Suburræterna, la Roma criminale è più viva che mai
Sono trascorsi tre anni dalla fine di Suburra, la serie ispirata al romanzo scritto da Giancarlo De Cataldo e Carlo Bonini edito da Giulio Einaudi Editore. Una storia che sembrava chiusa, con personaggi la cui evoluzione si era conclusa e morti eccellenti, come quella di Aureliano, uno dei protagonisti interpretati da Alessandro Borghi. E invece ora Netflix lancia lo spin-off – che è più un sequel – Suburra eterna, una nuova storia originale, prodotta da Cattleya e che debutterà sulla piattaforma il 14 novembre.
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La storia prende il via lì dove ci eravamo fermati, ma tre anni dopo, proprio come nella realtà. Dunque nella Roma del 2011, che in effetti ha qualcosa di quel passato, ma anche tanto del futuro che potrebbe aspettarci. È qui che ritroviamo tanti dei protagonisti di Suburra, alle prese con le loro nuove vecchie vite, fatte di corruzione, dilemmi (non troppo) morali e sangue.
Abbiamo visto i primi cinque episodi in anteprima. Vi spieghiamo (senza spoiler) perché ci è piaciuta.
Perché vi piacerà Suburra eterna
(Continua sotto la foto)
Di cosa parla Suburra eterna
Come già detto, più che uno spin-off, Suburræterna potrebbe essere considerata a tutti gli effetti una quarta stagione di Suburra. La serie, infatti, muove dalle ceneri di quanto è stato.
Spadino (Giacomo Ferrara) vive a Berlino, si fa chiamare col suo nome, Alberto Anacleti, ha aperto un locale di successo dove dedicarsi alla musica e ha trovato una persona che lo ama per quello che è. È andato avanti, sembra.
A Roma sono rimasti tutti gli altri. La sua famiglia, con la madre Adelaide che ha preso il comando e gestisce i rapporti con la famiglia mafiosa dei Badala e Cinaglia, ormai diventato tutto quello contro cui prima combatteva.
E poi Angelica, che dopo il suo addio è riuscita a rifarsi una vita, e Nadia, divenuta la regina di Ostia, ma ancorata al passato, incapace - al contrario dell'amica - di andare avanti e superare la morte di Aureliano.
In questo contesto, si innescheranno nuovi personaggi che scompiglieranno le carte.
Nuovi (fondamentali) personaggi che si integrano coi vecchi
Al cast originario si aggiungono nuovi interpreti, che portano una ventata di aria fresca e di grinta al plot, riuscendo a rinvigorire anche i personaggi principali e a risvegliarli dal torpore in cui sembravano destinati a rimanere dopo la terza stagione di Suburra.
Tra questi Damiano (Marlon Joubert), l'uomo con cui Angelica riesce a trovare l'amore dopo essere stata abbandonata da Spadino. Con lui i suoi fratelli, Giulia e Cesare Luciani (Yamina Brirmi e Morris Sarra), che saranno centrali nello sviluppo della vicenda.
Una Roma non troppo distante dalla realtà
È una Roma che brucia, quella ritratta in Suburræterna, dilaniata da proteste di piazza, scontri e polemiche. Ma è tutto sullo sfondo. È, in qualche modo, tutta una scusa dei protagonisti per giustificare le proprie manovre e autoassolversi. In un continuo perpetrare di violenza, interessi economici e bramosia di potere. Nessuno si salva.
Che sia per un fine o per l'altro, tutti devono scendere a compromessi. E un compromesso dietro l'altro, si finisce come Cinaglia.
Si salva solo chi fugge e si lascia tutto alle spalle, come Spadino. Ma mai del tutto.
La conferma che dalla famiglia non si scappa
Quello che emerge da questa nuova serie è un concetto diverso di famiglia. Non certo quella degli spot pubblicitari (più o meno inclusivi), ma più legata a un senso di appartenenza e a un destino ineludibile.
Il sangue è sangue, ma anche la famiglia che ci si sceglie (o si forma) può ribaltare totalmente le proprie priorità.
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