4 cose da sapere sui royal babies di Monaco, i figli gemelli di Charlene

Raramente la famiglia reale di Monaco è sulle prime pagine dei giornali, ma questa è un'eccezione. 

La principessa Charlene, moglie del principe Alberto II di Monaco, in una nuova intervista con la rivista francese Point de Vue, si è aperta raccontando della sua vita da mamma e dei suoi due figli, i gemelli reali di Monaco, il principe Jacques e la principessa Gabriella, di 4 anni.

Ecco cos'ha raccontato la principessa Charlene.

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1. Sono bilingui

Nonostante abbiano appena 4 anni i due gemellini reali sono già bilingui, parlano inglese a casa e francese a scuola.

«Credo che questo aiuti loro a sviluppare ancora di più il proprio pensiero e la propria visione delle cose - ha detto Charlene - Io, come madre, scopro, imparo. Trovo meraviglioso seguire la loro evoluzione, accompagnarli in questo percorso». 

2. Sono incredibilmente legati

Come tutti i gemelli, probabilmente. 

«Crescere due gemelli è spesso estenuante ma anche molto stimolante», ammette Charlene, che si descrive come una mamma molto attiva e protettiva, ammettendo alti e bassi.

«Condividono tra loro un indescrivibile legame di incredibile affetto e dolcezza reciproci». 

3. Possono dire quello che vogliono

Ai due bambini è consentito di poter dire ciò che pensano e sentono, qualunque siano le circostanze, ma i genitori stanno insegnando loro l'equilibrio.

«Quando non va bene, non va bene e stop. Ma li incoraggiamo ad esprimersi».

«In generale niente e nessuno può fermarli - ha detto Charlene, che ha poi anche espresso stupore - per il modo in cui si adattano a tutte le situazioni», descrivendo Jacques e Gabriella come molto sicuri di sé.

4. Sanno di essere eredi al trono

Riguardo al loro ruolo nella monarchia, Charlene ha detto: «Abbiamo affrontato il discorso, ma penso che siano ancora un po' troppo giovani per comprenderne appieno il significato».

Ma sanno tutto l'inno a memoria: 

«Jacques e Gabriella hanno cantato per la prima volta l'inno nazionale monegasco con i loro compagni di classe. È stato molto toccante».