Eurovision: i momenti di stile che hanno fatto la storia
Manca poco: settimana prossima partirà la 67esima edizione dell'Eurovision Song Contest che si svolgerà dal 9 al 13 maggio a Liverpool dove si sfideranno le voci provenienti da 40 paesi diversi.
Se per ogni grande evento che si rispetti, da un red carpet degli Oscar a un'edizione di Sanremo, siamo abituati a ripercorrere i look che hanno fatto la storia, con questa manifestazione canora ritornata tanto in auge negli ultimi anni, non siamo sicuramente abituati a fare lo stesso. L'Eurovision infatti, non si fa certo ricordare per i look dei partecipanti direte voi. O almeno, non fino alla memorabile esibizione dei Maneskin, che li ha portati alla vittoria a suon di rock, tutine e pelle nuda.
In realtà, pur non avendo bucato in modo aggressivo lo schermo, tanto da essere sparito anche dai nostri palinsesti per un po' di tempo, in ben più di 60 anni di storia sul palco più itinerante d'Europa si sono visti tutti i trend, le rivoluzioni e le novità che sono degne di nota nel panorama moda del secolo scorso e di questo primo ventennio dei Duemila.
Siamo andati a frugare negli archivi, dalla prima edizione del lontano 1956 a oggi e ci abbiamo trovato un bel po' di "momenti moda" da raccontarvi.
E anche qualche concorrente che non vi sareste aspettati di incontrare...
Eurovision Song Contest: cos'è?
Prima di lanciarci a capofitto sui trend che hanno segnato i vari decenni di questa manifestazione canora multilingue, facciamo un po' di storia. Partiamo dalle basi, da un banale "che cos'è l'Eurovision?" .
Un po' lo saprete, è un festival musicale, una gara nata nel dopoguerra con lo scopo di coinvolgere e unire quelle nazioni che un decennio prima erano state protagoniste di uno dei conflitti più atroci della storia contemporanea. Attraverso la nascita dell'Unione europea di radiodiffusione, nacque questo programma televisivo che metteva al centro, in modo nuovo e comunitario, la canzone.
Un gruppo di concorrenti durante una delle prime edizioni. Da sinistra: Anita Traversi (Svizzera) , Siw Malmkvist (Svezia), Katy Bodtger (Daminarca) e Nora Brockstedt (Norvegia).
Eurovision: gli anni '60
Fin dalle prime edizioni, quelle con appena 7 paesi e due canzoni in gara per ogni concorrente, il successo non si fa attendere. Soprattutto quello made in Italy, già ottenuto nel 1958 con Domenico Modugno, bissato nel 1964 da una giovane Gigliola Cinquetti.
Qui sopra Gigliola Cinquetti, in uno scatto di gruppo e in primo piano, durante l'edizione del 1964. Credits: Getty Images
Un tubino con scollo a barchetta, un fiocco tra i capelli: è lo stile elegante e inconfondibile dei primi anni '60, che presenta ancora molti punti in comune con il decennio precedente. Il punto vita in evidenza, il tacco kitten e gli abiti al ginocchio lasciano però spazio alle nuove tendenze e alle grandi icone di stile dell'epoca come Françoise Hardy e Sandie Shaw, quest'ultima conosciuta per la sua abitudine bohémien di esibirsi sul palco a piedi nudi.
Da sinistra: Francoise Hardy nel 1963, in gara per Monaco - la cantante inglese Sandie Shaw nel 1968. Credits: Getty Images
Sul palco dell'Eurovision fa il suo debutto anche la minigonna e, sempre sulla spinta di una maggiore liberazione in termini stilistici, troviamo scolli e pantaloni ampi che iniziano a palesarsi sul finire del decennio.
Da sinistra: la cantante gallese Mary Hopkin nel 1969 - Iva Zanicchi si esibisce a Madrid, durante l'edizione del 1969. Credits: Getty Images.
Eurovision Song Contest: gli anni '70
Lo spirito dei '70, con nuove tendenze e aggiornamenti di stile strettamente legati al momento storico, politico e sociale, arriva anche sul palco dell'Eurovision. Tra maxi abiti floreali e pantaloni a zampa, gli ABBA bucano lo schermo e si portano a casa la vittoria dell'edizione di Brighton del 1974.
Il loro stile, non solo musicale ma anche in termini di abbigliamento, ha segnato un'epoca: tutine che evidenziavano le silhouette delle due voci femminili, dettagli glamour e applicazioni gioiello, colori brillanti e plateau vertiginosi.
Dall'alto: la cantante tedesca Katja Ebstein nel 1970 - Gli ABBA nel 1974, fuori dal palco e con i costumi di scena. Credits: Getty Images
Eurovision: l'estro degli '80
Dalle citazioni hippie ai lustrini glam dei Settanta si vola verso i mitici anni '80, quelli tanto rinnegati in termini di stile. Perché? Presto e facilmente spiegato, attraverso i look di una giovanissima Celine Dion che partecipa come concorrente per la Svizzera.
Denim, calze decorate e tacchi, abiti composti da blazer doppiopetto e gonne in tulle. Il tutto con l'immancabile permanente ricciolina che sa tremendamente (o splendidamente, perché no?) di "Ottantone".
Dall'alto: il gruppo Milk & Honey con il cantante Gali Atari a cavallo tra la fine dei '70 e l'inizio degli anni '80 - Celine Dion nel 1988, durante l'Eurovision di Dublino. Credits: Getty Images
Eurovision Song Contest: i Novanta e i 2000
Il decennio successivo conosce molteplici influenze: trascina un po' di sexyness anni '80 e la eleva alla massima potenza con trasparenze, intimo a vista e dettagli in pelle, di cui Samantha Fox e le sue colleghe, con cui formava il trio delle "Sox" hanno dato ampio sfoggio.
Ma gli anni '90, sul finire, sono anche gli anni di una maggiore inclusività, perché è allora che sul palco si esibisce la prima artista transgender sul palco del Song Contest, l'israeliana Dana International. Lo vince e vi partecipa di nuovo, tra piume colorate e abiti da sera brillanti e sofisticati.
Dall'alto: Samantha Fox con Cris Bonacci e Lauraine Mckintosh, con cui ha formato il trio Sox nel 1995 - Dana International, vincitrice dell'edizione 1998. Credits: Getty Images
Le ultime edizioni, dai minidress ai Maneskin
Da sinistra: la cantante ucraina Ruslana nel 2004 - La band svedese "Afro-Dite" nel 2002. Credits: Getty Images
I primi anni 2000 si portano dietro vita bassa, costumi di scena alla Britney Spears e tutta la moda pop dell'epoca. E tornano anche gli artisti italiani in gara: dal 1997 al 2010 infatti, a causa del ritiro della Rai dalla trasmissione (perchè pare non raggiungesse ascolti degni di nota), nessun artista italiano, se escludiamo i partecipanti del cugino San Marino, ha potuto prendere parte alla competizione.
Ma ci siamo rifatti in fretta, con i minidress di Nina Zilli ed Emma Marrone, con i look romantici di una esordiente Francesca Michielin e tanti altri protagonisti, anche maschili, che hanno alzato l'asticella.
Da sinistra: Nina Zilli a Baku nel 2012 - Emma Marrone a Copenhagen nel 2014 - Francesca Michielin a Stoccolma nel 2016. Credits: Getty Images.
Da sinistra: Marco Mengoni a Malmo nel 2013 - Mahmood a Tel Aviv nel 2019 - Emma Muscat, ex concorrente di Amici che ha partecipato all'edizione 2022 per Malta. Credits: Getty Images.
Un'asticella che ha raggiunto livelli massimi con i Maneskin, che reduci dalla vittoria sanremese (criterio con il quale si decide oggi chi partecipa o meno all'Eurovision) sono volati a Rotterdam a prendersi anche il trofeo dell'edizione 2021. Con i loro costumi glam-rock, allora firmati Etro, hanno fatto incetta di voti e riportato l'evento in Italia a 31 anni di distanza dall'edizione tenutasi a Roma (e 56 anni dopo quella di Napoli).
I Maneskin a Rotterdam nel 2021 e sotto Damiano David durante la conferenza stampa post vittoria. Credits: Getty Images
Nel 2022 sono stati Mahmood e Blanco a salire sul palco della 66esima edizione che si è svolta a Torino. I due hanno scelto, per la serata finale di indossare due brand italiani, rispettivamente Prada e Valentino Haute Couture. Nel trio dei presentatori composto da Mika, Alessandro Cattelan e Laura Pausini, menzione d'onore e pollici su per quest'ultima che ha sfoggiato non uno ma ben tre creazioni firmate Versace. Grande Laura!
Vedremo cosa ci riserverà Marco Mengoni, rappresentante italiano per la kermesse che, in fatto di stile ha un'idea ben precisa e chiara. Noi facciamo il tifo per lui!
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