo compleanno dell'azienda, che ha eccezionalmente aperto le sue porte per farci vedere da vicino materie prime e fasi di lavorazione di alcuni tra i suoi prodotti di punta.

All'interno, coperti da testa a piedi come una squadra di CSI per scongiurare ogni possibile contaminazione del prodotto, siamo stati accompagnati (non dagli Umpa Lumpa purtroppo) tra cialde di wafer appena sfornate, nocciole appena granellate e colate di Nutella appena confezionate.

Il profumo di cioccolato era ovunque, aleggiava nell'aria. Per estrema pignoleria e senso del lavoro abbiamo assaggiato tutto.

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Nel posto in cui viene custodita la ricetta segreta della crema di nocciole più mangiata al mondo abbiamo visto di persona come nascono alcuni prodotti di punta dell'azienda, tra cui Nutella, i Ferrero Rocher e i più giovani B-ready, e scoperto tantissimi numeri e curiosità.

Per esempio, che ogni giorno nel globo vengono prodotti 24 milioni (ventiquattro milioni!, in tutta Italia siamo 60 milioni di abitanti secondo le stime 2016) di Ferrero Rocher e che per ognuno servono quattro nocciole, di cui una rimane intera all'interno e le altre si dividono nella Nutella che la avvolge e nella granella all'esterno.

O che l'estratto di burro di cacao ha 884 calorie per 100 grammi (0% carboidrati, 0% proteine, 100% grassi!), che praticamente corrispondono a quelle di due piatti di pasta concentrate in poco più di un morso. 

Ma visto che questo non è un film dell'orrore e che la vera protagonista è una, è di lei che vi parleremo - raccontandovi tutto quello che non sapete di Nutella.

Quello che non sapete sulla Nutella


pane nutella

È nata per colpa della guerra La Guerra ha fatto sì che il prezzo del cacao andasse alle stelle e il pasticcere Pietro Ferrero inventa un impasto dolce unendo quel poco cioccolato a disposizione con nocciole (presenti in abbondanza nelle Langhe) e zucchero.

Lo chiama Giandujot e il 14 maggio 1946 fonda la ditta Ferrero.

Diciotto anni dopo, il figlio Michele inventa il primo vasetto di una nuova crema a base di nocciole e cacao che decide di chiamare Nutella. 

HANNO PROVATO AD AGGIUNGERCI DELLE VITAMINE

Era il 1960 e la Ferrero incaricò un chimico di nome Francesco Rivella di realizzare Nutella Vitamin, con l'aggiunta di sostanze adatte alla crescita, per invogliare le mamme ad acquistarlo e a farlo mangiare ai propri figli.

Il prodotto non è mai uscito dalle aree test dell'azienda, ma apprezziamo il tentativo. Come se, davvero.

Quanta Nutella si mangia nel mondo


nutella

Per darvi un'idea:

1. Se tutti i vasetti di Nutella mangiati in un anno venissero messi in fila, coprirebbero l'intero giro della Terra quasi due volte

2. O ricoprirebbero la Grande Muraglia Cinese otto volte

3. Se vogliamo usare un'altra unità di misura, la Nutella prodotta in un anno pesa quanto l'Empire State Building

4. O, ancora: è stato stimato che nel mondo (secondo quanto riportato da uno studio condotto qualche anno fa) si è arrivati a vendere più o meno un vasetto di Nutella ogni 2,5 secondi.

A proposito di vasetti

nutella edizione 2017

Fin dagli esordi Nutella è stata venduta in vasetti di vetro per incentivarne l'acquisto, già che una volta consumato il prodotto possono essere riutilizzati a proprio piacimento.

Negli ultimi 50 anni, bicchieri e barattoli sono stati decorati da disegni, scritte e personaggi del mondo cartoon, con un occhio di riguardo per anniversari e ricorrenze, dai mondiali di calcio a Expo passando per le Olimpiadi,  dando vita a collezioni e collezionisti di tutto rispetto (che probabilmente sfruttano la collezione per intingere il cucchiaio con meno sensi di colpa).

Il 2013 è l'anno della prima Nutella personalizzata con i nomi propri sul vasetto (seguiti nel 2014 dai messaggi e nel 2015 dai dialetti).

Il 2017, quello dei pezzi unici - sette milioni di pezzi unici solo in Italia, per l'esattezza. Tutti contraddistinti da grafica e colori diversi e tutti numerati con un numero seriale progressivo. Claim dell'operazione, «Come te non c'è nessuno». (In vendita da fine Gennaio 2017).

A proposito di record e tributi

Colata Nutella

Nel 2005, 27.854 persone si sono radunate a Gelsenkirchen, in Germania, per la più grande colazione al mondo a base di Nutella: a oggi il Guinness dei Primati spetta ancora a loro.

Esiste una Giornata Mondiale della Nutella, ed è il 5 Febbraio.

Il 14 maggio 2014, in Italia, è stato emesso un francobollo ordinario per il 50º anniversario della sua nascita, in quanto eccellenza italiana del sistema produttivo ed economico.

Cosa c'è dentro

nocciole

La ricetta della Nutella è per forza di cose tenuta segreta (come quella della Coca Cola) e protetta nella fabbrica di Alba, ma i suoi ingredienti principali sono: zucchero, cacao, nocciole, latte e olio di palma. 

Ma l'olio di palma non faceva male?


olio di palma

Sì. O, meglio: in un momento storico in cui l'olio di palma viene demonizzato e sulle confezioni di (quasi) ogni prodotto alimentare compare la dicitura senza olio di palma, Ferrero ha rilasciato un comunicato ufficiale per spiegare che «non è corretto sostenere che l'olio di palma sia nocivo per la salute dell'uomo», perché «l'olio di palma è un prodotto di origine naturale e adatto all'impiego nell'industria alimentare».

«Quello che lo rende dannoso è un processo chiamato idrogenazione che Ferrero non mette in atto, in quanto utilizza solo olio di palma naturalmente estratto dal frutto della palma e che non ha dunque bisogno del processo di idrogenazione».

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In cerca di ricette sfiziose per Natale (e non solo)? Idee e miti da sfatare sul Cotechino Modena IGP

Progetto-senza-titoloNatale Cotechino
Il piatto delle Feste per eccellenza vi stupirà: ecco perché.

Non è Capodanno senza il Cotechino con le lenticchie, un abbinamento tradizionale che, se mangiato alla mezzanotte, si dice porti fortuna e prosperità per l'anno nuovo.

Ma allora perché concederselo solo durante le Feste? Il Cotechino Modena IGP è un ottimo prodotto italiano che si presta perfettamente anche a ricette gourmet, da servire non solo durante la stagione fredda, soprattutto perché meno calorico di quanto si pensi.

In cerca di ricette sfiziose per Natale (e non solo)? Idee e miti da sfatare sul Cotechino Modena IGP

(Continua sotto la foto)

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Ogni anno, arriva puntuale il momento di scegliere il menu per il pranzo di Natale e il cenone di Capodanno. L’usanza (ma anche l’indubitabile bontà e gusto) vuole che il Cotechino sia sempre e comunque presente a tavola e, per abitudine, siamo soliti proporlo con i classici abbinamenti lenticchie e purea di patate. 

Ma per stupire parenti e amici sappiate che ci sono ricette raffinate e innovative che combinano insieme tradizione e modernità.

Proprio il Consorzio di tutela Zampone e Cotechino Modena IGP – che oggi conta 13 aziende, tra i principali produttori dei due prodotti insigniti dell’ambito riconoscimento “Indicazione Geografica Protetta” – ha deciso di lanciare una sfida ai consueti luoghi comuni.

E così, grazie al coinvolgimento dello chef Luca Marchini del ristorante stellato L’erba del Re di Modena, sono venuti fuori piatti insoliti e originali come il Cotechino croccante accompagnato con zabaione semi salato, cipolle all’aceto balsamico di Modena ed emulsione oppure la Pasta all’uovo con un ragù di Zampone, fondo bruno e cioccolato fondente.

Ricette che fanno venire l’acquolina ancora prima di sentire il profumino che sprigionano in pentola e – ottima notizia! – contrariamente ai pregiudizi, si possono gustare senza grandi sensi di colpa. Sì perché il Cotechino ha meno calorie di quanto si pensi: un etto corrisponde a circa 250 calorie, un apporto inferiore a quello di un piatto di pasta scondita ed equivalente a quello di una mozzarella. 

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Altro mito da sfatare: il colesterolo è presente in quantità simili a quello contenuto nel pollo o nella spigola e comunque inferiori a quelle presenti in tanti alimenti che consumiamo abitualmente come le uova, frutti di mare o formaggio grana.

Questo prodotto dalla lunga storia e tradizione – una miscela di carni suine ottenute dalla muscolatura striata, grasso suino, cotenna, sale e pepe intero e/o a pezzi – rispetto al passato, ha visto ridursi il contenuto di grassi e sodio e oggi è in linea con i suggerimenti della moderna scienza nutrizionale.

Lo dicono gli esperti, e in particolare le recenti analisi dell’Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione (ex INRAN ora CREA NUT): il Cotechino non solo ha un elevato contenuto di proteine nobili e un moderato contenuto di grassi (perché persi in parte con la cottura) ma anche più grassi insaturi rispetto a quelli saturi ed è ricco di vitamine del gruppo B e di minerali, soprattutto ferro e zinco.

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Si tratta poi di un prodotto costantemente controllato proprio perché tutelato da un Consorzio, ormai attivo da oltre 20 anni, che ne garantisce la produzione nel territorio previsto dal disciplinare (Modena, Ferrara, Ravenna, Rimini, Forlì-Cesena, Bologna, Reggio Emilia, Parma, Piacenza, Cremona, Lodi, Pavia, Milano, Varese, Como, Lecco, Bergamo, Brescia, Mantova, Verona e Rovigo), secondo l’originale e tradizionale ricetta (determinati ingredienti, proporzioni e spezie) e rispettando precise caratteristiche qualitative (colore, sapore e soprattutto un contenuto minimo di proteine e massimo di grassi).

E poi, ultimo ma non per importanza, da considerare la velocità di preparazione di questo piatto. Quanto quella di un piatto di pasta, tra ebollizione e cottura: proprio così. Grazie al packaging in alluminio della versione precotta, che richiede una cottura in acqua bollente, ci vogliono solo 20 minuti. Quindi, cos’altro aspettare? Se già state sognando un bel piatto di Cotechino fumante, il conto alla rovescia è già partito e da questo momento avrete meno di un quarto d’ora per sbizzarrivi!

Se volete cimentarvi in ricette alternative con il Cotechino Modena IGP – un prodotto la cui origine risale addirittura al Cinquecento – potete consultare la sezione ricette del sito web del Consorzio con un’ampia serie di proposte che vanno dal brunch all’aperitivo. 

Pubblicazione finanziata con la Legge Regionale dell’Emilia-Romagna n. 16/95