Springsteen - Liberami dal Nulla: Jeremy Allen White interpreta la rockstar nel biopic che non ti aspetti


È il 1981 quando Bruce Springsteen, reduce dal successo di Hungry Heart, finisce il tour che lo sta portando alla sua incoronazione definitiva come rockstar e inizia a pensare al suo futuro artistico, a un nuovo album. Solitario e anti-divo, rifugge il caos di una metropoli come New York per rifugiarsi in un piccolo centro abitato del New Jersey, Colts Neck. Qui affitta una villa abbastanza isolata e, portando con sé solo la chitarra acustica e un registratore su quattro piste, inizia a comporre i pezzi per un nuovo album: Nebraska.
Comincia così un viaggio introspettivo nella sua memoria famigliare e soprattutto nel difficile rapporto col padre, un uomo alcolizzato e violento, per cui però il trentenne Bruce è pervaso da un inscalfibile affetto, che lo porterà a comporre il suo album più intimo, che uscirà nel 1982 e che ancora oggi viene considerato da molti dei suoi cultori il migliore della sua discografia.
Il regista Scott Cooper (Crazy Heart) ci conduce in questo momento difficile di elaborazione e creazione da parte del Boss, interpretato da un eccellente Jeremy Allen White (The Bear).
Springsteen: Liberami dal nulla esce al cinema oggi, 23 ottobre, ed è una sorta di anti-biopic, un film che parte dal racconto di una vita celebre, per poi focalizzarsi su una storia di fantasmi del passato e di traumi infantili difficili da dimenticare e trasformare.
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La trama di Springsteen: Liberami dal nulla
Autunno 1981. Bruce Springsteen ha appena concluso il tour dell'album The River, che fu un grande successo. Mentre i dirigenti della Columbia non vedono l’ora che torni in sala a registrare, Springsteen ha bisogno di un attimo di pausa e si ritira in una villa a Colts Neck, paesino vicino a Freehold, dove è nato e cresciuto.
La vicinanza con la casa d’infanzia e una depressione latente, che l’artista non è ancora pronto ad affrontare e curare, lo portano in uno dei momenti più cupi della sua esistenza.
Isolato e coi fantasmi del suo passato familiare con cui fare i conti, Springsteen inizia a scrivere una serie di canzoni che prendono ispirazione da aspetti umani e personali oscuri e inquietanti.

Da Flannery O’Connor a Charles Starkweather, le ispirazioni di Nebraska
Il film di Scott Cooper racconta quelle che Springsteen cercò come fonti d’ispirazione per indagare il male che sentiva dentro di sé. Dalla storia del killer Charles Starkweather, che darà ufficialmente il via alla creazione dell’album Nebraska - e diventa anche motivo del titolo - fino al film di Terrence Malick La rabbia giovane (1973), ma anche i racconti di Flannery O’Connor e il primo album dei Suicide.
Il disagio e il malessere che l’artista sente cercano una traduzione nelle opere di altri, prima che trasformarsi in testi e musica delle sue canzoni.

I traumi dell’infanzia e il tormentato rapporto col padre
Il periodo di pausa post tour, la solitudine e la vicinanza con la città della sua infanzia, portano Springsteen a cavallo tra il 1981 e il 1982 ad affrontare un momento cupo.
Scott Cooper, attraverso una serie di flashback in bianco e nero, ci riporta indietro nel tempo, a quando il Boss era un bambino tormentato dai problemi di alcolismo del padre e dalle ripercussioni che questo aveva sulla vita famigliare. Traumi mai del tutto superati, ma nemmeno accettati, piuttosto subiti, da cui non si è mai davvero separato.
Ecco allora che il film, più che il processo creativo delle canzoni, ci racconta cosa Springsteen ha affrontato personalmente durante la scrittura di quell’album. Un album che per suo volere rimarrà esattamente come lo aveva immaginato e senza una vera promozione, per allontanarlo da un divismo rock che non sarebbe calzato sulla storia che voleva esternalizzare.

La produzione di Nebraska
Jeremy Strong (Succession) è Jon Landau, storico produttore di Springsteen e sua spalla solida durante tutto il periodo di creazione di Nebraska.
Springsteen: Liberami dal nulla mostra la difficoltà realizzativa di un album, quando la creatività dell’artista inizia a stridere con la vendibilità di quello che fa e il grande lavoro da attuare per far combaciare le due cose, seppur prediligendo la prima quando rischia di essere compromessa.
Scott Cooper mostra come Nebraska fu un album complicato da realizzare e accettare non solo per Springsteen. Il cantante impose infatti che la sua uscita, di per sé tosta per la tipologia di musica e testi proposti, non fosse seguita da alcuna attività promozionale e da nessun tour. Nonostante questo, a anni di distanza, possiamo dire che il coraggio sia stato premiato con l’apprezzamento assoluto dei fan e non solo.

Jeremy Allen White e il resto del cast di Springsteen: Liberami dal nulla
Springsteen: Liberami dal nulla potrebbe sembrare una sorta di erede naturale di A Complete Unknown, il biopic sull’ascesa di Bob Dylan interpretato da Timothèe Chalamet: un attore uber-hype nei panni di una rockstar celebre, raccontata in un momento particolare per la propria carriera futura.
Ma non è così. Springsteen: Liberami dal nulla è un film doloroso, che fa quasi scomparire Jeremy Allen White (anche se la produzione prova ad alleggerire i fan con una parentesi di svago romance non vincolante ai fini narrativi), dietro alla storia del cantautore.
Insieme all’attore sullo schermo ci sono Stephen Graham (Adolescence) nei panni del padre di Bruce, Douglas Springsteen, Gaby Hoffman in quelli della madre Adele, Jeremy Strong in quelli del produttore Jon Landau e il bravo Matthew Anthony Pellicano in quelli del giovanissimo Springsteen, tra i tanti.
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