McDonald's come gavetta: James Franco racconta di come usava il lavoro nel fast food per allenare il suo accento e conquistare le donne
James Franco ha lavorato da McDonald's e più precisamente al McDrive. La star ha parlato della sua esperienza come dipendente del fast food durante un'intervista per l'ultimo numero di W, uscito questa settimana.
Nell'articolo il sex symbol ripercorre il periodo in cui ancora non era famoso e studiava per diventare un attore, sfruttando quel lavoretto per esercitarsi con gli ignari clienti e anche per fare qualche conquista.
Insomma, celebre o no, faceva comunque la sua figura.
Ecco cosa ha raccontato.
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Perché ha iniziato a recitare
«Ho iniziato a recitare l'ultimo anno del liceo. Ho sempre amato guardare film, poi finalmente mi son buttato.
Avevo una fidanzata al liceo che frequentava il corso di recitazione. Un ragazzo le ha chiesto di recitare nel suo spettacolo, che lui aveva scritto e dirigeva.
Io ero molto geloso e le avevo chiesto di rinunciare, ma lei lo ha fatto lo stesso, come era giusto. Poi ho realizzato che forse ero più geloso del fatto che lui avesse messo in piedi tutta quella cosa, scrivendola, dirigendola e recitandovi, era tutto quello che avrei voluto fare io.
Così per ripicca mi sono iscritto anch'io al corso e quell'anno ho avuto due parti da protagonista».
L'esperienza da McDonald's
«Non mi sono più potuto iscrivere in nessuna scuola perché era troppo tardi e così non sono riuscito a entrare nel programma teatrale della UCLA.
Ma ero a Los Angeles e c'era un ragazzo nel mio dormitorio che lavorava nello show di Cybill Shepherd.
Il mondo dello spettacolo mi circondava, insomma, e io ho pensato "Ho bisogno di fare questo ora". Così ho lasciato l'università.
I miei genitori non mi avrebbero mai supportato. E per questo ho iniziato a lavorare da McDonald's per due o tre mesi. Poco dopo ho avuto la parte per una pubblicità di Pizza Hut e poi "Freaks and Geeks" e tutto è andato bene».
Un modo per fare pratica
Il lavoro da McDonald's è stato il primo vero palcoscenico di James, che ha sfruttato la sua postazione del McDrive per assumere nuove identità:
«Frequentavo questo corso di recitazione e volevo esercitarmi provando diversi accenti, così ho sfruttato il lavoro per mettermi alla prova, ed ero terribile, ma la gente mi credeva.
Così dicevo (con accento marcatamente italoamericano) "Hey, benvenuti da McDonald's, come posso aiutarvi?».
Le conquiste
Quei mesi, però, si sono rivelati fertili anche in ambito sentimentale:
«Sono riuscito a ottenere anche qualche appuntamento da quella finestrella.
E sapevo sempre che erano interessate perché rifacevano il giro inventando scuse tipo che avevano dimenticato il frullato alla fragola e poi dicevano: "Sai, sto cercando di imparare l'italiano, potresti darmi qualche lezione".
E io non mi tiravo indietro. Poi però finivano sempre, perché mi chiamavano a casa, all'epoca non c'erano i cellulari e io non potevo sapere chi stesse chiamando, così rispondevo con la voce normale.
Mi sentivo un grande impostore e loro mi guardavano come fossi un perfetto sconosciuto e puntualmente tutto finiva lì».
La nuova serie The Deuce
«Non avrei avuto la parte in The Deuce o comunque non sarei stato così bravo, se non avessi avuto tutti quegli appuntamenti fingendomi un ragazzo di Brooklyn che lavorava da McDonald's», spiega Franco parlando del suo ultimo progetto.
Presto tornerà sul piccolo schermo per la serie tv creata da David Simon e George Pelecanos per HBO.
Otto episodi, in Italia a settembre, in cui James interpreta il ruolo di due gemelli che si trovano a lavorare per la mafia italoamericana nella New York degli anni '70.
Per rendere tutto ancora più semplice l'attore si è cimentato anche come regista in un episodio, dovendosi quindi dirigere da solo (cosa che già era avvenuta) ma con una doppia interpretazione.
Film in arrivo
A dicembre James tornerà poi sul grande schermo con un nuovo progetto, da lui diretto, co-prodotto e interpretato.
Parliamo di The Disaster Artist, il film tratto dall'omonimo romanzo di Greg Sestero e Tom Bissell che racconta della travagliata amicizia proprio tra Sestero e Tommy Wiseau, creatore del film The Room, che fu definito «uno dei peggiori film mai realizzati di sempre» e per questo diventato un cult.
Anche in questo caso James si dilettava a trasformarsi in qualcun altro anche al di fuori del set, come raccontato dal collega Jason Mantzoukas:
«Iniziava la giornata imitando la voce di Tommy Wiseau e la manteneva per le ore successive. Non era come se stesse fingendo di essere lui, ma era James che utilizzava il suo modo di parlare e il suo accento. Una cosa mai vista, davvero divertente».
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