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Lifestyle

Tre ciotole: il romanzo di Michela Murgia è un bellissimo film

Tre ciotole: il romanzo di Michela Murgia è un bellissimo film

foto di Valentina Barzaghi Valentina Barzaghi — 8 Ottobre 2025
Tre ciotole dekstopTre ciotole mobile
Tratto dal libro di Michea Murgia e diretto da Isabel Coixet, Tre Ciotole è un film assolutamente da vedere che parla di solitudine e amore

C’è la città di Roma. C’è l’amore per la musica K-pop. C’è la malattia. C’è la solitudine. Ci sono gli amori. Isabel Coixet, regista di film meravigliosi come La mia vita senza di me (2003) e La vita segreta delle parole (2005), porta al cinema l’ultimo romanzo di Michela Murgia, Le tre ciotole.

Lo fa a modo suo, riuscendo a prendere il romanzo testamento di una delle autrici italiane più importanti degli ultimi anni, intenso e commovente, e facendone senza paura un film suo.

Il risultato è una storia commovente e intima, lontana dal piangismo dei drammi nostrani, splendidamente interpretata da Alba Rohrwacher ed Elio Germano, ma non solo. 

(Continua sotto la foto) 

Le tre ciotole

La trama di Tre ciotole di Isabel Coixet

Le tre ciotole che danno il nome al film sono quelle che Marta (Alba Rohrwacher) e Antonio (Elio Germano) prendono in un supermercato la sera in cui si lasciano.

Marta, che subisce la decisione di Antonio, inizia a chiudersi in sé stessa, in una silenziosa routine casa-lavoro. Nel mentre Antonio, chef con sempre più successo, si butta sulla sua crescita professionale, seppur non riuscendo a dimenticare Marta.

Quando la ragazza avverte di avere sempre meno appetito, crede che sia la mancanza di Antonio a non darle più il gusto di nulla, né del cibo né del resto, ma presto scoprirà che non è così. 

Tre ciotole

“Bisogna smettere di occuparsi delle cose stupide”

Il film di Isabel Coixet inizia con il pensiero di Marta rivolto all’interpretazione umana sul perché gli uccelli volino in stormi. Una delle tante cose che l’essere umano prova cervelloticamente a catalogare, senza mai pensare alla soluzione più semplice: forse perché a loro piace farlo.

Isabel Coixet vola sulla storia di Marta con una leggerezza e una positività, che ci porta a riflettere sulla semplicità con cui sarebbe più bello vivere la vita. Usciti dal cinema, seppur con le tasche piene di fazzoletti umidi, sarà bella la sensazione di aver ricevuto un’iniezione di ottimismo.

Marta è un personaggio meravigliosamente normale, nella sua solitudine e nelle sue manie, nella sua sincerità e nelle sue originalità, che difficilmente si riesce a dimenticare, portatrice proprio di un messaggio di vita nel suo dramma. 

Tre ciotole

Il dramma e l’amore: cosa ne è stato del romanzo di Michela Murgia nel film di Isabel Coixet

Del romanzo di Michela Murgia nel film di Isabel Coixet c’è più che altro lo spunto di partenza e gli omaggi alla scrittrice: dalla sua Roma, che qui è Trastevere con i suoi angoli meno turistici, alla musica K-pop, con una chicca di sceneggiatura davvero carina.

Per il resto Tre ciotole si muove su un terreno narrativo a parte, dove la rabbia del dolore lascia più spazio alla consapevolezza delle felicità da non lasciarsi sfuggire (bellissima la scena del gelato). E così entra in campo anche la vera parentesi romantica del film: quella con Antonio, ma anche un'altra - che non vi diciamo - molto più tenera e inaspettata.

La fine del film, volutamente favolesca, segue lo svolgimento generale della narrazione, che si rifiuta dall’inizio di focalizzarsi sugli iter medici per lasciare spazio ai sentimenti che la malattia porta con sé, a ciò che siamo stati per gli altri, a ciò che rimane di noi.

© Riproduzione riservata

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