Al cinema la vedremo come invincibile eroina spaziale, ma con Grazia l’attrice e top model Cara Delevingne ha parlato di sentimenti, dei sei mesi bui in cui ha interpretato il ruolo più difficile della sua carriera e della fine dell’amore con la cantante St. Vincent. Di cui resteranno solo bei ricordi e, presto, qualche nuova canzone.
Quando due anni fa Cara Delevingne fece intendere che avrebbe lasciato il lavoro di modella perché stava male ed era stanca di vivere dipendendo dall’approvazione degli altri, non le credetti. Era la top model del momento, la musa di tanti stilisti e il volto di decine di campagne pubblicitarie: anche volendo, era impossibile per lei sparire. Però era sincera quando diceva di voler fare altro, che il lavoro sulle passerelle era solo un impiego temporaneo, che il cinema era il suo futuro.
Ora nel futuro c’è andata davvero: un po’ perché ormai è veramente considerata un’attrice di talento e poi perché la sua ultima prova sul grande schermo è il fantascientifico Valerian e la città dei mille pianeti (nelle sale dal 21 settembre). Dopo averla vista nel dramma adolescenziale Città di carta e nei panni dell’inquietante Incantatrice nel film di supereroi Suicide Squad, il regista Luc Besson su di lei ha scommesso forte: Valerian è il film più costoso della storia del cinema francese e uno dei titoli più ambiziosi dell’anno.
Cara, 25 anni, arriva all’hotel Four Seasons di Los Angeles e sembra davvero una delle aliene del suo film: capelli corti a spazzola quasi bianchi, abitino grigio di Mugler, cuissardes neri di Christian Louboutin che la fanno svettare ben oltre il suo metro e 76. Se in foto ha il potere di apparire sempre perfetta, quasi impassibile, dal vivo è una ragazza che si muove molto, scherza per alleggerire la tensione e parla con il suo forte accento britannico. In ogni caso è davvero magnetica e non è certo inspiegabile il fascino che ha esercitato su tante persone.
L’ultima a parlarne è stata la cantante St. Vincent, sua compagna dal 2014 al 2016, che pochi giorni fa ha ammesso di non aver potuto fare a meno di dedicare qualche canzone del prossimo album alla top: «So scrivere solo di me e delle mie esperienze e la relazione con Cara è stata una parte importante della mia vita: non posso tagliarla fuori», ha detto. E dopo la nostra chiacchierata, capisco ancora di più perché tutti vogliano Delevingne.
Lei, con il suo modo di parlare sempre molto schietto, è diventata in pochi anni un modello per tante ragazze. Di recente, ha detto che viviamo in un mondo che ancora reagisce in modo antiquato quando si parla di sessualità. In che senso?
«Oggi i ragazzi crescono in un contesto in cui la regola è venire etichettati. La società ti giudica a seconda di dove sei nato, dove hai studiato, che tipo di genitori o insegnanti hai avuto. Invece, per conoscere davvero una persona, la prima cosa da fare è abbattere questi luoghi comuni e smetterla di rinchiudere le nostre anime dentro a una scatola».
Altrimenti che cosa succede?
«Credo che nessuno sia qualcosa d’immobile o di definito. Anzi, ognuno dovrebbe essere libero di essere se stesso senza dover dare spiegazioni e di mostrare le sue vulnerabilità senza che poi queste siano usate per fargli del male. Perché la cosa più importante non sono le etichette, ma la possibilità di entrare in contatto con gli altri a livello emotivo».
Lei sembra una ragazza brava a fare gruppo.
«La verità è che non sarei nulla senza le mie amicizie e le persone che mi sostengono ogni giorno. Una delle cose che più amo fare è ascoltare e consigliare gli altri: a volte penso che, se non avessi scelto il cinema o la musica, sarei stata un’ottima terapista».
A proposito di musica, lei non solo ha cantato nel cortometraggio con Pharrell Williams Reincarnation di Karl Lagerfeld, ma è anche molto amica della popstar Rihanna.
«Sì, ci siamo conosciute circa sei anni fa, durante la sfilata del marchio di intimo Victoria’s Secret e ritrovarla nel film di Besson è stata una bellissima sorpresa. Ho sempre pensato che sarebbe stata un’attrice fenomenale e vederla sul set ha rafforzato la mia convinzione».
L’ultima volta che ci siamo incontrati, le avevo chiesto se fosse una ragazza emotiva e lei mi aveva risposto di essere una romantica senza speranze. Qual è il gesto più romantico che qualcuno ha fatto per lei? E pensa mai al matrimonio?
«Sono romantica al punto di credere che l’amore salverà il mondo e, con esso, tutti noi. Quanto al matrimonio, chissà».
I fan si preparano ad ascoltare le canzoni scritte su di lei dalla sua ex. È preoccupata?
«No, credo sia proprio questa una delle cose più romantiche che qualcuno abbia fatto per me. L’amore è così, ognuno lo esprime a modo suo».
Parliamo di look. Adesso ha i capelli cortissimi, qualche settimana fa era addirittura rasata zero. Come si è sentita?
«Mi piace far parte del club delle ragazze dalla testa rasata. In questo modo ho capito meglio che spesso usiamo i capelli per nasconderci: quando li tagli, ti senti più vulnerabile, ma provi anche una sensazione di liberazione. E poi ti diverti a sentire i commenti degli altri».
Gli esperti di look hanno decretato che è bellissima anche così.
«E li ringrazio. In realtà mi sono sempre sentita come un maschiaccio 14enne, ma certo una testa così non è quello che immaginavo di avere a 25 anni: l’ho fatto per esigenze cinematografiche ed è stata un’esperienza forte».
I capelli li ha tagliati per recitare in Life in a Year, un film molto impegnativo in cui interpreta una malata di cancro.
«È stato il ruolo più difficile della mia vita. Ho dovuto cercare di capire che cosa si prova ad affrontare un tumore e per sei mesi la mia mente è stata immersa in una sorta di oscurità: pensavo alla morte ogni momento e non mi sentivo all’altezza di rappresentare una condizione così sfiancante».
Invece in Valerian e la città dei mille pianeti è Laureline, l’agente speciale di cui s’innamora il protagonista, interpretato da Dane DeHaan. Il film parla di un futuro lontano con mille problemi. Lei come vede, invece, il presente?
«Mi preoccupo, come tutti. Ogni giorno succede qualcosa di orribile e, a volte, non abbiamo nemmeno il tempo di accorgercene. Credo che sia importante però non distrarsi, spiegare ai nostri fratelli e ai nostri figli che il mondo non ha bisogno di razzismo, differenze religiose e guerra. Valerian manda un messaggio di pace. Io credo molto nel mantenere sempre viva la speranza: se perdiamo anche quella, restiamo senza niente».
Qual è stata la scena più difficile del film?
«A un certo punto dovevo piangere e io sono pessima a farlo, anche nella vita vera. Mio padre una volta mi ha detto che le lacrime sono un segno di debolezza e io a lungo gli ho creduto. Ma Luc Besson, il regista, mi ha spiegato che per mostrarsi vulnerabili agli altri ci vuole molta forza. È stata una delle lezioni più importanti della mia vita».
Che cos’altro ha imparato da Besson?
«Mi piace l’approccio che ha verso le donne. Nel cinema spesso la trama ruota attorno al protagonista maschile e noi ragazze finiamo sempre a fare la parte delle damigelle da salvare. Luc è ossessionato dal dare forza a entrambi i sessi perché crede, come me in fondo, che non importa se al centro di una vicenda ci sono un uomo e una donna, due donne o due uomini: l’importante è riconoscere che insieme gli esseri umani sono migliori che da soli».
Lei ha un fortissimo legame con la moda. Come si è sentita a essere vestita da donna del futuro?
«È stata un’esperienza da ricordare, ma mi sono mancati i miei tatuaggi. A un certo punto dovevamo coprirli per esigenze sceniche e dovevo affrontare ogni volta tre ore al trucco. Credo che un giorno, se voglio continuare con questo lavoro, dovrò smettere di farmi tatuare».
Ne ha uno preferito?
«Rappresentano tutti qualcosa di importante per me. Ma forse quello a cui sono affezionata di più è l’ultimo che ho fatto a Bangkok, dietro il collo: è molto tradizionale, secondo alcuni si tratta di iscrizioni capaci di risvegliare dei poteri magici».
Lei crede alla magia?
«Certo. Sono qui per dimostrarvelo».
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