Dieta paleo: cos'è e come funziona la dieta che piace alle star

dieta paleo cover desktopdieta paleo cover mobile

La dieta paleo trae spunto dal passato: la nuova tendenza, infatti, è mangiare come i cavernicoli. Ma siamo sicuri che non ci siano controindicazioni?

Miley Cyrus, Megan Fox e Jessica Biel hanno definitivamente abbandonato le vecchie abitudini (culinarie) e abbracciato una nuova (ma al contempo, vecchia) filosofia di vita decidendo di adottare la dieta paleo.

Un regime basato sulle presunte consuetudini alimentari degli antenati dell'era paleolitica, cioè ancor prima dello sviluppo dell’agricoltura.

Si tratta di un vero e proprio ritorno alle origini: mangiare paleo, infatti, significa optare esclusivamente per frutta secca o fresca, verdura cruda, carne (meglio se proveniente da animali selvatici), pesce, semi oleosi, eliminando completamente latte e latticini, cereali, legumi, cibi trasformati, piatti pronti, insaccati, salse e dolciumi.

Chi osserva questi diktat, insomma, deve spogliarsi della modernità, ripristinando un contatto con la terra, con i suoi prodotti e i suoi animali.

Sulla base di queste premesse, questo regime alimentare sembra richiedere grandi sacrifici.

Ma allora perché piace così tanto e alcune persone sono disposte a rinunciare a nutrienti che – in altri casi – vengono considerati fondamentali? E soprattutto, la comunità scientifica cosa pensa a riguardo?

(Continua sotto la foto)

dieta paleo

Cosa c'è dietro alla dieta paleo

La dieta paleo ha moltissimi seguaci anche nel nostro Paese, patria indiscussa dell'alimentazione mediterranea.

Ma qual è il principio che si cela dietro a questa insolita novità? Secondo i sostenitori della paleo, lo sviluppo di nuove tecniche di coltivazione e allevamento, avvenuto circa 10.000 anni fa, ha reso disponibili alimenti dapprima sconosciuti.

L'organismo dell'uomo, abituato a consumare solo prodotti della caccia e della pesca e frutti e vegetali che nascevano spontanei, avrebbe risentito negativamente di questo drastico cambiamento, tanto da diventare più debole e vulnerabile.

Non a caso i fautori della dieta paleo assecondano l'idea secondo cui questa evoluzione degli stili di vita avrebbe causato la comparsa di malattie, come il diabete e la sindrome metabolica, che nel paleolitico non esistevano.

Tradotto: i nostri antenati erano magri, muscolosi e sani ma con l'avvento dell'agricoltura e dell'allevamento hanno iniziato a essere fragili e più esposti alle malattie.

dieta paleo cos’è

Perché molti se ne sono innamorati?

Proprio per questi motivi, chi segue questo regime primitivo lo fa sostanzialmente per depurare l'organismo, ritrovare uno stato di benessere primordiale – quello, cioè, che in teoria caratterizzava i cavernicoli – e stare meglio con se stessi, senza necessariamente voler dimagrire.

Una sorta di detox interiore, insomma, che talvolta strizza l'occhio anche alla bilancia.

dieta paleo perché piace

Quali sono i punti critici?

Tra antenati, ritorno alla terra e benessere interiore la domanda che ci si pone è sempre la stessa: cosa ne pensano i nutrizionisti?

Va detto che ad oggi non esistono studi scientifici che dimostrino la validità di questa dieta ma, anzi, molti specialisti si sono mostrati alquanto dubbiosi sui reali benefici di questo regime.

Innanzitutto l'esclusione di cereali e legumi incide pesantemente sulla psiche umana: eliminare drasticamente i carboidrati dalla dieta, che sono il vero motore dell'organismo, significa privarsi delle energie necessarie per svolgere qualsiasi tipo di attività, con il rischio di incappare in spossatezza, svogliatezza e mancanza di attenzione e concentrazione.

E se è giusto moderare l'assunzione di cereali raffinati, che contribuirebbero a innalzare i livelli di infiammazione, è altrettanto appropriato continuare a consumare quelli integrali, che hanno un ruolo protettivo nei confronti del sistema gastro-intestinale e favoriscono il senso di sazietà.

Togliere i carboidrati dalla dieta, per di più, ha anche altre ripercussioni: senza la benzina giusta, l'organismo tenta di bruciare grassi e proteine per la sua sopravvivenza.

Questo processo dà luogo alle scorie metaboliche, che il corpo cerca di smaltire attraverso la sudorazione, che diventa più acre, e l'alito, che si fa pesante.

La dieta paleo, inoltre, porta a un consumo eccessivo di carne, con il rischio di assumere più proteine e grassi rispetto ai reali fabbisogni giornalieri (cioè rispettivamente 10-15% e 20-30%).

Ma qual è il problema, in questo caso? Un'alimentazione ricca di grassi animali, perlopiù saturi, causa l'aumento del colesterolo cattivo e ciò può avere serie ripercussioni sulla salute di cuore e arterie, più esposti a patologie.

Infine, la paleo dieta promuove un abbondante consumo di frutta fresca che, tuttavia, può causare un aumento di peso a causa dell'elevato contenuto di zuccheri (fruttosio in primis).

La stessa cosa vale per la frutta secca e i semi oleosi che, essendo ricchi di grassi, possono dar vita a qualche chilo di troppo.

dieta paleo punti critici

Quali sono i pro?

Sicuramente uno degli aspetti positivi di questa dieta è che promuove l'abolizione di prodotti confezionati e piatti pronti, che sono ricchi di sale, additivi e conservanti e poveri di proteine, minerali e vitamine.

La paleo, inoltre, punta sul consumo di frutta (secca e fresca), semi, verdure e ortaggi, che sono alimenti particolarmente ricchi di vitamine, fibre, antiossidanti, sali minerali e grassi polinsaturi, che apportano numerosi benefici all'organismo.

  • IN ARRIVO

In cerca di ricette sfiziose per Natale (e non solo)? Idee e miti da sfatare sul Cotechino Modena IGP

Progetto-senza-titoloNatale Cotechino
Il piatto delle Feste per eccellenza vi stupirà: ecco perché.

Non è Capodanno senza il Cotechino con le lenticchie, un abbinamento tradizionale che, se mangiato alla mezzanotte, si dice porti fortuna e prosperità per l'anno nuovo.

Ma allora perché concederselo solo durante le Feste? Il Cotechino Modena IGP è un ottimo prodotto italiano che si presta perfettamente anche a ricette gourmet, da servire non solo durante la stagione fredda, soprattutto perché meno calorico di quanto si pensi.

In cerca di ricette sfiziose per Natale (e non solo)? Idee e miti da sfatare sul Cotechino Modena IGP

(Continua sotto la foto)

Cotechino Modena IGP_1_1

Ogni anno, arriva puntuale il momento di scegliere il menu per il pranzo di Natale e il cenone di Capodanno. L’usanza (ma anche l’indubitabile bontà e gusto) vuole che il Cotechino sia sempre e comunque presente a tavola e, per abitudine, siamo soliti proporlo con i classici abbinamenti lenticchie e purea di patate. 

Ma per stupire parenti e amici sappiate che ci sono ricette raffinate e innovative che combinano insieme tradizione e modernità.

Proprio il Consorzio di tutela Zampone e Cotechino Modena IGP – che oggi conta 13 aziende, tra i principali produttori dei due prodotti insigniti dell’ambito riconoscimento “Indicazione Geografica Protetta” – ha deciso di lanciare una sfida ai consueti luoghi comuni.

E così, grazie al coinvolgimento dello chef Luca Marchini del ristorante stellato L’erba del Re di Modena, sono venuti fuori piatti insoliti e originali come il Cotechino croccante accompagnato con zabaione semi salato, cipolle all’aceto balsamico di Modena ed emulsione oppure la Pasta all’uovo con un ragù di Zampone, fondo bruno e cioccolato fondente.

Ricette che fanno venire l’acquolina ancora prima di sentire il profumino che sprigionano in pentola e – ottima notizia! – contrariamente ai pregiudizi, si possono gustare senza grandi sensi di colpa. Sì perché il Cotechino ha meno calorie di quanto si pensi: un etto corrisponde a circa 250 calorie, un apporto inferiore a quello di un piatto di pasta scondita ed equivalente a quello di una mozzarella. 

Natale Cotechino 1_1

Altro mito da sfatare: il colesterolo è presente in quantità simili a quello contenuto nel pollo o nella spigola e comunque inferiori a quelle presenti in tanti alimenti che consumiamo abitualmente come le uova, frutti di mare o formaggio grana.

Questo prodotto dalla lunga storia e tradizione – una miscela di carni suine ottenute dalla muscolatura striata, grasso suino, cotenna, sale e pepe intero e/o a pezzi – rispetto al passato, ha visto ridursi il contenuto di grassi e sodio e oggi è in linea con i suggerimenti della moderna scienza nutrizionale.

Lo dicono gli esperti, e in particolare le recenti analisi dell’Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione (ex INRAN ora CREA NUT): il Cotechino non solo ha un elevato contenuto di proteine nobili e un moderato contenuto di grassi (perché persi in parte con la cottura) ma anche più grassi insaturi rispetto a quelli saturi ed è ricco di vitamine del gruppo B e di minerali, soprattutto ferro e zinco.

Capodanno Cotechino 1_1

Si tratta poi di un prodotto costantemente controllato proprio perché tutelato da un Consorzio, ormai attivo da oltre 20 anni, che ne garantisce la produzione nel territorio previsto dal disciplinare (Modena, Ferrara, Ravenna, Rimini, Forlì-Cesena, Bologna, Reggio Emilia, Parma, Piacenza, Cremona, Lodi, Pavia, Milano, Varese, Como, Lecco, Bergamo, Brescia, Mantova, Verona e Rovigo), secondo l’originale e tradizionale ricetta (determinati ingredienti, proporzioni e spezie) e rispettando precise caratteristiche qualitative (colore, sapore e soprattutto un contenuto minimo di proteine e massimo di grassi).

E poi, ultimo ma non per importanza, da considerare la velocità di preparazione di questo piatto. Quanto quella di un piatto di pasta, tra ebollizione e cottura: proprio così. Grazie al packaging in alluminio della versione precotta, che richiede una cottura in acqua bollente, ci vogliono solo 20 minuti. Quindi, cos’altro aspettare? Se già state sognando un bel piatto di Cotechino fumante, il conto alla rovescia è già partito e da questo momento avrete meno di un quarto d’ora per sbizzarrivi!

Se volete cimentarvi in ricette alternative con il Cotechino Modena IGP – un prodotto la cui origine risale addirittura al Cinquecento – potete consultare la sezione ricette del sito web del Consorzio con un’ampia serie di proposte che vanno dal brunch all’aperitivo. 

Pubblicazione finanziata con la Legge Regionale dell’Emilia-Romagna n. 16/95