Milano Fashion Week: il meglio del secondo giorno di sfilate
Il secondo giorno di sfilate a Milano Autunno-Inverno 2024 si apre con il tradizionale calendario e con una fastidiosa pioggia battente, giunta per dare una lavata-finalmente-al tanto discusso smog degli ultimi giorni, oltre che ai sandali Primavera-Estate 2024 visti addosso alle impavide influencer e alle tante dive dello streetstyle.
La colazione è da Max Mara, che declina tutti i grandi capi e stili distintivi del brand in una scala cromatica di grande eleganza, fatta di grigi, nero, cammello e beige chiaro e delicato. Sono eleganti e luminosi anche i colori scelti da Calcaterra, con un racconto crudo e naturale, che esalta materie prime e forme, abbracciando il corpo o costruendolo-custodendolo- con cura.
Il giovedì di fashion week è indubbiamente il giorno di Prada, a ogni stagione lo show più attesa nel primo pomeriggio. Miuccia Prada e Raf Simons mostrano un sodalizio sempre più vincente portando in passerella una collezione che guarda al passato, a come ci si vestiva in epoche diverse: lo fanno per ricordarci che la storia è un bene prezioso e ad essa dobbiamo guardare per vivere nella contemporaneità.
Al passato, quello di uno dei marchi più rilevanti della moda italiana negli ultimi anni del '900, guarda anche Adrian Appiolaza, nuovo direttore creativo di Moschino al debutto proprio in questa settimana della moda. Un compito divertente ma difficile il suo, svolto suscitando però grande entusiasmo tra i presenti.
Scoprite da vicino, e in modo più approfondito, cosa ci ha colpito di più delle sfilate di questo secondo giorno di Milano Fashion Week.
Da Max Mara l'eleganza è di casa
Può sembrare scontato, ma a molte persone, se interrogate su quale brand possa incarnare al meglio un'estetica elegante e raffinata, capiterà di rispondere "Max Mara". La collezione Autunno-Inverno 2024 conferma questo pensiero comune ben diffuso: lo fa attraverso silhouette lineari, accessori giusti nei punti giusti (vedi le cinture sottili sovrapposte a grandi fasce in maglieria) e colori rassicuranti ma non per questo banali. Nero e blu, spesso abbinati, grigio, beige e l'immancabile cammello, che viene riproposto anno dopo anno riuscendo sempre a conquistarci.
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Calcaterra: focus sui materiali
Parte dal concetto di materia l'ispirazione della sfilata Autunno-Inverno 2024 di Daniele Calcaterra, che esplora volumi, pesantezze e sensazioni diverse attraverso l'ampia scelta dei tessuti proposti. Lane dalla mano preziosa, cotone, shetland e alpaca, ma anche seta e pelliccia in chiave upcycled, si posano sul corpo come un abbraccio naturale e spontaneo. Anche i colori seguono la via della naturalezza, con sfumature bianco latte, grigio cenere, ma anche marrone e bordeaux, con accenti zafferano e arancione a restituire un paesaggio tipicamente autunnale.
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Anteprima, tra reale e digitale
Izumi Ogino, Direttore Creativo di Anteprima, ci porta a esplorare i confini tra reale e digitale, evidenziando come due realtà in apparenza così distanzi, come l'artigianato e la tecnologia, siano in realtà in perfetta sinergia nella creazioni di un prodotto che, nell'era in cui viviamo, non può prescindere da un tocco innovativo in linea con la quotidianità e le esigenze che ne derivano.
Il primo elemento che traduce questa ispirazione, insieme all'estetica cyberpunk che permea anche a livello scenografico, è l'utilizzo di texture e colori dal finish metallico: l'argento in nylon metallizzato, lucido, si mixa a paillettes specchiate e piatte, anche in total black, a pantaloni in vernice, a catene e fili metallici.
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Il laboratorio d'artista di Daniela Gregis
Daniela Gregis trasforma Villa Mirabello in un laboratorio d'artista. Il colore è ovunque: sulla scenografia che fa da sfondo e sui capi che renderanno l'Autunno-Inverno più vivo ed energico. C'è tanta voglia di sperimentare e osare, di proporre volumi e contrasti inediti e piacevoli, che tradiscono un grande senso di comfort e dinamicità.
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Prada: Miuccia e Raf celebrano l'importanza del passato
Miuccia Prada e Raf Simons presentano una collezione con un intento ben preciso: guardare indietro, senza nostalgia alcuna, per valorizzare l'importanza della storia intesa come ciò che ci può insegnare tutto; specialmente nei momenti più difficili, i momenti nei quali è difficile comprendere quello che accade, è fondamentale conoscere il passato per farlo al meglio.
Capi, accessori e abbinamenti nascono guardandosi indietro, prendendo elementi di altre epoche nel tentativo di approfondire il motivo di un determinato modo di vestirsi. Cappelli militari e fiocchi, gonne a ruota abbinate a maglioncini dalle maniche corte; varsity jacket e tailleur: un mix potente che guarda indietro per restituire, qualcosa di nuovo, alla contemporaneità.
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Giada: non sono solo abiti
L'Autunno-Inverno 2024 di Giada parte dal concetto dell'abito come puro mezzo di espressione. Gabriele Colangelo, direttore creativo del brand, vuole racchiudere nei capi in collezione tutte quelle complessità che caratterizzano un individuo per liberarle attraverso geometrie, proporzioni e contrasti. Lo fa con silhouette decise, capispalla di concezione architettonica, maglieria leggerissima e una palette colori che aggiunge ai tradizionali bianco e nero, i toni organici dell'argilla, della sabbia, del bordeaux e del verde matcha.
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Emporio Armani cattura i colori della notte
Giorgio Armani realizza un personale omaggio al cielo notturno, alla luce della luna e delle stelle che lo rendono luminoso. Lo fa attraverso i colori, scuri e profondi con una prevalenza di nero acceso da sfumature malva e violetto, e lo fa con le forme e i volumi che ricreano i bagliori tipici della notte. Cappotti avvolgenti, con spalle scolpite, si alternano a lane lavate, dal finish opaco e ad altre lucide. Non mancano i jacquard, sottili catenelle gioiello e bijoux decorativi. Non manca nemmeno il colpo di scena: fiocchi di neve che iniziano a scendere, per rendere la magia del momento ancora più emozionante.
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Adrian Appiolaza debutta da Moschino
Il momento tanto atteso è arrivato: il nuovo corso di Moschino è andato in scena con il debutto del nuovo direttore creativo Adrian Appiolaza. Dopo la reggenza fortemente caratterizzata di Jeremy Scott, Moschino ha una nuova direzione in tutti i sensi. La giocosità e l'ironia del marchio, tratti tipici del suo fondatore, Franco Moschino, e di chi l'ha seguito dopo la sua prematura scomparsa, ci sono tutti. Sono però calati nel presente, in una portabilità nuova, meno cartoon.
Ci sono props divertenti certo, ma c'è un nuovo modo di sovvertire e sorprendere, e ci piace parecchio.
Uno sguardo in giro
Non solo sfilate: girando per Milano, nei luoghi più centrali della città, l'occhio può cadere facilmente su questi volantini. Un'idea di Muriel, creator digitale e attivista sui temi dell'inclusività, del corpo e della sessualità. Volantini che spingono a interrogarsi sulla mancata presenza di corpi non conformi agli standard della moda. La grande scritta "missing" riassume facilmente un concetto che, nei primi due giorni, abbiamo ampiamente osservato e che non possiamo non confermare: la diversità, verso la quale in anni recenti c'era stata un'apparente apertura, è per il momento andata perduta. E di casting che differiscono e che si rivelano davvero inclusivi ne abbiamo visti, per ora, pochi.
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