È cresciuta sul set insieme con sua sorella Dakota e ora, a 19 anni, Elle Fanning interpreta per Sofia Coppola il ruolo di seduttrice. «Perché», confessa a Grazia, «ho sempre desiderato che gli occhi di tutti fossero solo per me»
A un certo punto della sua giovane vita l’attrice Elle Fanning, 19 anni, ha deciso di scrollarsi di dosso l’immagine rassicurante di principessina bionda legata alla sua carriera iniziata quando aveva appena 2 anni. «È successo nel momento in cui ho compiuto i 18», mi spiega. «Diventare maggiorenne è un po’ strano: significa scoprire nuove responsabilità, ma nello stesso tempo ti senti ancora una bambina. E io, dopo 25 film, avevo proprio bisogno di un cambiamento».
Così, Elle si è impegnata per offrire di sé un’immagine tutt’altro che edificante nel nuovo film di Sofia Coppola L’inganno (premio per la migliore regia a Cannes, sarà nelle sale dal 14 settembre), rifacimento realizzato con mano leggera e una buona dose di suspence di un successo del 1971, La notte brava del soldato Jonathan. «Sofia, che mi aveva lanciata a 11 anni nel suo Somewhere (Leone d’oro a Venezia nel 2010, ndr), mi ha scritto un’email: “Sei pronta a fare la cattiva ragazza?”. Senza nemmeno aspettare i dettagli le ho risposto di sì», racconta l’attrice.
Ed eccola diventare una seduttrice senza scrupoli nel film ambientato nel 1864, durante la Guerra Civile americana, in un’educandato per ragazze ricche gestito da Nicole Kidman: quando vi trova riparo un soldato ferito (Colin Farrell), tra le inquiline, compresa l’educatrice Kirsten Dunst, esplodono tensioni, desideri repressi, gelosie, rivalità. Con un epilogo inaspettato.
Malgrado i suoi sforzi di apparire adulta, Elle è ancora un mix fra la principessina di un tempo e una donna del tutto cresciuta. Il suo lato infantile si manifesta nelle risate improvvise che scandiscono la nostra conversazione, nei suoi ingenui entusiasmi: «Non li trova belli?», mi domanda mostrandomi orgogliosa i sandali di Laurence Dacade con fiocchi rossi dal tacco smisurato che esaltano ulteriormente il suo metro e 75 di altezza.
Parla a voce alta, muovendo le mani. Liscia i lunghi capelli biondi che, con gli occhi verdi, rappresentano la sua arma vincente. Ma diventa improvvisamente “grande” quando mi parla con lucidità della sua carriera che ha ormai oscurato quella della sorella attrice Dakota, 23, di cui a 2 anni aveva fatto la controfigura nel film Mi chiamo Sam. I giovani la conoscono come la Bella Addormentata in Maleficent, interpretato accanto ad Angelina Jolie. I cinefili l’hanno apprezzata nel controverso horror sulla moda The Neon Demon di Nicolas Winding Refn, in cui faceva la candida modella di provincia in balia dei “lupi”.
Nei prossimi mesi usciranno otto film interpretati da Elle, tra cui La ragazza del punk innamorato, in cui l’attrice ha ritrovato Nicole Kidman. E comincerà la lavorazione della nuova commedia di Woody Allen di cui sarà protagonista, in parallelo con gli impegni legati al suo ruolo di testimonial del marchio di bellezza L’Oréal Paris.
Metà star consumata, metà ragazzina ancora acerba con tutte le contraddizioni dell’età, Elle offre un autoritratto eloquente nel suo profilo Instagram (seguito da un milione e 400 mila fan) dove alterna le immagini glamour sul red carpet ai bigliettini con le raccomandazioni che la mamma le nasconde in valigia. Amore, non pervenuto: dopo le storie con i giovani colleghi Zalman Band e Dylan Beck, al momento risulta single, per la serie sono-troppo-occupata-nel-lavoro-per-pensare-a-fidanzarmi. Ma s’illumina quando mi parla del suo rapporto “super” con Sofia Coppola.
Visto che ha cominciato a lavorare tanto presto, ha bisogno di una figura materna anche sul set?
«Forse è così. Sofia è una sorella maggiore, un punto di riferimento. Non sale in cattedra, ma mi dà consigli preziosi con la massima naturalezza. Amo il suo stile che tanti cercano di imitare senza successo. Con lei andrei dovunque».
Che cosa ha messo di suo nel personaggio di Alicia che interpreta nel film L’inganno?
«Non sono estrema come lei. Alicia è una ribelle, un’egocentrica, ostenta atteggiamenti scandalosi per l’epoca in cui le ragazze di buona famiglia aspiravano soltanto a trovare un marito ricco. E flirta spudoratamente con il soldato Colin Farrell. Sofia mi aveva raccomandato di essere sexy. Ma quando ho dovuto baciare il mio partner, ero imbarazzata. Il mio divertimento più grande è stato vedere Colin trasformato in un oggetto sessuale».
Lavorare con Kidman significa sentirsi intimidite?
«No, Nicole è alla mano. Quando ho saputo che l’avrei ritrovata sul set del film La ragazza del punk innamorato, ho fatto i salti di gioia. La ammiro come attrice, è un’icona del cinema, ma soprattutto come mamma. Mi ha dato il miglior consiglio che abbia mai ricevuto: “Cerca la tua tribù, ti sosterrà sempre”».
E lei ha scoperto qual è la sua tribù?
«La famiglia di donne in cui sono cresciuta. Mi ha dato una forza straordinaria. Ho avuto tanti incontri decisivi, nella vita, ma mia madre, mia sorella, mia nonna e mia zia restano le persone più importanti. Dietro ogni mio successo ci sono loro. E mi sostengono ogni volta che vivo una delusione o affronto un fallimento».
Come reagisce di fronte a un’avversità?
«Cerco di essere positiva. Il bicchiere, per me, è sempre mezzo pieno. Appartengo a una famiglia di sportivi e metto nel conto l’insuccesso. Tra le qualità che mi riconosco c’è la capacità di trovare l’aspetto positivo in ogni situazione».
Voi giovani attrici siete un esercito, emergere non è facile: come riesce a gestire la competizione, la gelosia, l’invidia?
«Ho cominciato a lavorare da piccola e mia madre mi ha avvertito che avrei dovuto aspettarmi rifiuti e porte in faccia. Mi ha dato una lezione decisiva: è proprio la delusione a definire quello che siamo, ci permette di rialzarci e andare avanti».
E con sua sorella come vanno i rapporti? Davvero, come lei dichiara sempre, non siete in competizione?
«Lo so, molti vorrebbero vederci l’una contro l’altra, invece ci vogliamo bene. Ci vediamo spesso anche se lei ha scelto di abitare a New York, mentre io sto a Los Angeles. Dakota è la mia fonte di ispirazione, sono fiera di tutto quello che fa. Adoro i suoi film, sa commuovere. Anche lei mi rispetta come attrice.
Può sembrare strano, ma è la pura verità».
Sono tutti legati al lavoro i suoi ricordi d’infanzia?
«La maggior parte. A 2 anni ho girato il mio primo film, Mi chiamo Sam. A 5 ho festeggiato il compleanno con l’attore Jeff Bridges sul set di The Door in the Floor. Ho sempre avuto una vita speciale, ma sono stata una bambina felice, che andava a scuola e amava disegnare. Ancora oggi i miei amici non appartengono tutti al mondo del cinema. Non ho l’impressione di aver perduto la mia infanzia per colpa del lavoro».
Si è sentita obbligata a fare l’attrice come sua sorella perché i vostri genitori hanno puntato tutto su di voi?
«Mia madre si aspettava che Dakota e io diventassimo tenniste professioniste. Non è andata così. Mia sorella mi ha aperto la strada nel cinema e ho capito presto che recitare era la cosa che avrei voluto fare per sempre. Ma ora non mi basta più. Ho il sogno di diventare regista e sono sicura di riuscirci».
Che cosa significa, nella sua vita personale, lo slogan di L’Oréal “perché io valgo”?
«È un invito ad amare se stesse prima degli altri. Bisogna imporre la propria personalità in tutti i campi della vita. Anche nell’aspetto estetico: secondo me, cambiare look e trucco aiuta ad affermare il proprio valore».
In che momento lei si è resa conto di valere?
«Quando ho acquisito la sicurezza in me stessa. Sono stata un’adolescente un po’ goffa, come tutte. Poi, da un giorno all’altro, sono cresciuta e ho imparato a guardarmi dentro. E ho scoperto che la bellezza è tutto quello che ti rende speciale, diversa dalle altre e ti permette di emergere dalla folla».
In cosa, Elle, lei crede di essere speciale?
«Sono una persona molto socievole. Mi piace parlare con gli altri, non la finirei mai: più gente c’è ad ascoltarmi, più sono contenta. Ho una visione positiva della vita. Credo di possedere una forte personalità».
Che magari, a volte, rischia di spiazzare gli altri?
«Be’, può succedere. Dico sempre le cose come stanno: lo sanno bene i miei amici, soprattutto quando mi domandano un consiglio. Ne ho pochi, tre o quattro veramente intimi, e sono super onesta con loro, anche a costo di apparire brutale: non mi piace mai indorare la pillola».
Che rapporto ha con la sua immagine? Si guarda molto allo specchio, cura la sua bellezza?
«Allo specchio mi guardo appena sveglia, come tutti. E riservo un’attenzione maniacale alla pelle. Anche se sono stanchissima, non vado mai a letto senza struccarmi. Curo i capelli e bevo molta acqua. Sono giovane, ma mi sono già data una disciplina».
Quanto è importante, per lei, la moda?
«Rappresenta una parte fondamentale della mia vita. Fin da piccola andavo pazza per i vestiti, mi divertivo a sperimentare. Oggi non saprei definire il mio stile: cambia con me, segue la mia evoluzione di attrice e di donna. E sfilare sul red carpet è il mio divertimento. Lo confesso: ho sempre sognato di scendere da una limousine in abito da sera e trovarmi davanti un muro di fotografi».
A che cosa servono i social, oltre che a promuovere il proprio lavoro?
«A stabilire un contatto con i fan. Io ci sono arrivata relativamente tardi. Mi sono regalata Instagram per i miei 18 anni: sono un personaggio pubblico, ma non posto tutto quello che faccio. Un pizzico di mistero, in un’attrice, non guasta».
Se prova a immaginarsi tra 10 anni, che cosa vede?
«Una ragazza di quasi 30 anni felice di quello che fa, sempre innamorata del suo lavoro di attrice ma anche apprezzata come regista. Sono cresciuta dentro il cinema e i suoi meccanismi non mi fanno paura. Adoro il rischio: se un’impresa mi sembra impossibile, mi ci butto. Non solo sul set, ma in tutti i campi della vita».
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