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Lifestyle

Scegliamo veramente partner che somigliano ai nostri genitori?

Scegliamo veramente partner che somigliano ai nostri genitori?

foto di Elena Zauli Elena Zauli — 8 Novembre 2023
Coppia estate amore heroscegliamo partner simili ai nostri genitori
Non è una formula matematica, ma sicuramente le nostre figure di attaccamento influenzano la scelta di un partner piuttosto che un altro

Nella ricerca dell'amore, spesso ci imbattiamo in un'affermazione popolare tanto diffusa quanto affascinante: tendiamo a scegliere partner che ricordano i nostri genitori.

Quanto c'è di vero in questa teoria psicologica e quanto è piuttosto un mito moderno?

La risposta, citando John Bowlby e la sua Teoria dell'Attaccamento, è radicata profondamente nei nostri primi legami affettivi. Bowlby sosteneva che i primi anni di vita formano un "modello operativo interno", che influenza le relazioni future. In altre parole, il nostro attaccamento iniziale - sicuro o insicuro, ansioso o evitante - tende a plasmare il nostro modo di relazionarci con gli altri in età adulta.

Ecco perché alcuni di noi possono ritrovarsi, in modo quasi sorprendente, a ricreare dinamiche familiari con il partner, come se stessimo danzando su una musica familiare ma non sempre armoniosa. Spesso perciò l'eco emotivo del rapporto con il padre o la madre si riflette nel partner che scegliamo, quasi a cercare conforto in quella familiarità, in quella continuità di esperienza che rievoca il nostro primo concetto di amore.

scegliamo un partner che somiglia a nostro padre?

L'attaccamento con il partner

Il motivo è anche abbastanza semplice: quando incontriamo quella persona percepiamo qualcosa di familiare, c'è un attrazione che a volte non sappiamo nemmeno spiegare razionalmente: spesso sono dinamiche profonde che abbiamo già vissuto a livello inconscio, e anche se non sempre queste dinamiche sono funzionali o ci fanno stare bene, scatta quello che noi psicologi chiamiamo attaccamento.

C'è anche da dire che come una medaglia ha sempre il suo rovescio, c'è anche chi si allontana deliberatamente da quel modello familiare, specialmente se quello che si è visto e vissuto in famiglia è stato magari elaborato come "sbagliato" o "fallimentare". Ci si ribella, scegliendo l’opposto, come per scrivere una storia nuova su un foglio bianco. Talvolta, la fuga da un modello negativo è altrettanto potente nel determinare le nostre scelte amorose quanto la ricerca di un rifugio sicuro nei tratti del genitore amato.

Quindi, è possibile che ci sia una verità intrinseca nell'affermazione che cerchiamo nei partner l'ombra dei nostri genitori?

Sicuramente i modelli di attaccamento che abbiamo avuto e le dinamiche familiari e di coppia che abbiamo visto ci influenzano nella scelta del partner. Ciò che è certo è che le relazioni umane sono complesse e uniche come le impronte digitali, e ridurre il loro esito alle sole esperienze dell'infanzia sarebbe una semplificazione eccessiva.

Nonostante questo, non si può negare che i nostri primi anni pongano le fondamenta su cui costruiremo i palazzi delle nostre relazioni future. Che sia cercando conforto nell'immagine paterna o materna o fuggendo da essa, portiamo i nostri genitori con noi nel viaggio dell'amore, talvolta come compagni silenziosi, altre come bussola o come faro da cui deliberatamente deviare. A volte siamo attratti da partner diversi a seconda del momento di vita che stiamo attraversando. A volte il rapporto stesso che abbiamo con le nostre figure di attaccamento cambia nel corso del tempo e anche questo ci può portare a cercare partner più o meno somiglianti ai nostri genitori.

In conclusione, il vero focus non è tanto scegliere se replicare o meno il modello genitoriale, quanto piuttosto comprendere come questo modello ci ha influenzati e come possiamo, consapevolmente, scrivere il nostro personale capitolo d’amore.

© Riproduzione riservata

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