Fashion Film Festival 2021: anche in pandemia continua il connubio tra moda e cinema
Oltre 1000 fashion film arrivati da oltre 60 paesi, di cui 200 selezionati, una giuria composta da nomi come Paolo Roversi, Margherita Maccapani Missoni e Tamu McPherson: il Fashion Film Festival Milano, non si è fatto certo cogliere impreparato dall'emergenza sanitaria continua a supportare i giovani talenti da tutto il mondo.
Un'edizione totalmente digitale, visibile dal 13 al 18 gennaio sul sito del Festival (ma anche su quello di Camera della Moda - partner della rassegna - e su mymovies.it.) e aperta a tutti: basterà registrarsi per vedere i fashion film in concorso.
Un'edizione che quest'anno, più che mai, vuole divenire un ponte culturale tra comunità diverse e farsi portavoce di valori come inclusiva e diversità.
Abbiamo avuto l'opportunità di parlare con la fondatrice del Festival, Costanza Cavalli Etro.
Nata a Buenos Aires in Argentina, è crescita a Città del Messico dove ha creato la sua agenzia di comunicazione ed eventi e ha ideato la Mexican Fashion Week. Nel 2006 lascia il Sudamerica e si trasferisce in Italia con il marito, Kean Etro, stilista del marchio omonimo, uno dei grandi nome del Made in Italy. Nel 2014 lancia il Fashion Film Festival una rassegna che unisce due dei suoi grandi amori: la moda e il cinema, con un diktat preciso, ovvero sostenere i giovani talenti e offrire loro un'occasione per mostrare le loro potenzialità.
Costanza Cavalli Etro, fondatrice del Fashion Film Festival, è nata in Argentina e vive in Italia da quando ha sposato Kean Etro
(Courtesy Press Office)
Siamo giunti alla settima edizione a mai come quest’anno i brand hanno dovuto utilizzare mezzi digitali come manifesto delle proprie collezioni. Hai notato dei cambiamenti nello sviluppo e nelle produzioni dei Fashion Film per presentare al meglio il proprio prodotto e collezioni non avendo la possibilità di presentarli fisicamente al proprio pubblico? Quali?
Quest’anno più che mai la comunicazione video e i fashion film si sono dimostrati fondamentali per i brand. Nonostante sfilate e fashion film restino due strumenti diversi, con finalità diverse, la possibilità di avere una vetrina digitale e uno strumento per esprimersi anche sul web ha permesso a molti brand di sperimentare ed esplorare nuovi format. La cosa positiva che abbiamo riscontrato è stata sicuramente la resilienza dei creativi nel trovare i mezzi e le modalità espressive anche in un anno di grandi difficoltà come quello appena trascorso.
Quanto è importante per l’evoluzione del Fashion Film Festival Milano questa edizione digitale? Credete sia un ulteriore passo verso la democratizzazione della moda?
Questa edizione è importantissima perché ci permette, attraverso il digitale, di arrivare a tutto il mondo, di non essere confinati in un luogo fisico ma di poter raggiungere tutta la nostra community.Il digitale è il presente e con questa edizione anche noi lo abbracciamo completamente. Fin dall’inizio avevo la volontà di fare un evento democratico, di altissima qualità sia per i personaggi coinvolti sia per il contenuto, e aperto a tutti.
Pensi che i fashion film possano rappresentare l’opportunità di modificare questo sistema? Pensate possa rappresentare un’opzione valida alla sfilata fisica aiutando a ridefinirne costi e tempistiche?
Fashion film e sfilate sono due strumenti diversi per i marchi di moda, non sono sovrapponibili. Penso che nel futuro entrambi continueranno a coesistere. In questo periodo complicato sono sicuramente uno strumento molto utile che è in grado di sostituire temporaneamente le sfilate per riuscire a comunicare i messaggi che le case di moda hanno a cuore e per avvicinarsi ulteriormente al proprio pubblico.
Come si sono evoluti e cosa rappresentano per il Fashion Film Festival Milano?
I fashion film sono uno strumento di comunicazione ed esplorazione artistica incredibile. Rappresentano messaggi socio-culturali importanti che ci permettono di analizzare la realtà da diversi punti di vista. Il Festival riceve oltre 1000 fashion film da oltre 60 paesi, diventando un vero specchio della realtà internazionale.
Quanto il #MeToo ha influenzato il contesto cinematografico di questa edizione?
Inclusivity, identity e diversity sono temi molto cari al Fashion Film Festival Milano da sempre. Nel 2015 abbiamo fondato l’iniziativa #FFFMILANOFORWOMEN per creare uno spazio dove esprimersi in libertà, senza tabù, una voce al talento femminile e a oggi è un progetto chiave della manifestazione in cui presentiamo progetti, iniziative, film e realtà che supportano il talento e la voce delle donne. Quest’anno per esempio presentiamo fuori concorso l’anteprima italiana del documentario “Let it be Law” di Juan Solanas, premiato a Cannes l’anno scorso e che indaga il tema dell'opposizione alla legge sull’aborto in Argentina.
Inoltre abbiamo anche una Conversation con Girls In Film, un collettivo inglese di registe donne internazionali dove si parla d’ identità visiva, dove tre registe raccontano il loro percorso di crescita e diventano ispirazione per le nuove generazioni, aprendo il mondo del cinema e del film making alle donne, senza alcuna barriera. Ormai va sempre più delineandosi nella moda una ridefinizione del concetto di lusso: da sinonimo di esclusività e status symbol, a quello di catalizzatore di cultura, attivismo e senso critico.
Credi che il Fashion Film Festival Milano possa essere anch’esso portatore di questo cambiamento? E pensi che l’ibridismo tra moda e arte (in questo caso cinematografica) possa ormai considerarsi come imprescindibile per comunicare la moda di oggi, quella che parla alle nuove generazioni e che è imprescindibile da una riflessione socio-politica e culturale?
Fin dalla prima edizione abbiamo sempre voluto essere portatori di un cambiamento, verso una maggiore inclusione e democratizzazione del sistema moda. Il Festival è stato sempre, non soltanto questa edizione digitale, un evento gratuito, aperto e inclusivo. Siamo stati e siamo ancora una porta aperta a tutti. Credo che i fashion film siano un potente mezzo per trasmettere valori importanti e messaggi forti e il Festival lo ha sempre fatto senza timori. Anche questa edizione si vedranno delle opere molto ispiranti e con messaggi di speranza e cambiamento per il futuro.
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