Fotogallery Delfina Delettrez: «I gioielli si trasformano in frammenti di eternità»
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Delfina Delettrez racconta la nuova collezione di gioielli e la collaborazione con l'artista Daniel Sannwald e con Kenzo
Ci sono donne che hanno un fascino raro e senza tempo. Così Delfina Delettrez irradia inconsapevolmente una bellezza magnetica, delicata e anticonvenzionale. I gioielli che disegna rispecchiano lo stile sofisticato del suo portamento naturalmente prezioso, e ci sorprendono con la freschezza di intuizione eclettica di ciò che è desiderabile e contemporaneo.
Delfina ha appena presentato la sua nuova collezione Magic Triangle con un video diretto da Daniel Sannwald, che ha saputo tradurre in immagini lo spirito onirico e surreale dei suoi gioielli, portatori di una dimensione intima e simbolica.
Noi per l’occasione abbiamo chiesto a Delfina di parlarci di sè e dei suoi progetti.
Quando è nata l’ispirazione che ti ha portato a diventare una delle designer di gioielli più eclettiche?
La mia ossessione per il dettaglio e per l'effetto sorpresa insieme alla necessità che ho di dare sfogo alla mia vena creativa. Volevo qualcosa di diverso da poter indossare, qualcosa non comune, che non si trovasse. Non mi è mail piaciuto il gioiello tradizionale, preferisco una lumaca in oro e diamanti sulla spalla o una collana con grandi occhi che ti guardano fissi... Mi piace il gioiello che rompe gli schemi, che crea in chi l'osserva un senso di disorientamento e che magari sia motivo di conversazione ad una cena formale. Mi piace considerare i miei pezzi come micro sculture da passeggio che abbiano un'idea e uno stile totalmente futuristico.
La fusione di idee e creatività sfocia sempre in progetti inediti ed inaspettati, come definiresti la collaborazione con il fotografo e video maker Daniel Sannwald?
Il punto di partenza è stato il sovrannaturale. L'idea era quella di creare l'atmosfera di un'altra dimensione spazio-temporale. Paesaggi futuristici e artificiali con statue che dessero l'idea di frammenti provenienti dal passato. Ovviamente siamo partiti dall'ispirazione di base della nuova collezione, "Magic Triangle" in cui per la prima volta ho usato il topazio: una pietra dai colori forti, quasi ultraterreni. Con Daniel abbiamo pensato di prendere il punto di vista di un uomo del futuro, qualcuno che tra mille anni trova quei gioielli e comincia a pensare a chi siano appartenuti.
Quando lavori con le pietre preziose i gioielli si trasformano in frammenti di eternità. Ed è stata proprio questa l'idea che abbiamo cercato di portare nel video: un'altra dimensione spaziotemporale in cui i miei gioielli apparissero come pezzi del passato visti dal futuro.
Sempre parlando di contaminazioni creative, ci vuoi raccontare l’ispirazione che ti ha portato a creare la suggestiva collezione di gioielli per Kenzo Paris ?
Questa è la quarta collaborazione con Kenzo. Ogni volta per me è una nuova sfida! La prima è stata memorabile: il nostro tavolo di lavoro sembrava un tavolo di una scuola di cucina pieno di frutta secca! Parto sempre dalle loro idee e aggiungo quel tocco "Delfina" ideando frutta da indossare, zampe di tigre che avvolgono il collo, uomini con pochette di metallo o fiocchi e nastri di metallo che ti avvolgono il collo, i polsi e le dita quasi fossero nastri di tessuto che prendi all'ultimo minuto prima di uscire!
Le stampe di Kenzo sono sempre bellissime ed è impossibile non rimanerne colpita. Questa volta ho voluto però dare una maggiore evidenza al metallo: è la parte metallica infatti la prima a colpire l'occhio, le stampe le ho quasi nascoste all'interno delle collane e dei bracciali, in modo che potessero essere visibili solo sotto alcune angolazioni così da lasciare l'effetto sorpresa.
Disegnare gioielli per una sfilata è molto diverso: deve venir considerato l'aspetto del movimento sulla passerella, ed i gioielli devono essere forti ed allo stesso tempo facili da capire velocemente nel tempo di un passaggio: non c'è quell'aspetto contemplativo del gioiello, è tutto molto più veloce.
Se non fossi una designer di gioielli, cosa vorresti fare?
Credo che avrei fatto la costumista per il cinema. Avrei fuso insieme due passioni. Mi ha sempre affascinata il lavoro di ricerca che c'è dietro questo mestiere.
L’occhio è un simbolo che torna sempre nelle tue creazioni. Una visione molto spirituale. Che cosa vede il tuo terzo occhio?
Il mio terzo occhio ha intuito, capta delle verità senza usare la logica della mente
Ci puoi anticipare qualche progetto futuro?
Ho progetti molto eccitanti, ma sono top secret!
© Riproduzione riservata
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