La bellezza della moda sostenibile: Grazia.it incontra Caterina Grieco di Catheclisma

Vivere bene e in maniera sostenibile è tra le grandi sfide del nostro millennio. I grandi mutamenti climatici e l'attenzione crescente verso l'impatto che questi hanno nella vita di tutti gli abitanti del pianeta, oltre al rispetto delle condizioni di lavoro, sono un qualcosa con cui ci confrontiamo in ogni aspetto della della nostra vita, anche il più piccolo.
Tra questi, lo sappiamo bene, la moda, intesa come quello che quotidianamente indossiamo e il nostro approccio a essa, è sicuramente tra le scelte più importanti, insieme ad alimentazione e mobilità, e attraverso la quale possiamo agire in prima persona.
Non a caso la moda, e i suoi protagonisti, è tra gli argomenti centrali di FRAGILE, il Festival delle Arti e Discipline Sostenibili, che torna per la seconda edizione a Parma il 10, 11 e 12 ottobre per parlare e porre l'attenzione sul "fragile equilibrio" delle nostre scelte e immaginare un futuro più consapevole, condiviso e sostenibile in una tre giorni aperta a tutti e organizzata da Santeria S.p.a.

Tra le attività proposte, oltre a dieci concerti, due show cooking, una biciclettata urbana, due lezioni di yoga, un’azione di clean up collettivo, cinque degustazioni e una mostra inedita, spiccano ben 16 talk che apriranno un confronto su diversi temi e argomenti
A parlare di moda e delle sfide per renderla sempre più sostenibili ci saranno diversi addetti ai lavori, come i giornalisti Giuliana Matarrese e Andrea Batilla, la conscious fashion specialist Silvia Stella Osella e Caterina Grieco founder del marchio di moda Catheclisma.
Ed è proprio con Caterina che Grazia.it ha fatto una chiacchierata per parlare del rapporto, non sempre facile, tra moda e sostenibilità...
Se infatti oggi conosciamo del fortissimo impatto ambientale che la fashion industry (e il fast fashion, in questo senso) hanno sull'ambiente, ci sia interroga sempre più su quali possono essere le soluzione per "consumare" con maggior consapevolezza.
Ed è proprio da qui che è nato Catheclisma, più che un brand un progetto che parla attraverso gli abiti, "germogliato" durante il periodo difficile della pandemia. Proprio nel 2021, tra un lockdown e l'altro, Caterina, studentessa del Politecnico di Milano, si mette alla prova cucendo un vestito, Camille, postato poi sui suoi social, senza troppe aspettative. Nel 2023 Caterina lancia il suo e-commerce. L'idea è semplice: usare tessuti di "scarto" e lavorare sul made to order e made to measure, creando abiti che vivano ben più di una stagione, nati da esigenze reali e non da acquisti compulsivi.

Partiamo dalle origini: com’è nato il progetto Catheclisma e cosa ti ha spinto a legare fin da subito la tua creatività al tema della sostenibilità?
Catheclisma è nato da un’urgenza personale e creativa: quella di dare forma a un immaginario che fosse al tempo stesso etico e contemporaneo, capace di raccontare il presente senza chiudere gli occhi sulle sue contraddizioni. Infatti, Catheclisma nasce come un atto di resistenza contro l’eccesso e lo spreco. Da qui l’idea di intrecciare la mia ricerca artistica con un approccio sostenibile, in cui ogni scelta – dal materiale al processo produttivo – avesse un significato.
La moda sostenibile è stata a lungo considerata (e lo è tuttora) una sfida controcorrente: qual è stato l’ostacolo più grande che hai incontrato nel tuo percorso?
L’ostacolo più grande è stato scontrarmi con un sistema moda che non accetta di produrre solo quando è necessario, ma che produce di più per spendere meno. È stato difficile trovare dei laboratori che volessero supportare l’approccio made to order di Catheclisma. Inoltre, l’ostacolo maggiore è tutt’ora quello di avere dei prezzi accessibili, perché vorrei che tutti possano avvicinarsi alla moda sostenibile.
Cosa caratterizza per te un capo davvero “sostenibile”, in un panorama come quello della moda di oggi, in cui c’è anche tanto “green washing”?
Un capo sostenibile non è solo legato al materiale di cui è fatto: è un capo che racconta la sua filiera, che porta con sé trasparenza e durata. Per me significa lavorare con persone appassionate, valorizzare materiali già esistenti, produrre su ordinazione e creare qualcosa che non sia pensato per una stagione ma per un percorso più lungo. La sostenibilità non è un’etichetta, è un processo.

A lungo si è pensato, con un certo snobismo, che un capo sostenibile non fosse “bello” dal punto di vista estetico. Come fai a mantenere il legame tra stile e valori nelle tue collezioni?
Per poter produrre in modo etico ci sono molte limitazioni, ma il design per me non lo è mai stato. Indossare qualcosa di bello e durevole è già parte di una visione senza tempo della moda, e quindi sostenibile. Lo stile di Catheclisma non segue trend ma combina uno stile essenziale a un twist ironico dato da accessori metallici, texture e tagli.
C’è stato un momento nella tua carriera in cui hai capito di essere sulla strada giusta e che il tuo messaggio stava arrivando davvero alle persone?
Non so ancora se sono sulla strada giusta, ma so che voglio che le persone possano acquistare i miei pezzi e metterli per sempre. Per questo cerco di tenere un price range accessibile, perché voglio che anche i giovani abbiano un’alternativa attenta al pianeta ma contemporanea. Da questo pretesto è nata una bellissima community che ci supporta e che ci permette di sperimentare e continuare nella volontà di cambiare un sistema che non funziona più.

Il Festival Fragile è uno spazio di confronto tra arte, moda e impegno ambientale. Cosa ti auguri che le persone portino a casa dopo questa manifestazione?
Spero che le persone possano conservare le storie e i progetti, e ne possano trarre ispirazione per cercare di cambiare le cose in meglio
Molti giovani talenti sognano di entrare nel mondo della moda portando una visione che unisca creatività e responsabilità. Che consiglio daresti a chi vuole intraprendere un percorso simile al tuo?
Direi loro di non avere paura di rallentare. La moda spinge sempre all’accelerazione, ma un progetto coerente nasce dal tempo lungo: Catheclisma è nato durante la pandemia, in un momento in cui finalmente ho preso coscienza del mio tempo e di ciò che avrei voluto farne. E poi consiglio di non pensarci troppo e di agire, anche con un po’ di leggerezza!

Potresti suggerire tre step semplici per chi vuole approcciarsi a uno stile di vita più responsabile ma non sa da dove partire?
Consiglierei di supportare i piccoli brand, che lavorano sempre con tanto impegno. Di chiedersi sempre se abbiamo davvero bisogno di nuovi capi e se sì fare attenzione alla provenienza e al materiale.
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