I migliori romanzi da leggere a giugno sono quelli capaci di accompagnare in un viaggio lontano sia chi parte davvero sia chi resta a casa.
I libri perfetti per questo mese di inizio estate, infatti, da un lato sono quelli che verranno infilati in valigia (per accompagnare letteralmente in un viaggio) e dall’altro quelli che accompagneranno chiunque in un viaggio fantastico. Con quest'ultimo si intende quello scatenato dall’immaginazione, che parte dalle pagine.
Insomma: da qualunque verso la si guardi, un buon libro è sempre un altrettanto buon biglietto solo andata per mete lontane!
Come accade ogni anno a giugno, le nuove pubblicazioni sono tantissime e molte case editrici si sono giocate l’asso nella manica proprio ora, per accompagnare i lettori nei mesi più caldi (sia a livello di temperature sia a livello di mercato dei lettori).
Per crearvi la vostra biblioteca estiva, abbiamo selezionato per voi la top ten delle uscite in libreria, secondo i nostri gusti.
Dal thriller al love romance, dall’horror al romanzo autobiografico, dal genere rosa al giallo e al noir, di seguito troverete pane per i palati letterari di chiunque.
** Tutti i nostri consigli sui libri da leggere **
Ecco i migliori romanzi da leggere a giugno
(Continua sotto la foto)
Anna cammina scalza di Sauro Ciantini
Il mitico fumettista e illustratore italiano, padre putativo di Palmiro (la leggendaria serie del papero pubblicata su Comix), ha dato alle stampe un romanzo in cui mette da parte la matita da disegno per impugnare la penna con cui scrive.
Anna cammina scalza è il romanzo di Sauro Ciantini che lui stesso ci presenta come «un perfetto libro da mettere in valigia per l'estate, da leggere sotto l'ombrellone. Mentre il mare ti spettina le dita dei piedi».
La protagonista è la Anna messa a titolo: una ragazza che vive insieme alla sua migliore amica e al pesce rosso Zobì, fidanzata con Hubert e dotata di un lavoro fisso. Cose per cui, con i tempi che corrono, ci si potrebbe ritenere pienamente realizzati.
Ma tutto cambia quando improvvisamente la coinquilina scapperà (nella proverbiale fuga d'amore), il pesciolino tirerà le cuoia, il fidanzato la mollerà, così come il lavoro. A quel punto Anna farà la scelta più saggia che si possa fare quando ci si ritrova in balia di sfortune simili: partirà insieme a un amico alla volta di una delle spiagge più belle del sud della Francia. Si perderanno tra strade di campagna e arriveranno davanti a un cancello. È la porta arrugginita del Paradiso dietro le cui sbarre si intravede un angelo intento a innaffiare il giardino. Chi mai sarà costui?
Se volete ridere e rinfrescarvi lo spirito con uno che da decenni ce lo rinfresca in veste di fumettista e illustratore, allora Anna cammina scalza è il balsamo lenitivo da spalmarsi sull’anima.
Gioia mia di Tea Ranno
Una masseria in cima a una collina tra l'Etna e il mare sembra sorgere in un angolo del proverbiale paradiso terrestre. Terrazzamenti con ulivi, fichi e pruni, orti pieni di erbe e prati fioriti a perdita d'occhio rendono quel panorama un Eden senza se e senza ma.
La tenuta è “figlia” di Luisa Russo, che l'ha tirata su esattamente come una madre fa con un pargolo. Un pargolo femmina, come Luisa è certa che la masseria sia: le “quattro pietre perse” che le ha regalato suo marito sono state da lei tramutate non in un castello ma semmai in una “castidda”.
Perché quella terra è femmina, su questo Luisa non ha dubbi. Femmina e frutto dell’amicizia tra femmine: se quella masseria esiste è grazie al successo del ristorante che ha aperto insieme ad Agata, Lisabetta, Violante, Lucietta e altre amiche conosciute in Sicilia.
Il marito (Carmine) odia quella Castidda, simbolo com'è dell'intraprendenza femminile che in Sicilia è così tanto malvista. Quando Luisa si sentirà male e cadrà in coma, Carmine cercherà di sbarazzarsi della tenuta ma le amiche, per impedirglielo, la occuperanno.
Se volete un romanzo che coinvolge come Don Chisciotte ma che ha il plus di avere non un Hidalgo e un fedele Sancho Panza uomini bensì tante eroine donne, allora Gioia mia di Tea Ranno è il titolo da segnarsi.
La casa del tè di Valerio Principessa
Gabriel è un ragazzo innamorato delle culture lontane e delle loro parole, specialmente di quelle che è impossibile tradurre in altre lingue. Come la giapponese Wabi sabi, che esprime l'autenticità dell'imperfezione; o come iktsuarpok, con cui gli Inuit dell'Artico intendono l'irrequietezza nel controllare se qualcuno sta arrivando oltre l'orizzonte.
Queste parole, uniche e sole, sono le uniche e sole (!) che capiscono davvero come si sente Gabriel quando muore sua nonna. Il ragazzo viveva da sempre con lei, quindi alla sua scomparsa è naturale che si ritrovi confuso e smarrito.
Verrà accolto nella casa affidataria di Michiko, una signora giapponese che abita in un rione di Roma. Qui si ritroverà ad abitare con ragazze e ragazzi segnati da ferite che non si possono rimarginare.
C’è Chiara, che conosce le stelle ma non l'amore; Greta, sempre concentrata a scrivere messaggi al cellulare; Amina, con la sua indicibile esperienza di migrazione.
Michiko segue i giovani ospiti rammendando le giornate bucate con tazze di tè fumante, dialoghi pazienti e storie di paesi lontani. L’armonia emanata da Michiko riesce a lenire le sofferenze dei suoi ospiti, ma un giorno quell'equilibrio si spezzerà.
Un romanzo d'esordio che emoziona e incuriosisce. Leggendo La casa del tè imparerete tante parole, tradizioni e curiosità succulente, oltre a vivere un'avventura a dir poco coinvolgente.
Mia zia Jane Austen di Caroline Austen e Anna Lefroy
Un ritratto intimo e personale della grande Jane Austen viene offerto dalle nipoti della scrittrice. Caroline Austen e Anna Lefroy descrivono la loro zia come una donna adorabile, altamente intelligente e incline a facezie esilaranti.
Una zia che educa e intrattiene i bambini di casa, mentre scrive i suoi capolavori letterari nelle pause, dopo aver cucito per i poveri e osservato il traffico di carrozze lungo la strada.
Questo privato memoir mostra gli aspetti più intimi e umani di un'icona della letteratura e della cultura in generale.
La traduzione, a cura di Sara Grosoli, rende Mia zia Jane Austen di Caroline Austen e Anna Lefroy ancor più un gioiellino che il pubblico italiano non dovrebbe lasciarsi scappare.
Klara e il Sole di Kazuo Ishiguro
Klara è intenta a osservare i passanti, i bambini che la guardano dal vetro, il mendicante e il suo cane. Chi sta pensando che Klara sia la solita signora che spia il mondo dalle finestre di casa, si inganna: Klara è un robot umanoide di generazione B2 ad alimentazione solare.
Il vetro attraverso cui osserva la gente è quello della vetrina del negozio in cui questo modello sofisticato di Amico Artificiale aspetta. Attende che un piccolo umano la scelga e se la porti a casa.
Lo farà la quattordicenne Josie, una ragazzina sensibile e molto vivace che però è afflitta da un male oscuro. Per cercare di salvarla, quella che diventerà la sua fedelissima amica artificiale farà di tutto. Si impegnerà anima e corpo, come se anima e corpo avesse…
Se state cercando una lettura da intrattenimento puro, con note sci-fi mescolate a un bouquet da romanzo rosa in cui lo stelo (portante) è l’amicizia, allora Klara e il Sole di Kazuo Ishiguro dovrà comparire entro sera sul vostro comodino...
Oggi sarò tempesta di Silvia Ciompi
Se è l’amicizia quella che volete celebrare e rivivere, specie se nella sua declinazione più pura e potente, allora l’amico che state cercando è Oggi sarò tempesta di Silvia Ciompi.
Anzi: l’amica. Questo libro è da declinare al femminile, anche se romanzo e libro sono sempre vocaboli di genere maschile. Ma stavolta una licenza poetica è d'uopo perché in Oggi sarò tempesta tutto è femmina. Tutto quanto.
La protagonista è Greta, una ragazza di circa vent'anni il cui pc trabocca di bozze di romanzi. Ha un padre-padrone che continua a controllarla; per pagarsi gli studi, ogni estate lavora in una fabbrica di pomodori nel cuore della Maremma toscana.
Tra queste mura che trasudano disperazione e degrado Greta conoscerà Lidia: una donna abbandonata dal marito che si ritrova sola con un figlio sedicenne. Le due stringeranno amicizia tra un turno sfiancante e l'altro.
Intanto Greta si innamora di Simon, un ragazzo del Ghana che lavora con loro. Grazie all'amicizia tra Greta e Lidia, entrambe troveranno la forza e il coraggio di cambiare la propria esistenza.
Mai fidarsi delle apparenze di Liane Moriarty
La Delaneys Tennis Academy, rinomata scuola di tennis, sta per chiudere i battenti perché Joy e Stan stanno per godersi finalmente la meritata pensione. Joy si dispiace del fatto che nessuno dei loro quattro figli abbia voluto rilevare l'attività di famiglia, tuttavia se ne fa una ragione occupando il tempo con l'ascolto dei suoi amati podcast.
Una sera bussa alla porta di casa una ragazza, che dice di chiamarsi Savannah. Sanguina ed è in evidente stato confusionale dopo aver litigato con il fidanzato. I coniugi Delaney la ospiteranno nella propria casa ma il giorno di San Valentino sia Joy sia Savannah spariranno nel nulla. La polizia interrogherà l'unica persona rimasta: Stan. E scoprirà che quest'uomo ha molte cose da nascondere…
Se volete un giallo che non vi lascerà nemmeno un'ora di pausa tra un capitolo e l'altro da quanto vi coinvolgerà, allora l’avete trovato: Mai fidarsi delle apparenze di Liane Moriarty è la lettura che fa per voi.
Volevo essere Madame Bovary di Anilda Ibrahimi
Hera è nata in un Paese del socialismo reale dove la donna lavora almeno quanto l'uomo e la bellezza è una colpa. Da giovane divorava i romanzi di Tolstoj e Balzac, in cui le eroine sono tutte fedifraghe e di solito fanno una brutta fine.
La sua passione letteraria la rendeva un’onnivora, per cui leggeva anche molti libri di propaganda secondo i quali l'ideale femminile è sposarsi e lavorare in campagna.
Questo è il dualismo inconciliabile in cui Hera è cresciuta: in bilico tra il desiderio di diventare qualcuno e la consapevolezza di non poterlo essere; in equilibrio precario tra la voglia di vestirsi alla moda senza curarsi delle censure del regime e i rimproveri di sua nonna.
Un giorno Hera parte per Roma, dove metterà radici: diventa un’artista, fa dei figli, si realizza, trova il proprio equilibrio.
Ma allora cosa fa adesso a Tirana, con un uomo con cui nulla ha da condividere se non il corpo? Hera si ritrova attratta in maniera inesorabile dal passato dal quale era fuggita, che come una calamita tenta di riportarla a casa.
Volevo essere Madame Bovary è un romanzo intelligente in cui la voce venata di umorismo e sarcasmo di Anilda Ibrahimi ci racconta delle insidie dell'apparenza e della memoria. Sradica gli stereotipi femminili e ci fa capire quanto è importante rimanere fedeli a ciò che siamo diventati, benché il tempo insista per riportarci indietro.
Il figlio del figlio di Marco Balzano
Nicola ha ventisei anni e fa l’insegnante precario a Milano. È figlio di Riccardo, un emigrato pugliese, e nipote di Leonardo, un contadino analfabeta e senza terra.
Un giorno questi tre uomini decidono di vendere la casa al mare, che è diventata l'oggetto della disputa tra fratelli, genitori e cugini. Così una mattina di inizio estate queste tre incarnazioni dello stesso DNA partono a bordo di una Punto amaranto per raggiungere la Puglia.
È una terra a cui nonno, padre e nipote sono legati in maniera diversa.
L'avventura on the road che da Milano li porterà a Barletta si rivelerà un viaggio iniziatico in cui i rapporti di confronto-scontro tra padre e figli diventeranno più umani, veritieri e commuoventi. Il figlio del figlio di Marco Balzano vi incanterà, pagina dopo pagina.
I miei giorni alla libreria Morisaki di Satoshi Yagisawa
Jinbōchō è il più grande quartiere di librerie al mondo, la zona di Tokyo dedicata proprio alla passione libraria.
Questo paradiso per bibliofili si rivela un angolo tranquillo, fuori dal tempo benché si trovi a pochi passi dalla metropolitana e dai grattacieli moderni. Non tutti lo conoscono perché i più vengono attratti dalle mille luci di Shibuya o dal lusso di Ginza.
Takako è una venticinquenne che bazzica poco il quartiere di Jinbōchō, benché proprio qui si trovi la libreria Morisaki, proprietà della sua famiglia da tre generazioni. È un piccolo negozio (di appena otto tatami) che sorge in un vecchio edificio di legno, con una stanza adibita a magazzino al piano superiore. È il regno dello zio Satoru, che ai libri e alla Morisaki ha dedicato la vita, soprattutto da quando la moglie lo ha lasciato.
Satoru è l'opposto di Takako, che non esce di casa da quando l'uomo di cui era innamorata le ha annunciato che avrebbe sposato un'altra. Lo zio eccentrico e sognatore sarà colui che lancerà un'ancora di salvezza alla nipote: le proporrà di trasferirsi al piano di sopra della libreria in cambio di qualche ora di lavoro.
Takako non è una gran lettrice ma si lascerà conquistare dall’incredibile mondo di Jinbōchō.
Tra discussioni sulla letteratura moderna giapponese, incontri in un caffè con uno sconosciuto ossessionato da un misterioso romanzo e rivelazioni sulla storia d'amore di zio Satoru, Takako scoprirà un modo di comunicare e di relazionarsi che parte dai libri per arrivare al cuore. Un modo di vivere più intimo e autentico, senza paura del confronto e senza il terrore di lasciarsi andare.
Chiunque ami i libri più delle persone e chiunque preferisca trascorrere il pomeriggio in una libreria anziché la serata in discoteca non dovrà lasciarsi sfuggire questo gioiellino.
I miei giorni alla libreria Morisaki è la boule dell'acqua calda che lenisce l’anima (anche se a giugno sarebbe meglio definirla il condizionatore che dà refrigerio allo spirito, ecco).
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