Cascate di perle, estrosi copricapi e merletti a non finire: un tuffo nello stile della New York anni ‘40
New York, 1944. Parte da qui il racconto di Stephen Frears ispirato alle vicende di Florence Foster Jenkins, facoltosa ereditiera amante dell’arte e della musica col pallino del canto, passata alla storia come la peggior cantante lirica di sempre.
A impersonare l’eccentrica artista americana è il Premio Oscar Meryl Streep, affiancata da Hugh Grant nel ruolo di marito e manager, l'inglese St. Clair Bayfield, che cerca in tutti i modi di proteggerla dal giudizio dell’élite cittadina sulle sue stridule performance canore.
Un’ulteriore stonatura è conferita dai costumi della protagonista, che ne riflettono perfettamente la stravaganza, la follia, ma anche l’autenticità.
Florence: i look più belli della pellicola e le nostre proposte in stile retrò
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«Ero affascinata, incantata, dal personaggio di Florence» rivela Consolata Boyle - già costumista di Philomena e altre pellicole di Frears - «Era una performer divina: gli abiti per le sue esibizioni erano meravigliosamente stravaganti. Si portava dietro gli eccessi delle sue performance in quello che indossava tutti i giorni. I suoi costumi erano esagerati ma con una delicatezza che piaceva alla gente, per quanto estrosi fossero. Non si vergognava mai del suo aspetto, per cui alla gente non veniva mai in mente di criticarla».
Per rendere il personaggio il più possibile simile alla vera Foster Jenkins, la Boyle ha realizzato anche diverse imbottiture per Meryl Streep, in modo da farla apparire appesantita. «All'inizio abbiamo discusso molto su come avremmo potuto esprimere i suoi stati d'animo attraverso gli abiti. Ho lavorato a stretto contatto con Meryl in ogni step della lavorazione».
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