Pro e contro della convivenza (e i segreti per farla funzionare)
La convivenza è una scelta coraggiosa, che può minare un rapporto o farlo crescere: ecco quattro segreti per farla funzionare
All’inizio sembra tutto bollente.
Tutto è un fremito: la sua auto che si ferma sotto casa, il suo nome che compare sul telefono, la sua voce.
Poi decidi di andare a convivere e la temperatura inevitabilmente si abbassa.
Ma le donne innamorate (del proprio uomo, della coppia, o dell’idea che rappresenta), sono impavide, non si lasciano scoraggiare dai luoghi comuni, si impegnano a raggiungere il risultato, e sono disposte a fare qualsiasi cosa, pur di dimostrare che il loro rapporto è differente, arrivando persino a compiere un prode gesto come la convivenza.
Una sorta di o la va o la spacca.
In un rapporto, infatti, lo spazio sembra essere un fattore determinante.
Se prima quelli di ciascuno erano gestiti in modo autonomo, ora, con la convivenza, usi e costumi di entrambi vengono condivisi.
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Il sipario si apre su una casa in stile moderno, in cui, nove volte su dieci, l’uomo non capisce perché i calzini lasciati sul pavimento rappresentino un problema, e la donna non riesce a spiegarsi che difficoltà possa esserci nel mettere i calzini nel cesto della biancheria.
Anche lui fatica a comprendere perché lei divida gli abiti per colore — in realtà, si domanda pure come sia possibile possederne così tanti in una sola vita — e lei non si capacita della confusione generalizzata che si nasconde nell’armadio di lui, ma se non ci fosse questa grande diversità tra i due sessi, tutti i rapporti sarebbero noiosi e sistematici.
Uomini e donne hanno priorità diverse, vivono in modalità diverse, perché per natura sono diversi, ma per completarci abbiamo bisogno di contaminarci: vivendo sotto lo stesso tetto.
E anche se sappiamo che non è facile, vogliamo credere che sia possibile.
La convivenza è un atto eroico: affrontare i problemi, gestirli con maturità, pazienza e buona volontà è roba da eroi. O si finisce come Rose e Jack in Titanic: su quel tronco c’era posto per due, ma uno solo dei due è sopravvissuto.
Ci saranno gesti, parole, opere o missioni che continueranno a infastidirci per tutti gli anni che verranno, ma rimarranno i simboli di una unicità che ci distingue, la stessa che ci ha fatto innamorare – nel bene e nel male.
Forse il segreto di una felice convivenza sta nelle aspettative, nella serenità di accettare le cose che non possiamo cambiare, nel coraggio di cambiare ciò che possiamo, e nella saggezza per riconoscere la differenza.
Un po’ come recita Robbie Williams prima dei suoi concerti.
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