Comfort food: esiste davvero il cibo che ci fa sentire meglio nei giorni storti?
Possiamo preferire le patatine fritte, una torta di mele o delle alette di pollo, ma tutti abbiamo il nostro comfort food.
Molti pensano che sia solo il cibo della consolazione, in realtà è molto di più.
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Il comfort food infatti è quel piatto (o piatti) che evoca emozioni nostalgiche e positive. Le polpette della nonna o la merenda dell'infanzia, il sapore esotico di un viaggio o la lasagna della mamma.
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Le pietanze d'altra parte hanno il potere di risvegliare le sensazioni dei momenti felici.
E dunque il nostro comfort food è in grado di portarci in un rifugio sicuro in cui rimettersi in sesto dopo una giornata no.
Vi spieghiamo perché assecondarne la voglia vi aiuterà a sentirvi bene.
Come funziona il comfort food dal punto di vista della psicologia
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Perché ci fa sentire meglio
Quando siamo giù di morale cerchiamo spontaneamente un abbraccio che ci possa aiutare.
Il comfort food è proprio questo. La nostra mente collega quel piatto alle sensazioni provate con persone care e così sembrerà di poter rivivere per un attimo quei momenti.
Gustare e sentire il profumo di un piatto che ci riporta a momenti felici, evoca emozioni positive ed è in grado di farci sentire meglio.
Quali sono i comfort food
Ognuno ha il proprio.
Non si tratta di alimenti necessariamente ipercalorici ma dei ricordi che sono collegati a quel cibo.
Potrebbe essere una semplice pasta al ragù che riporta ai pranzi della domenica dalla nonna oppure a una torta alle mele che evoca i pomeriggi dell’infanzia.
Attenzione a non esagerare
Il comfort food regala un senso di sicurezza profondo.
Per questo motivo se ci sono periodi negativi tendiamo a cercare rifugio proprio in quel cibo che evoca sensazioni positive.
Forse un po' troppo spesso.
Attenzione a non esagerare con la quantità e la frequenza: quando il cibo viene associato alle emozioni è più facile essere trasportati da quello che si sente e non dal senso di fame o sazietà.
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