Istanbul Fashion Week: il lato glam della Turchia
Fotogallery Istanbul Fashion Week: il lato glam della Turchia
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Una vetrina di quattro giorni esclusivamente dedicata a designer di origine turca per far conoscere a noi e al mondo l'arte e le novità di brand nuovi e già affermati. Dal 7 al 10 settembre la splendida e vivissima città di Istanbul si colora di luce nuova, quella dell'universo fashion, fatto di sfilate, appuntamenti con gli stilisti negli showroom e feste che riscaldano la notte. Noi di Grazia.it siamo stati invitati a trascorrere alcuni giorni alla Istanbul Fashion Week per scoprire le nuove collezioni p/e 2012 e per conoscere dal vivo gli stilisti più promettenti. Tutti ovviamente Made in Turkey.
Le giornate si dividono tra la mattinata trascorsa negli showroom dei designer e il pomeriggio alle sfilate. A spezzare il tutto pranzi e cene nelle terrazze dei tetti di alberghi e locali, un'istituzione qui a Istanbul data la vista incredibile del Bosforo e della città vecchia di cui si può godere da posizioni sopraelevate.
Il mio aereo atterra il tardo pomeriggio e a causa dell'intenso e immancabile traffico riesco a godermi solo lo show delle 19.00, quello di Atil Kutoglu, uno degli stilisti turchi già affermati, vincitore di diversi premi durante gli anni '90 in Germania e Austria dove ha aperto il suo atelier. La sfilata è lunghissima paragonata a quelle delle Fashion Week istituzionali e affronta una grande varietà di temi e ispirazioni. Si comincia con le righe e i colori pastello per lei e per lui, per abiti e t-shirt in cotone freschi e lineari, casual e sporty, per poi passare a un raso da pomeriggio dalle tonalità terrose fino ad arrivare a costumi e lunghi abiti da sera da sirena. L'intenzione è quella di accontentare tutti, ma forse un'ispirazione più forte e definita avrebbe davvero lasciato un segno. Passiamo alla moda prettamente maschile con Tween, brand venduto in 37 paesi in tutto il mondo, una moda pratica, comoda, easy to wear, con le sue giacche sagomate portate sopra t-shirt sportive, camicie abbottonate con cravattini in crochet e completi indossati però con particolari sandali flat. Una collezione che vuole essere multifunzionale e ci riesce con semplicità e naturalezza.
Il mattino successivo partiamo alla volta dello shopping district di Nisantasi, una zona ricca di boutique e atelier dove le strade sono più alte dei negozi, raggiungibili solo scendendo delle piccole scale. Il primo atelier è quello di Hatice Gokçe, una affascinante ragazza dall'abito e dai capelli corvini e proprio ai neri corvi si è ispirata per la sua collezione invernale "Common Raven", total black con grande uso di pelle per giacche dai tagli particolari a punta per maniche e profili che ricordano il becco del corvo e inserti di piume. Gokçe produce anche e soprattutto abiti da uomo, dai volumi che hanno un che diRick Owens e Balmain, e haute couture per le sue clienti estere. Seconda tappa è l'atelier di Mehtap Elaidi che con la sua energia ci ha coinvolti tutti nella sua storia personale, raccontandoci di quando undici anni fa a 36 anni con una carriera avviata e proficua nella marina mercantile ha deciso di lasciare tutto ed avverare il suo sogno: diventare una stilista. Oggi con due boutique monomarca a Istanbul e distribuita in tutto il Middle-East può dire di avercela fatta. La sua collezione primavera-estate 2012 è ispirata a un libro di 400 anni fa in cui si nominano 11 talismani che proteggono Istanbul e le sue virtù. 11 talismani trasformati in 11 abiti indossati da manichini mentre nella passerella sfilano le modelle che indossano il pret-à-porter. Quasi una performance, dalla grande forza visiva e intellettuale.
Il pranzo nella magnifica terrazza del Nu Pera non ci appesantisce e eccoci di nuovo in cammino per raggiungere lo studio/atelier di Simay Bulbul. Impossibile non riconoscere la stilista, i suoi capelli sono lunghissimi dread acconciati sulla nuca e lasciati lunghi e sciolti a ciocche sulla schiena e i suoi occhi sono grandi ed espressivi. Ci accoglie nel palazzo a due piani dove presenta la sua collezione con un enorme sorriso, l'atrio è pieno di ospiti che bevono cocktail alla frutta, chi seduto su divanetti retrò chi attorno al dj set, mentre nella parte superiore ci aspetta la collezione "Breaking Point", che rappresenta il momento di rottura che stiamo vivendo ora, in questo momento storico. Gli abiti protagonisti si alternano tra nero e bianco monocromatico, mescolando texture e materiali, dalla pelle, sempre molto presente, al tulle, alla seta, combinati poi con accessori d'oro.
Il pomeriggio si ritorna a Beyoglu, area riservata alle sfilate ufficiali della Istanbul Fashion Week. La prima sfilata è quella di Ozlem Kaya, stilista che propone lunghi e delicati abiti da sera dalle tonalità lilla e argento. Non c'è dubbio che la moda turca guardi molto al red carpet, alla serata di gala, con più interesse rispetto al pret-à-porter, sembrano essere affascinati da volumi e linee femminili, che valorizzano le curve e il corpo della donna, che diventa così sensuale e provocatrice. Anche la sfilata di Nej (Nejila Guvenç) sottolinea la sensualità della sua donna, questa volta con morbidi chiffon destrutturati, che cadono come pepli lasciando scoperte zone della pelle, passando da colori freddi e opachi come il lilla all'arancio e rosso più accesi.
L'intenzione c'è e la voglia di fare e far bene è tanta, quello che ancora manca è l'idea che applicata al design crea la combinazione esatta e alchemica che permette di veder nascere collezioni omogenee e originali, con un forte tocco autoriale e una forte personalità. La crescita economica della Turchia e di Istanbul in sé come capitale della moda del paese si sente ed è evidente nello spirito dei giovani che si improvvisano imprenditori, rischiando e cambiando la propria vita, questa energia non andrà sicuramente sprecata, serve solo ancora un po' di tempo.
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