Millie Bobby Brown: «Sono qui per liberarvi dai mostri»
Solo un anno fa una ragazzina sconosciuta, struccata, con i capelli rasati e il naso sanguinante, la 13enne Millie Bobby Brown, nata in Spagna, a Marbella, da genitori inglesi, ha conquistato il mondo delle serie televisive. E all’ultima edizione degli Emmy Awards, gli Oscar americani della tv, è stata la più giovane attrice mai candidata.
Merito delle 42 battute che pronuncia il suo personaggio, Undici, ragazza dai poteri paranormali ed eroina di Stranger Things, serie fantascientifica piena di citazioni Anni 80 che proprio agli Emmy ha raccolto 18 nomination. Protagonista, un gruppo di ragazzi alle prese con i mostri di una realtà parallela chiamata “Sottosopra”.
Nella seconda stagione, dal 27 ottobre su Netflix, aspettative e occhi sono ancora tutti rivolti verso Millie. Lo scrittore Stephen King si era accorto del suo talento nel 2014, con la serie tv Intruders: «È nata una stella», scriveva. Oggi lo ripetono in coro oltre 4 milioni di fan che seguono la star sui social. Merito, va detto, anche di un personaggio memorabile e fuori dal comune, una versione al femminile e umana del leggendario extraterrestre E.T..
Misteriosa, vulnerabile, coraggiosa, Undici viene in aiuto di una banda di ragazzi alla ricerca di un amico scomparso. «Essere l’unica femmina del gruppo ormai non mi fa più effetto: certo, loro parlano di videogame praticamente ogni minuto, ma quando è il momento di prendersi a botte vinco io», mi confida di fronte a una tazza di tè durante la nostra intervista.
Osservo Millie e vedo che già mostra di amare molto la moda: oggi è in un abito Roksanda, blu con i fiocchi sui gomiti e, ai piedi, sfoggia piccoli tacchi glitterati. Spigliata, spiritosa, bastano due minuti di chiacchierata per capire quanto sia già profondamente consapevole di sé e del suo successo. Anche perché, a marzo 2019, uscirà nelle sale americane il suo primo film per il cinema, il nuovo Godzilla: King of the Monsters, il suo battesimo del fuoco al botteghino.
Jodie Foster fu nominata all’Oscar a 15 anni per Taxi Driver, Natalie Portman esordì a 13 in Léon. Lei segue le loro orme?
«Magari. Sono attrici straordinarie, due modelli assoluti. Anche se il mio mito resta Meryl Streep».
Non segue nessuna che sia più vicina alla sua età?
«Trovo molto brava Hailee Steinfeld, la protagonista del film Il Grinta dei fratelli Ethan e Joel Coen: ha 20 anni e mi ispira molto. È già una grande attrice e, dopo averla conosciuta, posso dire che è una ragazza fantastica. Sa fare tutto, recitare e cantare. A me, invece, non chiedete di intonare qualcosa».
Ma musica ne ascolta? Chi c’è nelle sue playlist?
«Beyoncé, Rihanna, Ed Sheeran».
Com’è stato tornare a lavorare con i ragazzi di Stranger Things?
«Fantastico. Noi siamo una famiglia, ormai: passiamo un sacco di tempo insieme. Recitiamo, certo, ma anche studiamo, parliamo, cantiamo».
Firmate autografi, immagino.
«Sì, ma a parte questo, facciamo la stessa vita di prima».
Impossibile.
«Di nuovo c’è che abbiamo un paio di milioni, o magari il doppio, di persone che ci seguono sui social. Ci capitano privilegi e opportunità che i nostri coetanei non hanno, d’accordo, questo lo sappiamo e ci fa piacere. Ma la nostra forza, quello che ci tiene con i piedi per terra, è essere rimasti fedeli a noi stessi: ci prendiamo per mano per non volare via. Non pensiamo mai alla popolarità o alla fama, noi recitiamo perché ci piace da morire. E Stranger Things è la cosa più divertente che ci potesse capitare».
Anche nelle scene drammatiche? Il suo non è esattamente un personaggio divertente: oltre a parlare poco, non ride mai.
«Undici è una bambina complessa. Ricordo che un giorno, mentre recitavo una scena molto impegnativa, ero veramente scossa. Anzi, fuori di me. Questo mestiere t’insegna a non portare nulla a casa, a lasciare tutte le emozioni sul set, ma non è facile. Imparare a separare le sensazioni reali da quelle che provi mentre giri, è la cosa più complicata del mondo. Ma devi farlo. Anche perché sul set di Stranger Things succede di tutto: si corre, si piange, si ride, si urla».
Il suo personaggio perde anche molto sangue dal naso, quando usa i suoi poteri.
«Sì, sanguino, grido e piango. A volte mi viene da ridere pensando a quanto spesso io debba piangere. Eppure questa fragilità mi è sempre piaciuta. Nella seconda stagione Undici cresce parecchio, ma resta molto vulnerabile malgrado i suoi poteri speciali».
Che cosa prova quando si rivede sullo schermo?
«Mi odio. Non mi piaccio mai. Qualche giorno prima di girare la seconda serie, con gli altri protagonisti abbiamo rivisto la prima: abbiamo dovuto spegnere subito. Io mi trovavo così imperfetta».
È modesta, perfezionista o che cosa?
«In una scena agito la testa un po’ troppo, in un’altra mi trema l’occhio senza un perché. Poi in questa nuova stagione mi vedrete sempre più spaventata, arrabbiata, e in lacrime. Preparatevi».
A parte questo, che cosa può dirci dei prossimi episodi?
«Vedrete nuovi personaggi e nuove avventure. Sarà tutto più “dark”, più cupo, ma sempre con tutto quello che avete amato della prima stagione».
A proposito, per lei è stato più difficile doversi rasare i capelli o baciare Finn Wolfhard, il suo compagno di set?
«Sul set si fa questo e altro. È il nostro lavoro, nulla di più, non prendiamo queste cose troppo sul serio, sono i giornali che esagerano. Noi siamo bravi ragazzi e Finn è un grande, gli voglio molto bene. Non ho protestato prima di baciarlo, né ho pianto dopo averlo fatto».
In Stranger Things ha avuto come “collega” anche Winona Ryder, anche lei un’attrice che ha debuttato da teenager.
«Winona è una donna dolcissima. Ci trattava come fossimo tutti suoi figli e si prendeva cura di noi. Una volta è andata da mia madre sul set a chiederle: “Millie come sta?”. La mia mamma l’ha rassicurata: “Sta bene, tranquilla, sta solo recitando”. Che tenera».
La vedremo nel film Godzilla: King of the Monsters. Che tipo di esperienza è stata?
«Una sfida a livello emotivo, ma soprattutto fisico, visto che ho dovuto trascorrere un sacco di tempo in palestra per imparare i fondamentali della boxe. Non vedo l’ora che il film esca nelle sale».
Photo Credits: Getty Images e Instgram
© Riproduzione riservata