Ebbene sì, il digiuno intermittente fa (davvero) bene alla salute: un nuovo studio lo conferma
Il digiuno intermittente fa bene o è solo una moda?
Questo regime alimentare ha ricevuto moltissima attenzione negli ultimi anni e ha guadagnato popolarità grazie al suo essere particolarmente efficace per la perdita di peso. La ricerca scientifica, però, continua a suggerire che i vantaggi non siano solo quelli dimagranti, ma che ci siano alcuni notevoli benefici per la salute legati a periodi di digiuno regolare.
Secondo un recente studio, pubblicato dall'Università di Cambridge, lasciare un’intera giornata tra i pasti può infatti ridurre i livelli di infiammazione dannosa nel corpo e, di conseguenza, ridurre anche il rischio di malattie come il diabete e l’Alzheimer.
Scopriamo meglio i risultati di questa ricerca e tutti i benefici del digiuno intermittente.
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Perché il digiuno intermittente fa bene
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Cos'è il digiuno intermittente?
Il digiuno intermittente è un modello alimentare che alterna periodi di alimentazione a periodi di digiuno con una determinata regolarità.
Secondo questo approccio, non è tanto importante il tipo di alimenti che dovremmo mangiare, ma piuttosto quando dovremmo mangiarli.
Gli schemi di digiuno intermittente più comuni includono il digiuno di 16/8, in cui si mangia solo durante una finestra di 8 ore e si digiuna per le restanti 16 ore, o il digiuno giornaliero in cui si alternano giorni di digiuno e giorni di normale alimentazione.
L'obiettivo principale è quello di distogliere l'attenzione del corpo dalla digestione del cibo.
Durante il periodo di digiuno, infatti, avvengono nel corpo una serie di cambiamenti metabolici: poiché nello stomaco non è rimasto cibo da digerire, il corpo si concentra sul processo di recupero e mantenimento.
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Perché se ne parla così tanto
Da tempo si sospetta che il corpo umano non sia adatto, in termini evolutivi, all’abitudine moderna di mangiare e fare spuntini costantemente durante tutto il giorno.
Si ritiene, invece, che i nostri corpi siano più adatti alla routine alimentare dei nostri antenati cacciatori-raccoglitori, che probabilmente consumavano un numero inferiore di pasti, con intervalli molto più lunghi tra loro.
Gli scienziati infatti sostengono che la nostra alimentazione – in particolare la dieta occidentale ad alto contenuto calorico – può aumentare il rischio di malattie tra cui l’obesità, il diabete di tipo 2 e le malattie cardiache, che sono legate all’infiammazione cronica del corpo.
L'infiammazione è la risposta naturale del nostro corpo a lesioni o infezioni, in cui l'organismo si prepara a difendersi e a riparare i danni.
Tuttavia, si ritiene che questi processi rigenerativi e curativi vengano interrotti o indeboliti se si aumenta il livello di zucchero nel sangue mangiando.
Per questo, gli scienziati sono convinti che far passare più ore tra i pasti dia al nostro corpo il tempo di svolgere le attività di riparazione e mantenimento che mantengono sane le nostre cellule.
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La ricerca
Gli scienziati dell'Università di Cambridge hanno analizzato qual è il rapporto tra il digiuno intermittente e la riduzione dell’infiammazione nel corpo. Hanno studiato un gruppo di 21 volontari, chiedendo loro di consumare un pasto da 500 calorie, digiunare per 24 ore e poi di consumare un altro pasto da 500 calorie.
I risultati, pubblicati sulla rivista medica Cell Reports, dimostrano che il digiuno di 24 ore ha aumentato i livelli nel corpo di un acido grasso chiamato acido arachidonico, una sostanza in grado di ridurre l'infiammazione dannosa nel corpo.
«Questa ricerca fornisce una potenziale spiegazione di come cambiare la nostra dieta – in particolare attraverso il digiuno – ci protegga dall’infiammazione, che è alla base di molte malattie legate a una dieta occidentale ipercalorica», ha detto la professoressa Clare Bryant, a capo del Dipartimento di Medicina dell'Università di Cambridge.
«È troppo presto per dire se il digiuno protegge da malattie come l’Alzheimer e il morbo di Parkinson poiché gli effetti dell’acido arachidonico sono solo di breve durata, ma il nostro lavoro si aggiunge a una quantità crescente di letteratura scientifica che sottolinea i benefici per la salute della restrizione calorica».
«Suggerisce infatti che il digiuno regolare per un lungo periodo aiuta a ridurre l’infiammazione cronica che associamo a queste condizioni».
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In cerca di ricette sfiziose per Natale (e non solo)? Idee e miti da sfatare sul Cotechino Modena IGP

Non è Capodanno senza il Cotechino con le lenticchie, un abbinamento tradizionale che, se mangiato alla mezzanotte, si dice porti fortuna e prosperità per l'anno nuovo.
Ma allora perché concederselo solo durante le Feste? Il Cotechino Modena IGP è un ottimo prodotto italiano che si presta perfettamente anche a ricette gourmet, da servire non solo durante la stagione fredda, soprattutto perché meno calorico di quanto si pensi.
In cerca di ricette sfiziose per Natale (e non solo)? Idee e miti da sfatare sul Cotechino Modena IGP
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Ogni anno, arriva puntuale il momento di scegliere il menu per il pranzo di Natale e il cenone di Capodanno. L’usanza (ma anche l’indubitabile bontà e gusto) vuole che il Cotechino sia sempre e comunque presente a tavola e, per abitudine, siamo soliti proporlo con i classici abbinamenti lenticchie e purea di patate.
Ma per stupire parenti e amici sappiate che ci sono ricette raffinate e innovative che combinano insieme tradizione e modernità.
Proprio il Consorzio di tutela Zampone e Cotechino Modena IGP – che oggi conta 13 aziende, tra i principali produttori dei due prodotti insigniti dell’ambito riconoscimento “Indicazione Geografica Protetta” – ha deciso di lanciare una sfida ai consueti luoghi comuni.
E così, grazie al coinvolgimento dello chef Luca Marchini del ristorante stellato L’erba del Re di Modena, sono venuti fuori piatti insoliti e originali come il Cotechino croccante accompagnato con zabaione semi salato, cipolle all’aceto balsamico di Modena ed emulsione oppure la Pasta all’uovo con un ragù di Zampone, fondo bruno e cioccolato fondente.
Ricette che fanno venire l’acquolina ancora prima di sentire il profumino che sprigionano in pentola e – ottima notizia! – contrariamente ai pregiudizi, si possono gustare senza grandi sensi di colpa. Sì perché il Cotechino ha meno calorie di quanto si pensi: un etto corrisponde a circa 250 calorie, un apporto inferiore a quello di un piatto di pasta scondita ed equivalente a quello di una mozzarella.
Altro mito da sfatare: il colesterolo è presente in quantità simili a quello contenuto nel pollo o nella spigola e comunque inferiori a quelle presenti in tanti alimenti che consumiamo abitualmente come le uova, frutti di mare o formaggio grana.
Questo prodotto dalla lunga storia e tradizione – una miscela di carni suine ottenute dalla muscolatura striata, grasso suino, cotenna, sale e pepe intero e/o a pezzi – rispetto al passato, ha visto ridursi il contenuto di grassi e sodio e oggi è in linea con i suggerimenti della moderna scienza nutrizionale.
Lo dicono gli esperti, e in particolare le recenti analisi dell’Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione (ex INRAN ora CREA NUT): il Cotechino non solo ha un elevato contenuto di proteine nobili e un moderato contenuto di grassi (perché persi in parte con la cottura) ma anche più grassi insaturi rispetto a quelli saturi ed è ricco di vitamine del gruppo B e di minerali, soprattutto ferro e zinco.
Si tratta poi di un prodotto costantemente controllato proprio perché tutelato da un Consorzio, ormai attivo da oltre 20 anni, che ne garantisce la produzione nel territorio previsto dal disciplinare (Modena, Ferrara, Ravenna, Rimini, Forlì-Cesena, Bologna, Reggio Emilia, Parma, Piacenza, Cremona, Lodi, Pavia, Milano, Varese, Como, Lecco, Bergamo, Brescia, Mantova, Verona e Rovigo), secondo l’originale e tradizionale ricetta (determinati ingredienti, proporzioni e spezie) e rispettando precise caratteristiche qualitative (colore, sapore e soprattutto un contenuto minimo di proteine e massimo di grassi).
E poi, ultimo ma non per importanza, da considerare la velocità di preparazione di questo piatto. Quanto quella di un piatto di pasta, tra ebollizione e cottura: proprio così. Grazie al packaging in alluminio della versione precotta, che richiede una cottura in acqua bollente, ci vogliono solo 20 minuti. Quindi, cos’altro aspettare? Se già state sognando un bel piatto di Cotechino fumante, il conto alla rovescia è già partito e da questo momento avrete meno di un quarto d’ora per sbizzarrivi!
Se volete cimentarvi in ricette alternative con il Cotechino Modena IGP – un prodotto la cui origine risale addirittura al Cinquecento – potete consultare la sezione ricette del sito web del Consorzio con un’ampia serie di proposte che vanno dal brunch all’aperitivo.
Pubblicazione finanziata con la Legge Regionale dell’Emilia-Romagna n. 16/95
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